IL PRIMO GIORNALE ONLINE DI VENEZIA | ANNO XVIII

domenica 28 Aprile 2024
12.8 C
Venezia

data pubblicazione:

ultimo aggiornamento:

LEGGI ANCHE:

HOME PAGEEventiLettera aperta a Ilaria Cucchi e alla sua famiglia. Di Andreina Corso
Questa notizia si trova quiEventiLettera aperta a Ilaria Cucchi e alla sua famiglia. Di Andreina Corso

Lettera aperta a Ilaria Cucchi e alla sua famiglia. Di Andreina Corso

pubblicità

Ilaria, sorella di Antigone.
Lettera aperta a Ilaria Cucchi, nel giorno della morta della madre.

Cara Ilaria,
come vorrei che queste mie parole arrivassero a te, a essere lette dai tuoi occhi buoni. Come vorrei, adesso che la tua mamma ha trovato riposo nella morte, tu sapessi di tante persone, di un mondo che vi è stato vicino, di battiti di cuore che hanno pulsato con il tuo. Si tratta di persone indignate, che hanno sofferto con voi e che hanno pianto nell’ascolto dei fatti e delle vostre testimonianze disperate.
Fra quelle persone ci sono anch’io, che di anni ne ho settantacinque e che a letto, di sera, ascoltando Radio Radicale, ho seguito tutti i processi, che non mi sono persa una parola delle menzogne che pretendevano di sostituirsi alla verità. E in cuor mio vi stavo seduta accanto, mentre si svolgeva il racconto di miserabili bugie e astuzie per raggirare il corso degli eventi. E vi vedevo proprio, seduti nell’aula processuale, a soffrire, a gemere dalla rabbia. Mi dicevo, chissà se lo sanno Ilaria e i suoi, che esiste un orizzonte ‘altro’ dove l’animo umano si ribella alle ingiustizie, anche quando troppe realtà sembrano zittirti, come potrebbe zittirti un dittatore, uno spargitore di prepotenza e odio.

Addosso, vi hanno sparato in tanti, giornalisti e politici con le parole che non ripeto, proprio a te, che le conosci bene. E non ti voglio ferire a mia volta. Tua madre, il suo mettere la biancheria dentro una borsa per poi iniziare il suo pellegrinaggio verso l’ospedale insieme a tuo padre, o con te, sperando di poter vedere il figlio, di avere notizie sulla sua salute. Ancora negazioni, bugie, pesci in faccia che scarnificano il cuore e ti fanno tornare a casa, a fatica: già si capiva che da quell’ospedale Stefano non sarebbe uscito vivo.
La tua mamma è morta, ma ha fatto in tempo a conoscere la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato per omicidio preterintenzionale i carabinieri responsabili di quei fatti atroci.
M’interrogo sul silenzio della cosiddetta società civile.

Quando ti penso, so che non ti dispiacerà sentirmi dire che in te riconosco Antigone, nella sua ricerca di giustizia per dare degna sepoltura al fratello Polinice, che Creonte, re di Tebe voleva fosse lasciato in pasto ad avvoltoi e cani. Così, come lei ha sorretto il padre cieco Edipo, nel suo lungo vagare impervio, tu sei stata accanto ai tuoi genitori, ai tuoi figli, hai lottato, sostenuta da quell’avvocato che ha difeso appassionatamente, Stefano.

Così, cara Ilaria, sorella di Antigone hai dato un contributo di civiltà enorme, generoso, nobile in questo difficile Paese, dove insieme a numerose persone attente, responsabili e sensibili, vi sono gli ignavi, gli indifferenti, purtroppo. E poi ci sono gli invisibili come me, che ascoltando la radio di sera, rabbrividendo di rabbia per alcune, troppe testimonianze indecenti e false, si sono sentiti partecipi a tutto tondo del dolore tuo e della tua famiglia.

Te lo scrivo oggi che tua madre vi ha lasciato tenendovi però ben stretti a lei, perché ti, vi arrivi l’abbraccio di quegli invisibili che vi sono sempre stati accanto. Mi rimane l’immagine del gesto di tua madre nel riporre in una borsa gli indumenti per suo figlio. E m’invade quella commozione infinita e grata che mi ha spinto a scriverti.

