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Messi non è Maradona, e forse non lo è mai voluto essere. Di Mattia Cagalli

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Messi vomita ancora in campo

Il Mondiale di calcio brasiliano si è concluso, con la vittoria dell’unica squadra veramente degna di nota e che quindi ha giustamente meritato il trionfo.
Perché di trionfo possiamo parlare nell’1 a 0 della Germania sull’Argentina; non tanto per il risultato e la partita in questione (anzi per quanto visto la Celeste meritava ai punti) ma l’andamento complessivo in tutta la manifestazione.

Un 7 a 1 contro i padroni di casa non è certo casuale, anche se il Brasile che si è presentato a questi mondiali è probabilmente il peggiore di sempre. Sotto ogni aspetto, dei singoli giocatori, di tattica e gioco espresso.
Nel complesso comunque il livello mostrato nel torneo, si è rivelato decisamente basso. Dopo la fase i gironi ha prevalso la paura di osare e di perdere, a dimostrazione l’elevato numero di partite concluse ai supplementari o rigori.

A mancare sono state squadre intere, come l’Italia, la Spagna e il Portogallo ma anche molti giocatori hanno fallito miseramente l’appuntamento. Emblematico il caso di Balotelli che dopo la sua prestazione, ha fatto crollare la propria valutazione. Secondo le parole del Presidente del Milan Berlusconi, pronto a cederlo all’Arsenal per 35 milioni di euro.

L’attaccante italiano non è l’unico, una riflessione la meritano anche i milioni spesi dal Chelsea per Diego Costa e David Luiz… Due fantasmi.
Se un direttore sportivo dovesse acquistare per la propria squadra, faticherebbe a trovare un vero giocatore meritevole di considerazione. La stessa sorpresa colombiana James Rodriguez fu pagato dal Monaco di Ranieri 45 milioni.

Ora a parte quest’ultimo, chi vale veramente il suo costo? Praticamente nessuno, le valutazioni dei giocatori sono scandalose e soprattutto ingiustificate. Capaci di lievitare per un paio di buone partite disputate. Emblematici e osceni i 38 milioni spesi per il terzino sinistro Shaw, da parte del Manchester United; un atleta appena maggiorenne.

Il fallimento totale è stato però quello dei due giocatori considerati i più forti del mondo: Ronaldo e Messi.
Il primo, reduce da una stagione massacrante ha affrontato un mondiale con una gamba problematica e non ha portato il suo portogallo oltre i gironi. Il secondo invece, ha dimostrato ancora una volta che al di fuori del sistema Barcellona non ha la forza mentale e psicologica necessaria.
Non riesce a fare quello che Diego armando Maradona ha fatto per la sua nazionale, caricarsela sulle spalle e portarla al trionfo. Purtroppo la differenza tra la Pulce e Dieguito sta proprio qui.

A dimostrazione lo stato fisico debilitato di Messi prima e durante le partite clou, un senso di nausea che è chiaramente sintomo di stress e tensione. Probabilmente per uscire da questa condizione, il numero dieci albi celeste, dovrebbe uscire proprio dal Barcellona e crescere in una esperienza diversa.
Come sarebbe infatti il modo di giocare di Messi, al di fuori del collaudatissimo sistema Barcellona? Una risposta che la nazionale da solamente in parte.
Forse sarebbe ora di chiudere con i confronti tra Messi e Maradona, alla fine non servono a nessuno. Soprattutto a lui.

Mattia Cagalli

[15/07/2014]

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