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La verità  sulla Strage di Bologna?

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[02/08] La strage di Bologna è sempre stata considerata una strage di matrice fascista. Ma la verità , è quella propinataci da un nucleo di magistrati che ama la politica più del loro mestiere?
Quale occasione migliore si poteva presentare a chi adoprò, e adopra oggigiorno l’arma tagliente della “giustizia” laddove non arriva la politica?

Ma venendo ai fatti, all’indomani della strage le indagini percorsero subito la pista nera che portarono alla condanna di Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e di recente Luigi Ciavardini, tutti e tre legati al gruppo terroristico di estrema destra dei NAR. Ma a quella condanna Fioravanti e la Mambro, che pure confessarono tutti gli altri loro delitti si sono sempre ribellati: “Non siamo stati noi”. E spiegano: “Negli archivi giudiziari c’è scritto che eravamo a Bologna per uccidere anziani, donne e bambini. Ci hanno condannato alcuni magistrati in un clima di distrazione generale. Ci ha condannato buona parte della stampa, che si è ricordata del garantismo solo con il caso di Sofri, Bompressi, Pietrostefani. Ci hanno condannato molti grandi pensatori di questo Paese che arrivano ad esprimere dubbi sull’operato della polizia solo quando si tratta di difendere i loro amici più intimi. Ma come dicevamo all’inizio, sono stati solo alcuni giudici che ci hanno condannato, alcuni poliziotti che ci hanno incastrato, alcuni giornalisti che hanno ricopiato troppo fedelmente le veline delle Procure. La verità  non è quella scritta sulle carte!”. Negli anni scorsi a pensarla in questo modo, non sono stati personaggi di centro o di destra, ma paradossalmente di sinistra. Luigi Cipriani, deputato di Democrazia Proletaria, un partito collocato a sinistra del PCI, nel lontano 1990 affermava: “Signor presidente, da quella lapide dobbiamo togliere le parole Strage Fascista, perché ciò è riduttivo e fa parte del depistaggio operato sulla strage di Bologna, diversa dalle altre stragi e che ha molto più a che fare con Ustica e con i rapporti tra Italia, Francia, Stati Uniti, i servizi occidentali e le strutture segrete. Dire che sono stati Fioravanti e compagni è stato un depistaggio: su quella lapide bisogna scrivere Strage di Stato”.

Sempre a sinistra Ersilia Salvato di Rifondazione Comunista e Luigi Manconi dei Verdi aderirono al celebre comitato “E se fossero innocenti?”, composto in maggioranza da persone lontane dalla destra. Anche Sandro Curzi, ex-direttore di Liberazione, quotidiano di Rifondazione Comunista si espresse a favore dell’innocenza di Mambro e Fioravanti e così pure Andrea Colombo, penna prestigiosa del Manifesto, che in occasione del 25° anniversario della Strage, così polemizzava contro una parte della sinistra bolognese: “C’è da chiedersi se, prima di indignarsi, il Prc emiliano si sia preso la briga di consultare gli atti processuali che hanno portato alle condanne dei Nar ”.

Allo stesso modo Rossana Rossanda, nome storico del quotidiano comunista, ha sempre ribadito le proprie convinzioni innocentiste, mentre Alessandro Mantovani, giornalista anche lui del Manifesto, ha bollato il processo per la Strage di Bologna come viziato da un assai discutibile teorema giudiziario. Anche importanti quotidiani come Il Corriere della Sera o L’Unità , hanno espresso osservazioni critiche in ordine alle sentenze di condanna di Fioravanti ed altri. Paolo Mieli, ad esempio, scrisse parole inequivocabili sulla vicenda: “Non ho dubbi: quel processo è da rifare e se contro i due terroristi dei Nar non verranno fuori le prove convincenti che fin qui non sono emerse dovremmo avere, tutti, l’onestà  intellettuale di chiedere a gran voce che il marchio dell’infamia (limitatamente a quel che riguarda Bologna) venga tolto dalla fronte di Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Ripeto: tutti”. Giovanni Pellegrino, parlamentare dei DS, nonché ex Presidente della Commissione Stragi, ha espresso un giudizio lapidario sull’operato dei giudici bolognesi: “E’ una sentenza appesa nel vuoto”. Se la strage di Bologna non è figlia del terrorismo nero, dove cercare la verità ? Tutti gli indizi porterebbero alla pista palestinese in “combutta” con il terrorismo rosso tedesco.

Tesi confermata anche da molti personaggi di spicco tra cui l’ex Presidente Francesco Cossiga e il giudice istruttore di alcuni dei più importanti processi della storia giudiziaria italiana Rosario Priore. Certo è che se magari prima o poi emergerà  qualche nuova verità  scomoda sulla strage di Bologna, la sinistra che oggi celebra questo triste evento come il summa delle atrocità  neofasciste degli anni di piombo, dovrà  rivedere le su posizioni. Quale che sia la verità , spetterà  alla magistratura scoprirlo. Per adesso, ricordiamo quei morti innocenti, che si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Gianni Toffali Verona

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