Maria Luisa Fassi, tabaccaia uccisa a coltellate ad Asti, ha visto il suo assassino, e questo assassino ha lasciato una sua impronta.
L’impronta di una scarpa che si troverebbe all’ingresso della tabaccheria di Asti dove, sabato scorso, è avvenuta la tragedia, dove è stata aggredita a morte la povera Maria Luisa Fassi.
E’ su questa traccia, ancorché parziale, che si è concentrato il nuovo sopralluogo dei carabinieri, a caccia di indizi utili a far luce su un delitto ancora misterioso. “Al momento non c’è nessuna pista più perseguibile di altre”, afferma il sostituto procuratore Luciano Tarditi, che ha aperto un fascicolo – per ora contro ignoti – con l’accusa di omicidio volontario.
Il magistrato ha anche disposto l’autopsia: sarà eseguita mercoledì dal medico legale Rita Celli.
La scientifica dell’Arma ieri è arrivata di buonora in corso Volta. E – mentre polizia municipale e dipendenti dell’Asp, l’azienda municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti, iniziavano a setacciare i cassonetti dell’immondizia a caccia dell’arma del delitto – hanno proseguito i rilievi all’interno dell’edicola-tabacchi.
Sul gradino d’ingresso, la traccia che stanno studiando gli investigatori: l’impronta di una scarpa maschile lasciata probabilmente dall’aggressore dopo aver calpestato il sangue della vittima.
Al momento resta comunque incomprensibile che cosa abbia scatenato tanta violenza.
Maria Luisa Fassi, tabaccaia, è stata uccisa da almeno una trentina di coltellate.
La donna, 54 anni, una vita specchiata divisa tra il lavoro nella tabaccheria del marito, i figli Giacomo e Agnese e la grande passione per la cucina, non aveva risvolti segreti da approfondire.
L’unica pista che pare possibile escludere con certezza sembra quella della rapina. L’incasso del giorno prima, circa quattromila euro, è stato ritrovato intatto, così come alcuni blister con dentro le monete.
I carabinieri del Comando provinciale, che conducono le indagini, non trascurano nessun particolare, anche il più insignificante, come il diverbio al bar con qualcuno.
L’esame delle telecamere della zona, al momento, non hanno fornito tante indicazioni. Ed è polemica sulla sicurezza: quello della tabaccaia è il terzo delitto nel giro di pochi mesi ad Asti, rimasta dallo scorso dicembre senza prefetto.
Proprio la mancanza nomina del sostituto di Pierluigi Faloni, trasferito sei mesi fa, si basa la denuncia depositata in procura nei confronti del ministro dell’Interno Angelino Alfano dal Movimento 5 Stelle. Che lamenta anche “l’insufficienza di mezzi e uomini tra le forze dell’ordine”.
Redazione
07/07/2015
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