Andreina Corso

LEGGI TUTTO >>

RIPRODUZIONE VIETATA. SONO VIETATI ANCHE LA RIPRODUZIONE PARZIALE DI TITOLI, TESTI E FOTO ATTRAVERSO SISTEMI AUTOMATICI (CD AGGREGATORI) SU ALTRI SITI

26 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Chiarisco subito: mi onoro dell’amicizia di Andreina Corso, sulla cui umanità nessuno, che io sappia, ha mai dubitato. Essere “umani” contempla di certo anche una qualche forma di “ingenuità”, nel senso di genuinità e, insieme, una certa dose di sprovvedutezza. Vista l’innegabile complessità della Realtà (erre maiuscola nell’umano e inutile sforzo di ricomprenderla davvero Tutta), se siamo minimamente umili, non potremo che essere costretti ad ammettere, pur a fatica, che siamo tutti quanti, inevitabilmnte, un poco “ingenui” e “sprovveduti”. Da qui ci dovrebbe derivare una certa prudenza nell’esprimere con forza e veemenza, a volte forse un po’ eccessive, le nostre (tutte) legittime posizioni. Premesso ciò, caro Lettore Disgustato, confesso di aver provato anch’io certe perplessità, forse persino simile alle Sue, tuttavia riconosco che vi son stati anche dei riconoscimenti precisi e Ufficiali (legali) delle pesanti ingiustizie subite dal cittadino Stefano Cucchi, il quale non penso che, per il semplice fatto di essere stato così fragile da ricorrere alla droga, doveva essere stato letteralmente ammazzato di botte, non Le pare? Le sentenze, in tal senso pronunciate, hanno ormai fatto storia. Se la sorella, la cittadina Ilaria Cucchi, ne abbia approfittato per “farsi eleggere” (non certo con la stessa violenza fatta subire al fratello), con i noti vantaggi che ne conseguono, per me è semmai un problema della sua coscienza. Di certo, TUTTI coloro i quali SONO STATI “TOCCATI” da un’ingiustizia, variamente declinata, diventano SENSIBILI nei confronti ti un tale tipo di ingiustizia, forse persino verso tutte. In tal senso, Ilaria Cucchi potrebbe svolgere un buon lavoro, istituzionalmente parlando. La pagheranno bene quale ricompensa per i suoi attuali compiti? Troppo? Ma questo è tuttalpiù un noto, annoso e irrisolto scandalo che riguarda i parlamentari italiani d’ogni colore politico, anzi, partitico. Noi comuni cittadini siamo forse invidiosi per questo? Manca pure a noi una poltrona vellutata e l’aria della buvette romana coi menù a prezzi calmierati? Ebbene, farsi ammazzare di botte un fratello da coloro i quali erano tuttalpiù preposti a custodirlo, e cercare di far luce con testardaggine sui fatti, altrimenti destinati al dimenticatoio, appare ora e per il futuro un’opzione possibile. Invece di dar sfogo alla nostra livorosa invidia, prendiamo dunque esempio. Molti auguri!

    • Ma benvenga, certo, essere rappresentante della corrente di minoranza “versi rossi e sinistri”, nel partito di minoranza “progressista” non le darà grandi possibilità di fare il miracolo, però, magari fosse vero.
      Attendo con trepidazione la notizia dell’apparizione della santa in qualche sit in a difesa del personale militare ammalatosi per munizionamento radioattivo.
      Ci conto (i giorni) eh!?

  2. Non so davvero da dove cominciare, molte delle parole scritte mi hanno amareggiata e anche intimidita, ma ancor più m’interrogo sul perché e come comunichiamo tra esseri umani. Nel giorno della morte della mamma di Ilaria, la chiamo così per empatia, non la conosco, se non da ciò che tutti abbiamo letto e sentito in merito alla tragica morte del fratello Stefano. Ancora non mi spiego perché siamo arrivati a un punto di diffidenza che non ci permette di dialogare serenamente. Che cosa mi ha spinta a scrivere a Ilaria: forse perché, per età, potrei esserle madre? Forse perché volevo farla sentire meno sola, quel giorno? Direte, una bella presunzione, però il mio cuore spingeva sulle ragioni dello scrivere, a lei, proprio a lei, così ferita dalla vita. E’ scritto nel Talmud di Babilonia: “Chi salva una vita salva il mondo intero”. Se pensiamo a tutte le sofferenze, le ingiustizie che l’umanità ha patito, sta patendo e patirà, avvertiamo la sensazione di sconfitta rispetto a ciò che vorremmo accadesse: la giustizia per tutti, un mondo libero e liberato dalle guerre e dall’odio, il rispetto della dignità umana. La famiglia Cucchi non è riuscita a salvare Stefano in vita, ma la forza dell’amore ha spinto Ilaria a dare tutta se stessa nella ricerca della verità, unico irrinunciabile conforto in questa vicenda dolorosa. Mi spiace di aver provocato sentimenti tanto forti e simbolicamente legati a un malessere, una sfiducia, rivelatrici della necessità di parlarci, confrontarci e capirsi. Vi ringrazio in ogni caso per i vostri scritti e per avermi dato modo di comprendere che c’è sempre un tempo per la distensione.
    Andreina Corso

