Mestre: in tempo di coronavirus anche la saliva è un’arma impropria, oggi ancora di più dell’HIV. Che sia caricata a salve o che il soggetto sia positivo non è dato a sapere nel momento in cui accade il gesto che comunque resta di una gravità inaudita.
E invece è accaduto di nuovo a Mestre, dopo il caso della cassiera di supermercato che aveva ricevuto sputi da due straniere che la prendevano in giro (una delle due poi scoperta positiva).
E’ accaduto giovedì ad un’operatrice sanitaria, questa volta, arrivata alla fine del suo turno di lavoro. Poco dopo le 13 nel Distretto sanitario di via Cappuccina a Mestre si diffonde l’allarme: un’infermiera che era appena uscita è stata presa a sputi da un balordo appartenente alla categoria che in questi giorni di isolamento casalingo sembra essersi impossessata di porzioni di città.
I sanitari del distretto di via Cappuccina segnalano da tempo la mancanza di condizioni di sicurezza per loro stessi e per gli utenti. E’ marcata, infatti, la presenza nella zona di sbandati e pusher che spesso hanno atteggiamenti molesti e provocatori che si sono acuiti in questi tempi in cui la ‘clientela’ manca.
Giovedì il fatto più grave: un’infermiera che si approcciava al cancello per uscire ha abbassato il finestrino ma proprio in quel momento un disgraziato si è avvicinato e le ha sputato in faccia. Non c’è stato neanche il tempo per abbozzare una reazione.
L’episodio, sul quale verrà fatta denuncia all’autorità giudiziaria competente, ha lasciato un gravissimo disagio in tutto il personale del distretto mestrino che ora ha deciso di scrivere anche al sindaco per questo grave problema che impedisce di svolgere il loro delicato lavoro in sicurezza.