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L’addio alla Fiaschetteria Toscana di San Giovanni Grisostomo… e la nostra sindrome

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L'addio alla Fiaschetteria Toscana di San Giovanni Grisostomo... e la nostra sindrome

Il primo ricordo di chi scrive risale agli anni ’70, quando magari per mangiare a casa con qualche amico senza pensarci tanto, si andava lì a prendere una vaschetta di lasagne e qualche polpetta. Una volta, infatti, era tutto piano terra: bar a destra e banco rosticceria a sinistra, con le loro mozzarelle in carrozza uniche a poter competere con quelle di “Gislon”.

Poi, con l’andare del tempo, negli anni ’80 il locale si è adeguato ai tempi ed è diventato ristorante. “Vero”, non “di facciata”, in quanto i residenti (all’epoca numerosi) amavano considerarlo punto di riferimento in questo senso, al pari di un’altra mezza dozzina in città o di un paio di Burano. Soprattutto al primo piano ricordo un paio di matrimoni, un battesimo, una cresima… una volta usava…

Ora si ripropone quella sindrome che sempre di più ultimamente colpisce chi è nato a Venezia, a causa di “progresso” e globalizzazione: quel colpo di spugna che cancellerà in maniera selettiva quella parte dei ricordi legati all’ambiente, alla zona, al periodo in questione. A chi vuoi tramandare esperienze soggettive del genere, con chi se ne può parlare? Se finisce la condivisione prima o poi finisce anche il ricordo stesso, e sarà come se un fatto non sia mai avvenuto. Si tratta della stessa sindrome che tra pochi mesi ci farà dimenticare le scarpe di Marinello, la scuola che frequentavamo oggi albergo, i luoghi di aggregazione, se non addirittura la nostra casa…

Il lungo preambolo di cui mi scuseranno i lettori, causato da una struggente nostalgia per la “Città che era…”, solo per introdurre le poche righe che segnano l’addio alla “Fiaschetteria Toscana” di San Giovanni Grisostomo. Addio che coincide con l’arrivo del nuovo “Burger King”.

Hamburger, patatine fritte, ketchup… repertorio classico per gli amanti del fast food, in linea con la percezione incalzante del tempo dei visitatori mordi e fuggi che sbarcano con un occhio ai monumenti e l’altro al portafoglio.

L’alternativa alla famiglia Busato è in linea con le esigenze commerciali dei tempi attuali e con i tempi veloci per la consumazione del pasto. Caratteristiche che ben si sposano con la nevrotica liberalizzazione attuale di regole e licenze.

Paolo Pradolin

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5 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Se ha chiuso la colpa è dei veneziani che non ci andavano più a spendere i skei.
    Non si tiene aperta un azienda per la gloria…
    Viceversa ai turisti sempre più pezzenti che vengono attirati a Venezia dai bassi costi di b/b e trasporti low cost il Burger King è la giusta meta di chi ambisce a nutrirsi senza aver alcuna cultura del mangiare.

  2. Ciao Paolo. Immagino che tu faccia riferimento alla Poerio che e’ anche stata la mia scuola. Direi che il valore simbolico puo’ essere anche maggiore qui che non nel caso della Fiaschetteria ( su cui condivido la tua amarezza). Non possiamo bloccare ( forse) questa vendita ma di sicuro possiamo come ex alunni far sentire ka nostra voce. Cosa ne pensi? Ciao. ANDREA

    • senz’altro… la penso come te e partecipo quando posso alle iniziative di gruppi e associazioni che scendono in strada (in calle) per le stesse ragioni… allo stesso tempo però purtroppo mi porto addosso il senso di sconforto che deriva dal sentirsi accerchiati dalla potenza delle possibilità economiche come unica via a segnare la strada … per questo temo che la Poerio non sarà l’unica, altre scuole cambieranno, è solo questione di tempo, oppure l’ex “La Vida” (tanto per fare due esempi di questi giorni) non sarà un caso isolato, altri momenti di aggregazione sociale saranno estirpati, i locali (ma anche i magazzini) diventeranno bar, gli appartamenti affittacamere … spero di sbagliarmi, non ne sarei mai stato più felice…
      Paolo

      • Scusate l’intromissione,
        il processo è già iniziato da molto, purtroppo non ti sbagli, almeno qui a Venezia città. Nella mia fondamenta, dall’inizio alla fine, sono sorti decine di bacari dipinti come tali ma a cui manca la caratteristica del vero e originale bacaro veneziano.
        Le case vengono acquistate dagli stessi veneziani per poi affittarle.
        Per concludere tra spritz e BigMac non rimarrà molto dei nostri ricordi.

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