Sono passati 400 giorni dal suo arresto per lo scandalo Mose, e la strada giudiziaria procede per il percorso che tutti conoscono.
Renato Chisso ha ottenuto l’assegno vitalizio da 80 mila euro l’anno intanto, e contemporaneamente il trattamento di fine rapporto da ulteriori 70 mila (lordi).
Renato Chisso a novembre, dopo un lungo periodo trascorso in cella, aveva deciso di patteggiare due anni e sei mesi per corruzione, più ulteriori venti giorni per abuso d’ufficio, tanto da essere tuttora in regime di detenzione domiciliare.
L’ex assessore alle Infrastrutture del Veneto alla Regione del Veneto per 14 anni di fila non subisce però quella sentenza in via definitiva, visto che è in calendario per il prossimo 23 luglio il ricorso per Cassazione.
E siccome un accusato non è colpevole fino all’ultimo grado di giudizio, ecco che il consiglio regionale aderisce alla richiesta dell’ex assessore di liquidare le somme dovute.
Viene detto che solo dopo che il verdetto passi in giudicato, potrebbe scattare la legge regionale che esclude l’erogazione del vitalizio per i condannati per delitti contro la pubblica amministrazione, ma ci sono troppi dubbi interpretativi per credere applicato quel principio in automatico.
Monica Manin
09/07/2015
Riproduzione vietata