Arriva un aiuto più grande per le famiglie con i redditi bassi per pagare le bollette. Nella manovra che sarà approvata a inizio della prossima settimana, il governo allargherà la platea dei beneficiari del bonus sociale. Sul tavolo ci sono ancora diverse ipotesi. La prima, di più immediata applicazione, è l’aumento della soglia Isee per ottenere lo sconto diretto in bolletta di circa il 30 per cento. Oggi questa riduzione spetta a chi ha un Isee massimo di 12 mila euro. Potrebbe essere portato fino a 15 mila euro.
L’attenzione massima è concentrata sui redditi bassi e sul caro bollette. E’ proprio intorno a questi due cardini che il governo lavora per ultimare la scelta dei provvedimenti che andranno a comporre la manovra.
Molte le misure sul piatto, dall’azzeramento dell’Iva sui beni primari alla ‘tregua fiscale’, dal taglio del cuneo al sostegno alla natalità. Nulla però è ancora definitivo, ripetono dal governo.
Queste ultime ore saranno però decisive. Mentre la premier Giorgia Meloni garantisce: arriveranno “importanti iniziative”. Il rush finale verso il traguardo di lunedì è scattato con il vertice di governo di ieri sera. “Ho riunito le forze di maggioranza e i ministri competenti per discutere dei provvedimenti da inserire” in manovra, spiega la presidente del consiglio sui social.
“Siamo al lavoro su una legge finanziaria attenta a famiglie e imprese, con particolare attenzione ai redditi bassi. Un provvedimento per fronteggiare il caro bollette e sostenere milioni di cittadini”. Su questo ha promesso di tenere la barra dritta il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti: la linea è quella della “prudenza”, ripete alle forze politiche, appellandosi al loro senso di responsabilità.
E’ praticamente certo il taglio del cuneo fiscale: il governo vuole “non solo finanziare” la misura anche per il 2023, “ma anche aumentarla – assicura Giorgetti – per i redditi più bassi dei lavoratori”. L’obiettivo indicato dal titolare del Tesoro è portare il taglio del cuneo a 3 punti, dagli attuali 2, che costano circa 3,5 miliardi (la spesa lieviterebbe così a circa 5 miliardi). Resta da capire come verrà ripartito il beneficio: il governo Draghi l’aveva destinato tutto ai lavoratori, questa volta la scelta politica sarebbe di dare una quota alle imprese, ma la quota non è ancora definita (Confindustria chiede due terzi ai lavoratori e un terzo alle imprese).
Il pacchetto di misure a favore della famiglia dovrebbe valere complessivamente un miliardo. Ma le critiche non mancano: i consumatori bollano il taglio dell’Iva su pasta, pane e latte come un “finto risparmio” e calcolano un beneficio di soli 22 euro l’anno a famiglia.
PENSIONI
La strada sembra spianata verso ‘quota 103’ (41 anni di contributi e 62 di età) come soluzione ponte per superare la Fornero, insieme alla proroga di Opzione donna e Ape sociale.
REDDITO DI CITTADINANZA
Cambierà, invece, il Reddito di cittadinanza: si punterebbe a risparmiare 1,5-1,8 miliardi togliendolo entro sei mesi agli ‘occupabili’ e limitandolo a chi risiede in Italia.