  3. Siamo in Italia, dove qualche persona che ha subito torti ed ingiustizie, ma con gli appoggi giusti, riesci a valorizzare quanto subito. Parlo di una Cucchi a cui hanno ammazzato il fratello drogato e che ora è senatrice, parlo di una Segre che è stata deportata nei campi di concentramento e che ora è senatrice e politica, parlo di una Solesin che è stata ammazzata perchè era a divertirsi nel momento sbagliato e nel posto sbagliato e a cui hanno dedicato un ponte.
    Ma perchè dimentichiamo tutti gli altri? Un esempio su tutti. Grandi feste per i partigiani e grandi commemorazioni per ricordare olocausti e genocidi. Ma come fate ad osannare i partigiani? Avete dimenticato i loro crimini? Hanno ucciso la figlia di un fascista (ma allora chi non lo era anche solo per paura?) allora poco più che bambina. E questo per conoscenza diretta. Sarebbe tanto bello un esame di coscienza e smetterla di essere un paese di Sepolcri Imbiancati.
    Ed ora immagino la valanga di cacca che arriverà come commenti. Ma come diceva Totò: “L’ignoranza è una patologia che colpisce molte persone. I sintomi sono: la cattiveria, la presunzione, l’invidia e la cattiva educazione.”

  4. Di questa tragedia sono stati versati fiumi d’inchiostro ,le versioni innumerevoli dei fatti hanno avuto il solo scopo di far confusione nell’opinione della gente ….e di istigare odio verso le forze dell’ordine di cui la maggioranza fa il proprio lavoro con sacrificio e dedizione ….e in molti casi ci rimettono anche la vita ….purtroppo anche tra di loro vi sono delle mele marce …
    Ha avuto coraggio Ilaria Cucchi a voler cercare giustizia e verità e alla fine l’ha trovata ……quello che mi disgusta è che queste tragedie vengono sfruttate dai partiti per racimolare voti , per dividere la gente e per creare climi di odio …..dividi et impera dicevano i romani ….

  5. A quanto pare la neosenatrice Ilaria Cucchi solletica la binarietà tipica italiana stile Montecchi Capuleti nella nuova edizione 4.0 “Corporativismo vs Associativismo”.
    Non mi stupisce più di tanto, quello che però trovo leggermente buffo è la foga con cui gli associativi si associano nello strepito.
    Ora, sia chiaro, la famiglia Cucchi ha subito più di un’ingiustizia, ma il motivo per cui queste devono essere motivo di elezione al senato, sfugge. Altrimenti, con la stessa logica, chi ha patito
    per malasanità, ha subito una condanna ingiusta, è stato ingiustamente tassato, ecc.. ecc., dovrebbero riempire i vellutati scranni delle due camere. Poichè, per recenti stime i “gravemente danneggiati dalle istituzioni” sono circa mezzo milione
    urge comprare nuove poltrone.
    Perchè tutti questi? A detta degli associativi di cui sotto, la Cucchi mai fece politica…volontariamente si immolò ad alto stipendio. Ne consegue un diritto quasi divino ad appiattir velluto, ma tale diritto dovrebbe
    esser riconosciuto anche a chi, trasfuso, prese l’Aids.
    Evabbè…pudende italiche, anzi non solo italiche, occidentali. Ad osservar è d’uopo che tale foga di auto scandalizzazione colpì l’occidente in occasione dello scellerato Green Pass. Anche lì, il draghiano richiamo
    “chi non si vaccina, contagia” conseguì in sanguinosi attacchi ai “no green pass” e furono anche allor strepitii di penna giornalistica (bipartisan), sbatter di tastiere leonesche ed alti acuti di intellighenzie pugnanti talento.
    Poi tutto sbattè in un “eh ma il vaccino serba dalla malattia grave….e basta” e un “ma noi non abbiamo mai verificato se il vaccino fermava il contagio ahahahhahahahah” e tutto fu soavità e fardiniente.
    Ma lo scadalizzante scandalizzato è nell’animo dell’italiano medio, pronto alla lacrima ed alla tastiera focosa a difesa dei santini laici e della lotta ai diritti. Certo stì diritti sono passati dal
    sacrosanto stare e non stare con chi ti pare al “sono un tricheco e tu non puoi dire che non lo sono”, ma questo allo scandalizzato di professione non tange, poichè, oggi è la maniera e non la forma a fare da padrone.
    Quindi,in effetti, di che stupirsi…c’è gente che butta giù le statue di Colombo, noi ci abbiamo le Cucchi ed una stanza della camera a Giuliani….e tutto è l’aspetto cangiante dello stesso oggetto.

