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L’Italia è fuori dal Mondiale e Prandelli si è dimesso

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Italia fuori dal Mondiale Prandelli si è dimesso

Il calcio italiano dimostra tutta la sua pochezza.
L’Italia è fuori dal Mondiale e Prandelli si è dimesso.

A fine gara è vero che sono significative le immagini di un Pirlo che lascia all’ultima partita in nazionale, di un Balotelli in lacrime a bordo campo, ma non come l’addio del commissario tecnico.
Cesare Prandelli si è dimesso da ct della nazionale italiana dopo averci pensato un quarto d’ora.

Appena finita la partita gli chiedono se intende dimettersi e lui non risonde al momento. Poi dall’Italia gli arrivano le prime reazioni popolari e lui prende la decisione: «Non ho mai rubato soldi dei contribuenti. La responsabilità è mia. Il progetto tecnico è fallito. Mi dimetto».

Lode alla serietà del mister: il suo progetto di calcio è fallito, gli uomini cotti che aveva scelto pure hanno fallito, quindi si dimette.

Resta l’analisi della partita, magari per trovare attenuanti. L’arbitro, certo. Ma non siamo andati fuori per quello.
Se Balotelli e Marchisio non avessero fatto falli incredibilmente scomposti sotto gli occhi dell’arbitro (Balotelli era da rosso secondo noi), se Chiellini la finisse con le recite che lo vedono sempre rotolarsi per terra magari l’arbitro avrebbe creduto al morso di Suarez punendolo, se Balotelli la smettesse di tuffarsi al limite dell’area senza che nessuno lo tocchi, se Pirlo non dovesse rimanere in campo solo per tirare le punizioni avendo ritmi da pensionato, con i quali gli avversari che pressano vengono a rubargli la palla dai piedi e a quel punto lui cerca il fallo, forse contro Uruguay e Costa Rica si poteva pareggiare, e magari vincerne una.

E per favore, non parliamo di girone più difficile del Mondiale, bastava un pareggio con Uruguay o Costa Rica per qualificarsi. Questo è il fallimento del calcio nostrano: in questo momento le prestazioni riflettono lo stato, il livello del nostro calcio e i confronti con Europa e mondo sono impietosi. Lo dice anche Buffon: «L’arbitro ha sbagliato. Però non può essere un alibi».

Italia-Uruguay è stata una partita nervosa, spezzettata, sotto ritmo. L’Italia ha tenuto palla a lungo ma non ha mai tirato in porta. L’Uruguay, che doveva vincere e ha giocato mezz’ora con un uomo in più, ha impegnato Buffon due volte.

L’Italia è fuori dal Mondiale e Prandelli si è dimesso ma non si deve pensare che diventi l’unico capro espiatorio. Ha certo le sue responsabilità, ed ora gliele saranno ricordate tutte.
La confusione tattica, inizialmente: quattro metodi di gioco in tre partite: una punta contro l’Inghilterra, quattro nel secondo tempo con la Costa Rica, due nel primo tempo contro l’Uruguay, una nel secondo tempo.
La fiducia mal riposta su alcuni giocatori: Balotelli si è rivelato non all’altezza né sul piano tecnico né su quello del comportamento.
La fiducia nella reciprocità: Prandelli ha aperto il ritiro a mogli e fidanzate, contando forse su uno spirito di gruppo meglio disposto a lottare per lui.

Prandelli aveva un contratto per altri due anni, ma ha capito che la macchia di questo risultato lo avrebbe condizionato in ogni appuntamento futuro.

Il meglio e il peggio di questa nazionale?
Verratti è un ragazzo abruzzese di unico vero grande talento. Tanto che non ha mai giocato in serie A, è passato dalla B alla Champions, sottratto dal Paris Saint-Germain ai club italiani.
Balotelli scarico non scatta, si è fatto vedere con un paio di tiri fiacchi dalla lunga distanza, come se non ce la facesse o non avesse fiducia nei suoi mezzi per fare ancora un paio di metri avanti. Bravissimo a lasciarsi cadere, consuma un sacco di energie nel tramare come vendicarsi contro difensori rudi perdendo di vista il vero obiettivo della partita.

Prandelli si è dimesso dopo averli comunque ringraziati. Ora è pronto a prendersi le critiche anche per tutte le sue scelte che non sono state condivise fin dall’inizio.

Roberto Dal Maschio

[25/06/2014

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