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Il dedalo dei diritti e dei doveri: di chi è la notte? Di Andreina Corso

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Dopo la gioia del ‘liberi tutti’ e la soddisfazione da festeggiare degnamente, si registrano gli effetti ‘civici’ degli usi e degli abusi della stessa libertà.
Rivendicano diritto ‘alla felicità’ i ragazzi che a notte alta schiamazzano per strada, rivendicano il diritto a poter dormire quegli ‘ingrati’ che si lamentano perché il loro sonno è turbato da urla e rumori che li svegliano e poi non riescono più a riaddormentarsi.
Rivendica il diritto alla ragione quel minimo di educazione che potrebbe garantire ‘a tutti’, divertimento e pace.

Una bella pretesa però. Dopo le restrizioni che quei brutti e cattivi che scrivono le regole di convivenza hanno inflitto ai ragazzi, dopo che le hanno sopportate e rispettate sognando la libertà, perché mai non approfittarne, ora che si possono ritrovare tra amici e consumare le ordinazioni di cibo e bevande seduti ‘fuori’ al tavolo? Lo sanno o non lo sanno i cittadini che pretendono di dormire, che hanno trascorso anni da incubo tra lezioni in presenza e didattica a distanza e che ora hanno voglia di distrarsi e di divertirsi?

E che cosa pretendono quegli ingrati di residenti che sottoscrivono esposti contro quei locali che con la loro apertura ‘allargata’, non consentono loro dormire alla notte. Ingrati davvero, un po’ di comprensione, per piacere. Oppure che dormano di giorno, se non devono andare a lavorare. Forse quei residenti non sono riusciti a dormire di giorno se hanno presentato quell’esposto dopo aver sperato, per settimane, che la situazione migliorasse e aver dichiarato di essere contenti e solidali per quegli esercenti che sono riusciti a tornare a lavorare e anche con i ragazzi che vivono spensierati e sperano con loro che la pandemia sia ormai solo un brutto ricordo.

Quel che chiedono, in fondo i residenti, è la riduzione del danno, vale a dire, che oltre agli schiamazzi e alle urla di ragazzi ‘alterati’ non arrivino sassi o altro su imposte e terrazzini delle loro case. Comprendono la voglia di stare insieme ‘appassionatamente’ e che gli assembramenti possano creare qualche vocio e rumore in più, ma il loro, in fondo è una richiesta di aiuto, di comprensione e persino di condivisione del tempo di vita di tutti.

Ci sono i giovani e i meno giovani, ci sono i bambini, c’è semplicemente una civiltà da praticare. A ben vedere il labirinto non è poi così privo di orientamento, basterebbe seguire il filo delle privazioni e dei sacrifici del lungo periodo della pandemia, per poter scegliere la semplice ragionevolezza quale obiettivo comune, quando il singolo si fa collettività e la collettività si fa singolo.

Andreina Corso

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7 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Mi scuso per i miei post, a volte sono pieni di errori, il problema è che sono stato operato all’occhio, e credo di scrivere corretto. Ma spero che almeno si capisca il significato. Buona giornata a tutti. Shylock.

  2. Miei cari i giovani devo fare i giovani, e i morti devono fare i morti, certo non devono delinquere, ma ubbriacarsi credo sia una parte fondamentale della loro crescita, disturbare ? no di certo, non lo dovrebbero fare, rubare ? no, non lo dovrebbero dfare, divertirsi ? si, lo dovrebbero fare, ma dove lo possono fare a Venezia ? siamo una città di vecchi, abbiamo la Curia che vieta qualsiasi cosa che non sia la Festa della Madonna della Salute, non si possono aprire discoteche, non si possono aprire sale da ballo, non si può praticamente fare niente se non andare in questi locali spendere una cifra per bere, uno spritz credo sia ormai sui 4/5 euro, che cosa volete che vi dica, sono anche troppo rispettosi, quando ero ragazzo io di locali frequentati erano pochi e chiudevano tutti a mezzanotte, ma di casino andava avanti fino a mattino, ma nessuno chiamava Polizia o Carabinieri come fanno oggi i nuovi residenti provenienti da altre città, i quali vogliono imporre il loro sistema di vita. Lasciate vivere i ragazzi, oggi ci siamo domani non lo sapiamo,forse un altro virus, o forse una bomba lanciata per sbaglio potrebbe mettere fine alle nostre esistenze. Siate buoni, preso è Natale, buona giornata a tutti.

    • Ma se nemmeno in terraferma non ci sono quasi più discoteche…..si vede nei week end che vengono qui da fuori a sedersi nei bar o standosene in campo S.Margherita o in erbaria o agli ormesini con le “bibite “che si portano da casa con la musica , alta …molto alta …Una volta andavamo noi veneziani fuori in disco , paninoteca e locali vari….c’era l’imbarazzo della scelta …
      Una cosa è un gruppetto di persone che fa casino un altra è una miriade di persone che fa casino ….. Si trovi allora una soluzione dove sti ragazzi possano “sfogarsi” …..una volta avevano parlato di S.Basilio o del Tronchetto…..ma la gente che abita nei posti della movida deve poter star tranquilla e dormire sonni tranquilli perché non sono solo vecchi …c’è gente che va a lavorare e ha bambini …

