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Il pensionato suicida, il saluto alla moglie poi ha spento il pc

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Il pensionato suicida, il saluto alla moglie poi ha spento il pc

Il pensionato suicida si è ucciso per aver perso tutti risparmi nella sua banca e per questo la procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo sul suicidio di Luigino D’Angelo.
Il pensionato 68enne si è tolto la vita dopo aver perso i suoi risparmi nel fallimento della banca dell’Etruria. Il pm Alessandra D’Amore, secondo quanto si è appreso, procede contro ignoti per istigazione al suicidio.

Intanto arrivano altre testimonianze.
“Ho perso 70.000 euro, tutta la mia liquidazione che ho ricevuto al termine di una vita di lavoro come insegnante di scuola elementare”.
La signora Maria Teresa è una degli ex obbligazionisti di Banca Etruria che ha perso tutto. Gira per l’assemblea, in un affollatissimo centro congressi alle porte di Arezzo, con un cartello bianco di protesta. È accompagnata dal marito Piero Mazzantini, 72 anni.

Maria Teresa, 67 anni, ha le lacrime agli occhi quando spiega che cosa significa perdere tutti i risparmi di una vita.
“Significa perdere la propria sicurezza – racconta – quando si invecchia c’è una sensazione che mai avrei pensato di provare ma che ora è tangibile. Quando ti vedi sfuggire la vita e giorno per giorno gli acciacchi arrivano, la sicurezza ti viene dall’avere un gruzzolo da parte, pensare che comunque se ti capita qualcosa hai qualche soldo da parte, puoi andare dal medico che vuoi. Ora io non ce l’ho più”.

Il pensionato suicida ha lasciato la moglie nello sconforto. Si tratta di una donna ferita,
addolorata, arrabbiata. “Se andrò avanti? Se ce la farò sì”, dice cercando di dribblare i giornalisti assiepati fuori dal villino dove meno di due settimane fa è stata costretta allo strazio di vedere il corpo senza vita del marito.

Ad andare avanti, questo è certo, è la procura di Civitavecchia che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, così come richiesto a gran voce dalle associazioni dei consumatori che hanno puntato il dito contro il salva-banche. Luigino, 68 anni ed una vita da dirigente Enel, si è impiccato sulle scale del suo villino, nel dedalo di stradine immerse nel verde alla periferia di Civitavecchia.

Un gesto disperato spiegato con fredda lucidità da lui stesso in un documento scritto al computer, una manciata di minuti prima di lasciarsi andare nel vuoto.
Il pensionato ha gettato un preciso atto d’accusa nei confronti della sua banca, la Banca
dell’Etruria, una delle quattro a rischio fallimento, considerata una famiglia e trasformatasi nella sua tomba.

Da un giorno all’altro ha visto i risparmi di una vita andare in fumo e non ha retto il colpo. Nel memoriale, ora al vaglio degli inquirenti, ripercorre passo passo i suoi investimenti e la sua “storia” bancaria, mettendo nero su bianco la delusione è l’amarezza per aver perso tutto. Poi il saluto alla moglie, prima dell’ultimo click sul pc.

“Personalmente non credo di avere consigli da dare, piuttosto avrei bisogno che qualcuno li dia a me”, dice sconsolata la moglie mentre accenna un sorriso di circostanza ai tanti reporter.
A tradirla è però la sua flebile voce, strozzata dalla tragedia. “Non sono arrabbiata. Non sono abituata a tutto questo – spiega ai giornalisti mentre un amico l’accompagna in macchina -, vi prego di andar via”.

Poco più in là, lungo lo stradone che porta in via Ugo La Malfa, svetta la chiesa di San Felice da Cantalice – o dei Cappuccini come la chiamano tutti – dove lo scorso primo dicembre si sono celebrati i funerali di Luigino.

“Non era molto praticante – ricordano i parrocchiani -, ma sempre solare è disponibile. Siamo molto scossi per quanto accaduto”.
Sotto choc anche gli amici del 68enne, quelli con cui condivideva la passione per la musica e lo sport o quelli con cui per anni ha condiviso l’ufficio prima di andare in pensione.

Mario Nascimbeni
11/12/2015

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