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Incidente di Santo Stefano: oggi si rifà la scena tale e quale

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Incidente di Santo Stefano: è ancora dolorosa in ogni animo la tragica strage avvenuta il 6 luglio a Santo Stefano di Cadore, ed oggi, in qualche modo, si rivivrà il drammatico momento “mettendo in scena”, un secondo dopo l’altro, il più fedelmente possibile, tutto il tragico evento. La procura di Belluno ha infatti predisposto una simulazione dettagliata dell’incidente. La scena si svolgerà nello stesso luogo in cui Angelika Hutter, una trentatreenne tedesca, ha falciato la famiglia veneziana mentre percorreva in auto la via Udine, una strada che attraversa il paesino delle Dolomiti bellunesi.

Nel tragico incidente persero la vita Marco Antoniello, 48 anni, suo figlio Mattia di soli 2 anni e la nonna Mariagrazia Zuin, 65 anni, tutti originari di Favaro Veneto. Per un colpo di fortuna la madre del bambino, Elena Potente, e il nonno Lucio, rimasero illesi, trovandosi a pochi passi di distanza dal punto dell’investimento.
L’obiettivo principale della simulazione, definita come un “esperimento giudiziale”, è cercare di comprendere cosa possa aver portato l’auto di Angelika Hutter a invadere il marciapiede in un tratto di strada apparentemente privo di pericoli. Un mistero che tuttora lascia molte perplessità in inquirenti e osservatori.

Tutti i tentativi precedenti di trovare una spiegazione certa all’incidente non sono stati conclusivi. Gli esami sullo smartphone della conducente avrebbero escluso l’uso del telefono o di internet al momento dell’incidente, i test tossicologici avrebbero escluso la presenza di sostanze psicoattive nel suo organismo, e l’ispezione dell’auto avrebbe escluso la possibilità di un guasto meccanico. Quindi?

Nella mancanza di prove, che potrebbe suggerire un gesto intenzionale da parte di Hutter, gli investigatori cercano ora di vedere la scena attraverso i suoi occhi in un ambiente “immersivo”. Per questo motivo, l’auto sarà dotata di telecamere in modo da registrare ciò che la conducente poteva vedere dal suo punto di vista. Sagome e manichini saranno utilizzate al posto delle persone ed ogni cosa sarà “tale e quale” come nel momento dell’incidente.

La simulazione servirà anche a determinare con precisione la velocità a cui viaggiava l’auto al momento dell’incidente, considerando che il limite di velocità nella zona era di 50 chilometri all’ora. Un esperto consultato dalla procura di Belluno ha stimato una velocità di 85 chilometri all’ora, mentre il Ris di Parma suggerisce 89 chilometri all’ora con una possibile margine di errore di tre chilometri all’ora. Questa differenza potrebbe avere un impatto significativo, in quanto superare i 90 chilometri all’ora rappresenterebbe un’accusa di guida ad alta velocità, con conseguenze legali più gravi.

La simulazione di questa mattina vedrà impegnati magistrati, carabinieri e un consulente legale che sta assistendo le famiglie delle vittime.
Sarà un tentativo cruciale di gettare luce sulla tragedia di Santo Stefano la cui sofferenza è ancora nel cuore di molti.

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