    • Si è eletti al Senato quando la gente ti vota. Si candidi lei la prossima volta e vediamo. Non serve il suo scrivere forbito per rendere le cose più convincenti. La verità è semplice di per sè, citando Sciascia: un uomo è massacrato in una caserma di carabinieri, processi, appelli, sospetti e assoluzioni, alla fine qualcuno parla per dire quanto tanti avevano già capito: botte da orbi, depistaggi vergognosi, verbali taroccati e minacce. La verità è semplice e alla fine qualche volta emerge. Ma ha bisogno di qualcuno che si faccia avanti, che non abbia paura, che ci creda. Questa è la famiglia di Stefano Cucchi. Dell’elezione parlino e si occupino i meschini.

      • Quindi Enrico certifica che si trattò di candidatura volontaria nelle lista dei verdi rossi ma sinistri, e non santo immolarsi, interessante pèrò tocca cambiare i santini.
        Poi Enrico, sia mai detto che l’elezione Cucchi fu oggetto di inganno o truffa, la gente la votò in seggio uninominale addirittura, dubito che voterebbe chi propone lo slogan “prima chi ha voglia di lavorare” ed il conseguente.
        Anzi le mie osservazioni erano proprio dirette sui votanti! Bene ha fatto la Cucchi e godersi per i prossimi anni lauta pensione e 5 zeri in busta paga!!
        Nè nessuno nega quello che successe al fratello, fu tragedia e scorno istituzionale, ma, ripeto,la Cucchi non è la santa immolatrice per tutti, centinaia sono i tartassati, i morti per proiettili radioattivi, gli invalidi dimenticati…ma l’ho già scritto…dimentico che siamo su internette e a noi che resta.?..l’Enrico furioso del “e allora le foibe….”, vabbè.
        AH grazie per i forbito, ma resta uno strafalcione sul plurale.

  6. Bene! E adesso che vi siete sfogati tutti contro di me come vi sentire? Meglio? Branco di creduloni! O forse dovrei direr che vi siete lavati la vostra disgutosa coscienza.
    Detto questo, ora capisco che schifo di paese è questo

  7. Ma solo io vedo che la Cucchi ha sapientemente sfruttato la morte del fratello per rendersi visibile e mediatica e farsi eleggere come senatrice? Io ho provato vergogna, altro che commozione!

    • Trovo davvero singolare che la tragedia di una famiglia sia ridotta ad un “sapientemente sfruttato” con il fine di un’elezione al Senato. È più opportuno capovolgere la questione: al Senato è bene che vadano donne coraggiose come lei che hanno subito una violenza e hanno lottato perché fosse riconosciuta.

    • Legittimo che ciascuno senta che crede, nel suo sentire non so se sia solo o in compagnia. La polemica e la diffidenza sono la cifra di questo nostro mondo è traspaiono dal suo commento. Giusto tuttavia non respingerlo ma accoglierlo come osservazione critica.

