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Juventus e polemiche. Comisso: “Non è possibile che in Italia gli arbitri decidano una partita”

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Juventus e polemiche nella domenica calcistica

Juventus e polemiche nella domenica calcistica. Quando ormai la frenata bianconera è un ricordo lontano: Ronaldo e Immobile trascinano al successo rotondo Juventus e Lazio. E’ anche il giorno dell’esordio di Daniel Maldini, terza generazione del calcio.

Romelu Lukaku si prende in spalla l’Inter che, notoriamente, soffre sempre con l’Udinese e segna una doppietta che le permette di imporsi nella Dacia Arena.

I nerazzurri schierano Eriksen dall’inizio e, seppur privi di Lautaro Martinez, nella ripresa impongono la legge dei più forti.

Resta tutto invariato, quindi, al vertice e adesso si aspetta il recupero di mercoledì fra Lazio e Verona.

Juventus e polemiche, però, a Torino. La Juve soffre più del dovuto, perché la Fiorentina le tiene testa a lungo: per spianare la strada ai campioni ci vogliono due rigori, il secondo molto discutibile, che scatena la reazione infuriata del patron Commisso contro gli arbitri.

Due rigori contestati costringono la Fiorentina alla prima sconfitta in campionato sotto la gestione di Beppe Iachini. Il presidente: “Sono disgustato: non ho mai parlato in questi termini, ma oggi sono arrabbiatissimo per quel che è successo con l’arbitro. Non è possibile quello che succede in Italia con gli arbitri”.

Un Rocco Commisso furioso quello che ai microfoni di Dazn commenta la sconfitta della Fiorentina per 0-3 in casa della Juve. “Con 350 milioni di parco giocatori, la Juve non ha bisogno dell’aiuto dell’arbitro – ha detto il presidente viola – Con Inter e Genoa c’erano due rigori per noi e non sono andati al Var, qui sono andati e si è visto…Il primo rigore forse poteva esserci, il secondo assolutamente no. Non è possibile che gli arbitri decidano le partite”.

E dire che i viola avevano sfiorato il vantaggio con Chiesa, di tacco. Poi il tiro da fuori di Lirola e la respinta del portiere avversario. Ma alla fine la signora trova il primo rigore per tocco di mano di Pezzella, al 38’, su tiro di Pjanic. Ronaldo dal dischetto non fallisce e la Juventus a fine primo tempo trova il vantaggio.

“Commisso deve prendersi una tazza di tè, – ha detto Nedved a Sky Sport – capisco che fosse su di giri, ma non si fanno certe dichiarazioni, fanno male al calcio e allontanano la gente dagli stadi, da questo sport che è bellissimo. Ora c’è anche il Var”.

Nedved è andato anche oltre: “Non sono io che devo rispondere al presidente, però voglio dire che siamo stufi. Siamo stanche di sentire dire che la Juventus non vince per meriti suoi…”.

Per la Lazio, invece, la Spal è solo un utile allenamento in vista del Verona: quattro gol in 38′ e la Spal va ko.

Le sorprese arrivano dalle altre due sfide del pomeriggio e da quella a tarda sera: L’Atalanta, un po’ imballata, viene affrontata bene dal Genoa che conquista un punto prezioso in chiave-salvezza.

Il sorpasso al quarto posto sulla Roma, naufragata col Sassuolo, non avviene e l’Atalanta affianca solo i giallorossi.

Grande equilibrio anche tra Milan e Verona e la sfida finisce in pari.

Alle 18 va in scena Lecce-Torino, con i granata che subiscono un poker di gol e rilanciano le ambizioni di salvezza dei salentini. Il destino di Mazzarri, dopo le ultime, pesantissime débacle, è appesa a un filo.

Continua in grande stile la volata per la classifica marcatori con Immobile (25 gol in 21 gare) a caccia del record di Higuain, ma dietro avanza spavaldo Ronaldo a 19 (50 totali alla Juve), che segna per la nona volta di fila eguagliando il primato bianconero di Trezeguet.

La Lazio va a nozze contro una Spal senza Petagna e Valoti (autori di 10 dei 15 gol della squadra). Immobile segna subito, poi si alterna a Caicedo per un 4-0 maramaldo dopo meno di un tempo. La Lazio gioca a memoria, esponendo una micidiale macchina da gol. Alla festa partecipa il giovane Adekanye per il 5-1 finale. E’ il 16/o risultato utile di fila, a un passo dal record di Eriksson.

L’Atalanta pensa di fare un solo boccone del Genoa, ma la voglia di salvezza, i rinforzi del mercato, oltre a una giornata non ispirata dei bergamaschi confezionano grande equilibrio. Toloi sembra indirizzare la partita, ma i liguri reagiscono e ribaltano il risultato con un rigore di Criscito e un colpo di testa di Sanabria. La solita prodezza di Ilicic rimette in pari il match ma i liguri meritano il pari.

Il Verona conferma a San Siro il suo ottimo momento contro un Milan orfano di Ibra. I veneti passano con Faraoni ma, nella ripresa, i rossoneri pareggiano con una punizione di Calhanoglu deviata da Verre. Gli ospiti giocano bene, colgono due pali con Pessina e Zaccagli. Poi Amrabat si fa espellere per doppio giallo , il Milan prende coraggio, assedia la difesa avversaria, ma non va oltre il palo di Paquetà in un finale in cui c’è l’esordio di Daniel Maldini, a 35 anni da quello del padre Paolo.

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