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Investita mentre cammina da bici elettrica, per l’assicurazione la colpa è sua

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Una donna viene travolta mentre cammina da una bici elettrica, ma per l’assicurazione la colpa è sua. L’odissea capita ad una 62enne di Vigonovo coinvolta in un incidente nel 2019: nulla è dovuto al pedone perché non procedeva “contromano”.
Vittoria Assicurazioni ha deciso che è stata colpa del pedone. La donna stava percorrendo a piedi via Dante in direzione Stra, tenendosi sul bordo destro della strada, il più vicino possibile al guardrail, quando, giunta in prossimità dell’ingresso del parco “Sarmazza” e del ponte sull’Idrovia, è stata “tamponata” da tergo, alla schiena, da una bicicletta elettrica condotta da D. B., 56 anni, anche lui del posto, che l’ha scaraventata a terra.
Da quasi un anno e mezzo la sessantaduenne di Vigonovo e Studio3A, che la assiste, stanno lottando per ottenere il giusto risarcimento per i danni patiti in seguito ad un incidente successo l’11 settembre 2019 nella stessa Vigonovo.

La malcapitata per fortuna se l’è cavata, ma è finita all’ospedale di Dolo, trasportata dall’ambulanza del Suem, ha rimediato un trauma cranico con una brutta ferita lacero contusa al cuoio capelluto e la distrazione di un ginocchio, per una prognosi di trenta giorni, più altri danni materiali tra cui quello al cellulare, andato distrutto.
Per essere risarcita, la sessantaduenne si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
Presentata la richiesta danni alla compagnia assicurativa del velocipede, Vittoria Assicurazioni, con quella che sembrava una formalità, con il sinistro – tra l’altro – rilevato dagli agenti della Polizia Locale del Comune di Vigonovo alla presenza anche dei testimoni si è avuta risposta negativa.

L’assicurazione ha denegato ogni responsabilità da parte del proprio assicurato, obiettando che il pedone avrebbe dovuto circolare nel senso opposto a quello dei veicoli in marcia.
Un’osservazione corretta, ma che al massimo può configurare un concorso di colpa da parte della sessantaduenne, ma non certo azzerare la prevalente responsabilità dell’investimento, che grava chiaramente sul conducente della bicicletta elettrica, il quale non ha colpevolmente e inspiegabilmente avvistato la signora che camminava davanti a lui, all’estremità della strada, considerate anche le condizioni di guida ideali del momento: oltre alle “ore diurne” di una bella giornata estiva, il rapporto dei vigili certifica che il “fondo stradale era asciutto”, la “pavimentazione ben asfaltata”, le “condizioni meteorologiche serene”, il “traffico scarso” e, soprattutto, la “visibilità buona”.

Sta di fatto che la società, nonostante i ripetuti solleciti, non si è spostata dalla sua posizione quindi ora, verosimilmente per poche migliaia di euro, la parte offesa sarà costretta ad intentare una causa, non fosse altro che per una questione di principio a salvaguardia dell’utente debole per eccellenza della strada.
Estremizzando questo ragionamento, infatti, ogni conducente di un veicolo potrebbe travolgere senza conseguenza alcuna un pedone solo perché cammina sul lato “sbagliato” della strada.

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