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Migranti: l’accordo tra Italia e Libia si rinnoverà il 2 Novembre, nonostante i non pochi dubbi di costituzionalità

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Silente e complice, il patto si rinnova ogni tre anni e ora il destino dei migranti, fortemente penalizzato dai maltrattamenti subiti, sta nelle mani e nella testa del nuovo governo che già ha dato segni chiari che la crudeltà, gli stupri, le violenze perpetrate da sicari nei confronti dei malcapitati nei campi degli orrori, non sono motivo sufficiente per scegliere altre strade.

L’intesa tra i due paesi, stipulata nel 2017 da Paolo Gentiloni, Marco Minniti e il ministro libico Fayez- al – Sarraj, che avrebbe dovuto accordare le politiche migratorie, ha portato in piazza, a Roma oltre quaranta Organizzazioni non Governative per chiedere al nuovo Governo di non rinnovare quel patto di non perpetrare quella sacca d’inciviltà. Temono la scelta della linea di continuità, della supremazia degli equilibri politici e commerciali su quelli della giustizia e umanitari.

Perché quell’accordo ha sollevato dubbi di costituzionalità? La procedura innanzi tutto: su quella stipula non è stato interpellato il Parlamento, nonostante l’articolo 80 della Carta preveda la ratifica delle Camere per i trattati di ordine internazionale che a oggi, hanno garantito al memorandum oltre 44 milioni di euro: somma prelevata dai fondi pubblici.

Quanto costa questo pane? E chi ha il privilegio o il coraggio di addentarlo? Il nostro Paese garantisce alla Libia interventi su sanità, trasporti e ricerca scientifica, ma è soprattutto sulla risolutezza, o meglio, è sui finanziamenti alle istituzioni di sicurezza militari libiche che è nata l’intesa.

Non ne hanno beneficiato i migranti ‘ospiti’ dei centri di accoglienza, fiore all’occhiello di chi i migranti li respinge, e veri e propri luoghi di detenzione, più volte ammoniti dalla comunità internazionale, dall’Europa, dall’Onu e dal Centro Europeo per i Diritti dell’Uomo. Richiami che non hanno scalfito gli autori di quell’intesa, anche grazie a al silenzio di chi doveva e poteva parlare. Giova forse ricordare che un grande uomo, un sopravvissuto ai lager di nome Primo Levi, con lungimiranza ci ha detto:“Il male esiste e se lo si guarda con indifferenza crescerà ed infesterà di nuovo il mondo perché è proprio su quel terreno che metterà radici. Nessun paese è esente da questi rischi. La sottovalutazione di segnali che nessuno vuol chiamare con il vero nome, rischia di riaprire capitoli di orrore che qualsiasi essere dotato di comune intelligenza dovrebbe tener lontani dal divenire di nuovo realtà”.

La piaga delle morti nel Mediterraneo: l’Organizzazione internazionale per le migrazioni denuncia 2.836 tra morti e scomparsi solo nello scorso anno. Chi ce la fa (farebbe) finisce, ritorna nei lager, oltre centomila nei primi quattro anni dell’accordo Roma –Tripoli.

Le Organizzazioni non Governative, sono scese in piazza per ricordare le condizioni disumane in cui vivono i migranti prigionieri e per ricordare a chi non lo sapesse o non lo sa (?) e anche a chi a queste questioni è disinteressato, che quegli esseri umani, donne, bambine e bambini, subiscono stupri, torture, malvagità di ogni tipo.
Chiedono giustizia Amnesty International, Oxfaman, Medici senza Frontiere durante la manifestazione molto partecipata anche da comuni cittadine e cittadini che hanno scelto di non ignorare questi abusi, ma di rivelarli al mondo, affinché il mondo si indigni.

L’Italia ha un’occasione per fare la sua parte, ha l’opportunità di non prolungare quell’agonia nascosta e vissuta nei campi di detenzione libica. Ora il Governo, se vuole, può rimediare e mostrare il piglio che sa rivelare con convinzione su altre questioni, non perpetuando un accordo di cui ci vergogniamo e che ci rende profondamente inadeguati sul piano dei diritti.

Andreina Corso

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Effettivamente si può fare di meglio. La Danimarca ha stipulato recentemente due patti.
    Uno col Ruanda, dove, a pagamento per singolo, invia gli immigrati. Quali? Tutti, compreso quelli che hanno chiesto asilo politico. E queli che, per legge europea, sono stati accolti per “motivi umanitari”? Anche loro in Ruanda, finita la guerra in casa loro.
    Secondo accordo con Kossovo. Delinqui in Danimarca? Una volta condannato vai in prigione lì.
    Se ci pensate, tra scuse per i lockdown, midterm a rischio e elezioni perse l’internazionale “de sinistra”, quella de “mmamma li sovranisti” e “che buoni gli insetti” o le frasi da bacio perugina, sta un pò crollando

  2. E perché invece di vendere armi ai paesi da cui queste persone emigrano non gli si danno trivelle per cercare l’acqua , trattori usati e forniture mediche per costruirsi degli ospedali ? E perché si chiama accoglienza la deportazione di massa di queste persone che poi finiscono in schiavitù a lavorare nei campi o nelle strade a spacciare droga e le donne sui marciapiedi costrette a prostituirsi tutto a vantaggio delle mafie ? Basta coi morti in mare !!! Aiutare i loro paesi sarebbe una operazione veramente umanitaria….

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