      Da parte mia credo che Ilaria Cucchi abbia investito anni della sua vita a svelare e far emergere una verità ostinatamente negata dagli apparati dello Stato, che mi rifiuto di sentire come altro da me. Molti degli eletti sono politici di lungo corso, professionisti della politica con regole e dinamiche consolidate, spesso incomprensibili ai cittadini, la tenacia dimostrata da Ilaria in una battaglia civica e sociale che ci riguarda tutti e il suo essere estranea e irregolare può essere l’occasione per far cambiare l’aria nei palazzi della politica.

      Sospendiamo il giudizio, prima di giudicare e accusare di opportunismo aspettiamo di vedere se la sua è solo una icona o se invece saprà far sentire la sua presenza partecipando fattivamente anche solo con una opposizione utile.

      Grazie per aver portato un punto di vista diverso che offre lo spunto per confrontarsi.

    • Magari è lei che ha ordinato il pestaggio e la morte del fratello per diventare senatrice. Tutto è possibile sai, come è stato possibile leggere il tuo commento. Ma perché non lo cancelli? Sei ancora in tempo per non disgustare altri lettori. Buona giornata.

    • Certo che bisogna essere di animo nero inchiostro per riuscire a leggere, in un dramma umano di tale portata, una manovra così lucida, fredda e cinica. Passare anni di sofferenza e dolore che dilania una famiglia intera, intraprendere una fatica immane contro un sistema che tenta in ogni modo di garantire la protezione ai propri componenti, attraversare la mostruosità dell’odio che i frustrati benpensanti hanno scaricato su lei e la sua famiglia, la lotta di anni contro un muro che sembrava di gomma ed invece si è sbriciolato grazie a chi ha avuto il coraggio di non reggere la menzogna del sistema ed essere giusto e degno della divisa che porta , vale bene un posto in Senato. Probabilmente chi scrive sotto un pseudonimo anonimo è qualcuno che, oltre ad essere privo di senso civico e rispetto della giustizia, pecca profondamente di sensibilità e umanità . Personalmente spiace sapere che esistono persone rose da tanta malignità che certamente non rendono la loro vita rosea ma soprattutto possono avere effetti nefasti sul prossimo. Ringrazio invece Andreina che come sempre ha saputo parlare anche per chi non sa usare le parole come lei, esprimendo il sentire di moltissimi, ed averlo fatto con la delicatezza e la sensibilità che sempre la distinguono.

    • Andreina ti rinnovo se mai ce ne fosse bisogno…la mia stima e la mia ammirazione per te.
      Rispondo al Lettore disgustato: lei dice di essere il solo a vedere “chiaro” , io dico menomale perché solo una persona che si sente sola e con uno sguardo che distorce la realtà può mal interpretarla.
      Laddove c’è forza caparbietà desiderio di giustizia nel rivendicare il diritto di ciascuno di noi di essere tutelati dalle istituzioni, lei vede soltanto desiderio di apparire mediaticamente. Non ha Visto lo sguardo di Ilaria e dei suoi genitori, non ha sentito con lei il bisogno di superare tutta la drammaticità e lottare duramente per la verità.
      Come fa a pensare che Ilaria abbia SFRUTTATO la morte di suo fratello.?
      Dal dizionario leggo:SFRUTTARE = ricavare da un bene il maggior utile possibile. Le sembra questa la motivazione che ha spinto Ilaria ad entrare al Senato? O forse non è stata un’opportunità per continuare a combattere per I diritti di tutti? Io sono molto orgogliosadi avere una senatrice così…ce ne vorrebbero tante di così appassionate/i ed oneste.
      Mi dispiace per lei Signor Lettore disgustato, un cuore indurito e una vista appannata possono rendere la vita più dura.

  8. Grazie Andreina
    Nelle tue parole e nella tua commozione mi sono ritrovata
    E mi sono venuti in mente i genitori di Giulio Regeni
    A cui auguro la stessa forza di resistere di Ilaria e di sua mamma e anche lo stesso -seppur triste- conforto di una giustizia alla fine ottenuta

  9. Bellissima veramente questa testimonianza di partecipazione.
    Sentita in ogni sua parola, la lettera di Andreina Corso mi emoziona per quel gran sentimento di empatia espresso Se riuscirà ad arrivare nelle mani di Ilaria non potrà che portarle un immenso conforto.

    Grazie

Notizia interessante? Scrivi cosa ne pensi...

Scrivi qui la tua opinione
Il tuo nome o uno pseudonimo

notizie che hanno interessato i lettori

spot_img