      • Grazie per gli auguri, come dice lei, vengono dalla terraferma perchè ci sono i locali della movida, ma se noi aprissimo al tronchetto una mega discoteca, con tanti locali attorno, non crede che si potrebbe pensare di liberare Venezia da questo fenomeno ? volevano aprire una ruota panoramica sempre al Tronchetto, si sono opposti i verdi e rifondazione comunista, San Basilio è di proprietà di uno che conosce bene la situazione dei locali pubblici veneziani, avrebbe tutto l’interesse, ma oggi le grandi navi non arrivano più a S. Basilio, quindi tutto fermo. La gente che abita nei posti della movida se sono veneziani sono abituati da sempre, se sono foresti si devono adeguare, non possono pretendere di avere la casa a Venezia pensando di essere in montagna dove senti solo il verso del cervo cornuto. Poi i vecchi in quanto tali sono pure sordi e non si creano troppi problemi, visto che c’è ancora il super bonus mettessero i doppo vetri e un buon impianto di aria condizionata. Buona domenica a tutti. Shylock

  3. Eh no! Esimia autrice di fascicoli di fogliame, il ragionamento che ella propone ha un difetto irreparabile che sta nella definizione stessa di diritti che adotta.
    Il diritto non è un pallone che si passa da una squadra all’altra, il diritto è un bene assoluto e come tale non
    ha misura, ma ha (o non ha) compiezza.
    In altre parole, sì i giovani hanno diritto di vivere e Lei, esausta dalle grafiche fatiche, ha diritto di riposare.
    Ovviamente c’è uno scontro di interpretazioni, schiamazzare non è un diritto, il comportamento violento non è certo un diritto.
    Semmai entrambi sono criminogeni e una normale civiltà dovrebbe stigmatizzare ed applicare la certezza della pena, però sa, la certezza della pena poi si applicherebbe anche alle festine che, sono sicuro, lei autorizzerebbe perchè organizzate dai soliti innominati.
    Quindi se da una parte si agogna all’incertezza del diritto, poi la stessa parte non può oppugnare perchè “c’ha sonno”.
    Insomma il suo ragionamento è la corazzata potemkin fantozziana….con la differenza che Giovannona Coscialunga adesso è su Youtube.
    Ma c’è di peggio, lei stigmatizza, alquanto goffamente, se posso, il ritorno alla normalità normale, cioè “quello che c’era prima del coviddi” evidentemente preferiva il concetto di “nuova normalità” ovvero quella riduzione dei diritti assoluti (il diritto è un bene assoluto, di conseguenza privo di misura) a diritti a disposizione.
    Ebbene, il diritto non ha misura, ha compiezza, se non la ha è negato e se si negano, stì diritti, si incazzano pure.
    Ne ha avuta una prova tale signor ** *****, noto intenditore del diritto relativizzato a remunerazione, che per ben due anni ha fatto del suo paese, il Catai, il paradiso dei borghesucci nostrani fan delle restrizioni per “salvare il natale”.
    Eppure, costui, qualche giorno fa ha, come dire, calato le braghe perchè il suo popolo ha iniziato a perseguire i persecutori in quanto stufi delle restrizioni, rivolevano i loro pur pochi diritti indietro se non altro quelli di non morir di fame.
    Dovrebbe essere per lei, e per gli altri come lei, la vera lezione. Sono convinto che la lezione vera, in questo sciamannato paese mai sarà ammessa. Ovvero che la classe dirigente in stivali a stellette e caviale ha clamorosamente mancato al proprio progetto, lo “zero coviddi”. Pur credendo (nel senso di credere obbedire e combattere) nella “la scienza”, pur mentendo, pur nascondendo, la verità è ovvia e palese.
    Il coviddi è qui, non se ne andrà mai, come era dannatamente evidente fin dal primo giorno della pandemia, e i danni economici delle scelte fatte permarranno per molti anni.
    L’inflazione è alta, moltissime imprese private hanno chiuso e il nostro paese è l’unico che ha l’80% del valore della borsa in utilities pubbliche.
    In gergo tecnico forbito la nostra situazione economica, unita a quella energetica è “una vera m..a”, però, finchè c’è la salute.
    Anzi vuole sapere a qual punto arriva il contrapasso (sì il contrapasso, non il karma maledetti illetterati)? Una della aziende salvatrici del nostro paese, tale FCA, che di mascherine aveva fatto produzione, migra in Olanda…non so che fine abbia fatto l’altra salvatrice, quella veneta delle mascherine a mutanda galvanizzate da certo governatore.
    Come si dice…”sic transit gloria mundi”, che in italiano vuol dire “addio e grazie per tutto il pesce”.
    Anche questa è una lezione, tutto sommato.
    Però certo stì giovani, questi giovani farebbero bene a….( che cosa ragioniere?) a studiare….

  4. Manca il senso civico , manca il rispetto…..i ragazzi hanno diritto a divertirsi ( se si può dire divertirsi ubriacarsi e drogarsi ) ma dovrebbero in coscienza , questa sconosciuta al giorno d’oggi, accorgersi da soli che a una certa ora si dovrebbe abbassare il volume della musica e degli schiamazzi per rispetto di chi deve andare a lavorare o chi ha bambini ….
    È tutta una questione di mentalità , la mentalità di rispettare gli altri , di autoregolamentarsi come comunità civile …..Anche con le leggi più giuste una civiltà non funziona se non vi è la mentalità del rispetto verso gli altri …

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