Beppe Marotta annuncia una festa sobria: poche bollicine, non è finita: «Dopo il fischio finale si penserà al Real Madrid, niente feste».
E’ una conquista anomala: questo scudetto viene festeggiato dalla Juventus nella maniera più tranquilla che la storia ricordi. E poi tutti in ritiro.
La Juventus apre una strada nuova nelle celebrazioni: in ritiro quando si vince, non quando si perde. Ma è tutto comprensibile, l’Europa è dietro l’angolo, travestita da Real Madrid.
Forse questo titolo è uno scudetto lungo, vinto dall’inizio e sul quale non ci sono mai stati dubbi. La Juventus vince lo scudetto numero 31, anche se allo Stadium e sulle magliette celebrative si scrive numero 33, lo controfirma Arturo Vidal, al sesto gol in campionato.
Le sconfitte contro con Parma e Torino sono cancellate e il colpo di spugna lo da la Sampdoria in caduta libera, tre pareggi e tre sconfitte nelle ultime tre partite.
Allegri è stato gettato in aria dai suoi uomini, perchè questo è anche lo scudetto della sua rivalsa, ha saputo esorcizzare lo spettro di Antonio Conte che cammina sospeso nei suoi record, e mettere a tacere tutti i suoi detrattori dell’esperienza milanista.
«È un’emozione forte. Ricordo quando sono giunto e ci hanno preso a male parole. Non era facile, ma ero già convinto di poter fare una stagione importante. Arrivare in un posto e togliere delle certezze non è da persone intelligenti e io mi reputo mediamente intelligente. Non ho stravolto il lavoro di tre anni, ma ho cambiato qualcosa; con quattro difensori, ad esempio, sei più attento e commetti meno bischerate. I ragazzi mi hanno seguito. Hanno valori tecnici e morali e stiamo facendo un’annata straordinaria».
Ora basta bollicine: la Juventus vuole andare alla sfida con il Real Madrid libera dalle scorie del campionato.
Roberto Del maschio
03/05/2015
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