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La politica del male, il male della politica

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[21/11] La politica del male è il male della politica: in questo assunto racchiuderei l’essenza di una “patologia” oramai conclamata della politica.

Un virus che si è insinuato da tempo, e che sottende alle logiche di contrapposizione e di demolizione sistematica della persona, dell’individuo, prima ancora di ciò che politicamente rappresenta.

Una logica aberrante che fa leva, alimenta e coltiva solo i peggiori sentimenti, oggi diffusi verso “la Politica”, contribuendo ad allontanarla sempre più dalla società  civile. Una logica in cui la persona, la sua famiglia, la sua condotta di vita non contano nulla, dove le parole serietà  e correttezza, onestà  e sobrietà , valori che solo il tempo e l'esempio rendono concreti e riferibili ai singoli, possono svanire in un istante; e ciò non in seguito a concreti comportamenti, che tali valori disattendono, ma per un semplice pettegolezzo, quando non proprio una falsità  costruita ad arte, esposta mediaticamente e mediaticamente sfruttata, dove il fine è lo scoop fine a se stesso.

Lo scoop come arma di demolizione del proprio avversario politico.
È così che una necessaria e anche dura dialettica politica ha finito per trasferirsi dalle sedi deputate ed istituzionali, alle prime pagine dei giornali o all’informazione televisiva e, cosa di una gravità  assoluta, ciò sta avvenendo per scelta di alcuni soggetti politici i quali, incapaci e privi di una propria linea politica alternativa, su fatti e cose concrete, decidono in questo modo, e senza neppure rendersene conto, di delegare e poi farsi espropriare dai mass media l'azione politica che il voto ha loro riconosciuto. Non conta più ciò che si è realizzato concretamente, e i fatti riferibili a singole questioni, conta solo ed esclusivamente quanto passa attraverso i media, al punto che è più importante ed utile annunciare che fare.

L’attacco “disgustoso, inqualificabile e molto grave” avvenuto in Provincia in occasione del Consiglio di martedì scorso (ma meglio sarebbe dire “dietro le quinte del Consiglio” essendo la cosa divenuta di dominio pubblico solo grazie ad una casualità  e alla conseguente dura presa di posizione della presidente della Provincia), è l'ultimo, ma non ultimo, episodio di imbarbarimento dell'agone politico, nel senso della oramai inarrestabile deriva che l'azione politica del PD ha abbracciato anche a livello locale.

Ciò che appare assolutamente inaccettabile di questa vicenda è l'assoluta malafede di chi, nella logica di demonizzazione dell'avversario, ha dimostrato di essere disposto a tutto, di non fermarsi davanti a nulla e, pur potendo seguire uno dei numerosi percorsi istituzionali per chiedere chiarimenti e stigmatizzare pubblicamente eventuali abusi, ha deciso, ripeto, scientemente, di seguire la strada dello scoop, la strada della visibilità  personale e dell'arrivismo, per il cui obiettivo la distruzione di una persona, della sua famiglia e dei rapporti sociali, NON contano nulla o, peggio, sono un elemento sacrificabile.

Siamo “arrivati al fondo”, più in basso non si può scendere.

E’ giunto, quindi, il momento per una “certa politica” di fermarsi, di fare un passo indietro, tornare tra la gente e promuovere un’azione di rigenerazione, che passa, in primis, dal riconoscimento istituzionale, personale ed umano del proprio avversario politico, dal rispetto dello stesso e dal ritorno dell'agone politico ai luoghi deputati, nella presa di coscienza che chi sparge fango raccoglie solo fango.

È in gioco la dignità  stessa della politica e la capacità  di rapportarsi al territorio ed alla gente; il tutto nella precondizione di riconoscimento di pari dignità , rispettabilità  e ruolo del proprio avversario politico, seppure nei necessari distinguo di programmi ed azione, unica terra di confronto e di differenziazione.

Le forze politiche di maggioranza in seno al Consiglio Provinciale, nello stigmatizzare e condannare quanto avvenuto e nel necessario tentativo di restituire dignità  alla politica ed evitare l'evidente declino ed esproprio delle sue prerogative, rifiuta e respinge al mittente la logica della demonizzazione dell'avversario, dell'attacco e della denigrazione personale e gratuita attraverso l’uso cosciente della menzogna, propria del vecchio Partito Comunista Italiano, prima, e delle sue declinazioni, post muro di Berlino, poi.

I capigruppo di Maggioranza in Consiglio Provinciale

– Gianmarco Corlianò – Popolo della Libertà 
– Camillo Paludetto – Liga Veneta-Lega Nord
– Michele Fornasier – Lista Civica Zaccariotto

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