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Il killer di Bruxelles era sbarcato a Lampedusa

Abdesalem Lassoue, 45enne tunisino, il terrorista che ha ucciso due svedesi per strada con un kalashnikov, è sbarcato in Italia, a Lampedusa.

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Il killer di Bruxelles era sbarcato a Lampedusa. E’, in qualche modo, collegato al nostro Paese lo straniero che, la scorsa notte, ha seminato il terrore colpendo il cuore dell’Europa.
Abdesalem Lassoued, cittadino tunisino di 45 anni, ha aperto il fuoco per strada a Bruxelles, uccidendo due cittadini svedesi con un fucile Kalashnikov. L’attacco ha riportato bruscamente l’attenzione sul crescente problema della radicalizzazione islamista in Europa, una strada simile a percorsi seguiti da altri autori di attentati jihadisti.
L’attacco è stato rivendicato dall’ Isis.

Abdesalem Lassoued era sbarcato a Lampedusa nel 2011, e da subito si era accesa l’attenzione delle autorità italiane per la sua presunta radicalizzazione. Un percorso che ricorda tristemente quello di altri attentatori noti, come Anis Amri, l’uomo responsabile dell’attentato di Berlino del dicembre 2016 che ha causato la morte di 12 persone.

Il contesto internazionale attuale è ulteriormente complicato dall’escalation di tensioni in Medio Oriente, con l’attacco di Hamas in Israele che, di riflesso, ha innescato una serie di preoccupazioni sulla sicurezza in Europa. La Premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza di affrontare la questione dell’immigrazione illegale di massa, avvertendo che potrebbe comportare gravi rischi per la sicurezza europea.

Il Ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, ha dichiarato che l’attenzione è “elevatissima” in Italia, dato che eventi recenti in Belgio e Francia dimostrano che i conflitti in Medio Oriente possono contribuire alla radicalizzazione islamista. La minaccia terroristica è spesso impalpabile e difficile da prevenire per via dei cosiddetti “lupi solitari”, o “cellule dormienti”, infiltrazioni terroristiche tra i flussi migratori e, di conseguenza, poi inseriti nel tessuto sociale italiano ed europeo.

Le autorità europee stanno rafforzando la sorveglianza su obiettivi sensibili, comprese le sedi diplomatiche e i centri religiosi, ma come dimostrato dagli eventi in Belgio e Francia, le azioni terroristiche possono verificarsi in luoghi imprevedibili. La recente aggressione a Milano e il tentativo di un attentato vicino a una sinagoga a Torino evidenziano il crescente rischio.

La chiamata alle armi e la propaganda online per la jihad globale sono in aumento, in particolare con l’accento sulla questione palestinese attuale ad “alta temperatura”. Gli estremisti diffondono immagini di violenza e invitano a compiere atti terroristici ovunque. Le autorità, intanto, stanno monitorando attentamente i soggetti pericolosi presenti sul territorio nazionale. E’ notizia di oggi l’arresto di due egiziani a Milano, ritenuti attivi nella propaganda e nel proselitismo digitale per conto dell’ISIS.

Si sta anche indagando sulle possibili connessioni italiane di Abdesalem Lassoued, che era stato precedentemente identificato a Lampedusa. I contatti tra le forze di polizia e i servizi di intelligence italiani e belgi sono in corso per ricostruire i suoi movimenti e individuare eventuali reti di complicità.

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