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La frana di Ischia: un’ora di fine del mondo

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La frana di Ischia riporta con sé i parametri del dramma a partire da un dato, il più terribile: una manciata di minuti e la tragedia era compiuta.
Con un rumore sordo la frana è scesa dalla montagna ed ha travolto tutto: alle 5 di ieri mattina già una decina di furgoni, auto e motorini galleggiavano al porto di Casamicciola.
La costa da azzurra si è colorata di un sinistro color marrone a causa dei detriti portati giù dalla montagna.
I mezzi sono stati trascinati giù come fossero pezzi di carta. La furia ha distrutto tutto quello che incontrava sulla sua strada: case, pali della luce, segnaletica stradale. Tutto poi finito in acqua. Altre auto hanno finito la loro corsa contro case e negozi.
I luoghi dell’epicentro della tragedia sono piazza Maio e piazza Bagni, gli stessi che nel 2017 furono investiti dalla furia del terremoto. Qui i caseggiati sono stati letteralmente travolti e inghiottiti dalla frana.

LA FRANA DI ISCHIA: LA CRONACA


Da ore piove in maniera incessante sul monte Epomeo, a ridosso di Casamicciola, uno dei sei comuni in cui si divide l’isola nota per le sue sorgenti termali.
Improvvisamente, con un rombo sinistro e silenzioso, si apre uno squarcio nella montagna.

Gli alberi cominciano a venire giù come fuscelli. La terra si mischia all’acqua generando una colata di fango che travolge tutto quello che incontra sulla strada.
Finiscono a mare, che si colora di marrone, auto e minibus in sosta.

A valle rotolano anche enormi massi. Piazza Anna De Felice, ribattezzata così in omaggio alla 15enne che perse la vita nella frana del 2009, si riempie di detriti.
Le prime immagini girate con i telefonini sono di distruzione. Allagato il lungomare.

Il bilancio a fine giornata è terribile: una donna morta, undici dispersi e tredici feriti.
Nel bollettino vanno contate anche dieci persone ancora isolate senza acqua e luce e 150 famiglie sfollate.
“Molti -spiega il prefetto di Napoli Claudio Palomba- però non vogliono lasciare le loro case”.

I SOCCORSI IN MEZZO ALLA TEMPESTA


La macchina dei soccorsi si mette in moto, è subito chiaro il dramma della portata della frana, si capisce che ci sono vittime. Ma a rallentare i soccorsi ci si mettono il mare in tempesta e le forti raffiche di vento che impediscono agli elicotteri di levarsi in volo.

Il pensiero corre subito ai precedenti sull’isola: alla frana del 2006 sul monte Vezzi, ma soprattutto a quella del 10 novembre 2009, sempre a Casamicciola, quando un costone staccatosi dal monte Epomeo – allora come oggi – costò la vita alla piccola Anna. Da ultimo, cinque anni fa, il terremoto che causò due vittime tra Casamicciola e Lacco Ameno.

Cominciano a circolare voci sui dispersi: tra loro una intera famiglia composta da marito, moglie, un neonato di pochi mesi e una 25enne. Per fortuna saranno ritrovati in buone condizioni di lì a poco. E in serata si accende la speranza che sia stata trovata sana e salva anche un’altra famiglia di tre persone. Fanno il giro del web le immagini dei vigili del fuoco che portano in salvo un uomo sommerso fino al petto dal fango e che si è salvato aggrappandosi a un palo di ferro. Una decina gli immobili crollati.
Qualcuno sostiene che la frana sia partita da un grosso masso di tufo in bilico lì da sempre.

UN DESTINO CHE COLPISCE ANCORA


L’ennesima catastrofe naturale piomba in un Paese che conferma la sua fragilità e che ha visto un 2022 segnato da cataclismi naturali.
La valanga sulla Marmolada è stata la tragedia del luglio scorso, poi la frana in Val Ferret, il terremoto e l’alluvione che hanno colpito le Marche nelle scorse settimane.

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La discussione è aperta: una persona ha già commentato

  1. Un altra tragedia dopo quella del 2009 in 13 anni nulla è stato fatto ….troppe le case , troppi gli abusi hanno portato a queste disgrazie con vittime ,ai cui parenti porgo le mie condoglianze .
    Bisogna agire e mettere in atto politiche preventive per i dissesti idrogeologici …purtroppo fin ora abbiamo solo pianto vittime e ricostruito con pochi rimedi per evitare ulteriori disastri

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