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Green Pass intestato ad altri ed altre infrazioni: 94mila euro di multe

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Green pass fasulli, taroccati o semplicemente in prestito perché intestati ad altra persona.
I controlli ci sono, quelli dei Nas hanno prodotto 236 multe per 94mila euro.
Si parla di 5000 verifiche in ristoranti, palestre, bar, interessano i gestori, ma anche i clienti.
Alcuni esempi:
a Vittoria, in provincia di Ragusa, otto clienti consumavano il pasto all’interno di un ristorante senza Green pass.
A Bolzano 6 avventori pranzavano in una sala interna tutti sprovvisti del documento attestante l’avvenuta vaccinazione.
A Torino il titolare di una palestra aveva consentito l’accesso a sei persone che non avevano la certificazione sanitaria.
A Viareggio il gestore di una sala giochi aveva fatto entrare quattro persone prive di certificazione verde.

Queste alcune delle trasgressioni accertate ai carabinieri dei Nas che dall’entrata in vigore della normativa sul Green pass hanno svolto ispezioni in oltre 5.000 attività in tutta Italia.
Il risultato dell’attività è di 236 violazioni accertate per un totale di sanzioni pari ad oltre 94 mila euro.
Multe che sono elevate sia ai gestori degli esercizi pubblici per omesso controllo, precisamente 128, sia ai clienti per mancato possesso del certificato, pari ai restanti 108.
Al vertice di questa sorta di graduatoria di trasgressori, ci sono ristoranti, pizzerie e bar con 116 sanzioni, seguiti da palestre, piscine e centri benessere con 58, poi sale scommesse, sale gioco e attività ricreative con 38 ed infine 24 sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza.
Nel corso delle ispezioni sono state anche contestate cinque violazioni penali per i reati di falso e sostituzione di persona perché in 5 hanno utilizzato il green pass di altre persone o mostrato ai carabinieri falsa documentazione che attestava la negatività al covid.

E’ il caso di due cittadini nigeriani, deferiti all’Autorità giudiziaria perché a bordo di un bus a lunga percorrenza nella tratta Napoli-Reggio Calabria, privi di green pass, hanno esibito falsa documentazione di un tampone molecolare negativo al Covid.
A bordo di bus con scalo a Verona e diretto a Torino, un viaggiatore era in possesso del green pass di un’altra persona.
L’uomo, peraltro privo di documenti, è stato identificato mediante fotosegnalamento e denunciato per il reato di sostituzione di persona.
Stessa scena in una sala scommesse di Vibo Valentia, dove un cliente è stato deferito in stato di libertà per aver esibito un green pass intestato ad un’altra persona.

Gli interventi dei carabinieri dei Nas hanno riguardato anche la corretta applicazione delle altre misure di contenimento alla diffusione dell’epidemia contestando altre 196 violazioni per l’assenza di dispenser per l’igienizzazione delle mani, il mancato uso delle mascherine e di informazioni agli utenti sulle norme di comportamento e di distanziamento.

Sono stati emessi infine provvedimenti di chiusura temporanea da uno a cinque giorni nei confronti di 9 attività, tra le quali due palestre a Torino e Palermo, un bar in provincia di Campobasso, un fast-food etnico a Cremona, una sala scommesse di Ardea e un ristorante a Montalbano Elicona, in provincia di Messina, dove il titolare e il personale non usavano le mascherine.
Nello stesso locale è stato eseguito anche il sequestro penale di 200 chili di alimenti in cattivo stato di conservazione in locali abusivi ed in gravi condizioni igienico-sanitarie con tanto di presenza di insetti ed escrementi di roditori.


 


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Green pass: Lavoratori separati in mensa ma poi assieme al lavoro e spogliatoi. Lettere
Ebbene nel periodo ferragostano è tipico avere il “tormentone” estivo, se in passato era il brano musicale, oggi è il green pass che tiene banco.
La circolare del Viminale dava delle indicazioni ben chiare a riguardo, la FAQ governativa le ha stoppate ed ha considerato le mense aziendali come ristoranti, quindi si entra solo con green pass.
Mentre il mondo del lavoro è in subbuglio, la politica si è data alle ferie, tutto rinviato a settembre. Settembre sicuramente sarà il mese caldo della ripartenza della scuola e dei trasporti, sarà un disagio sociale.
Ma torniamo a noi a quei lavoratori che oggi sono discriminati perché non vaccinati ed a loro si nega la mensa, perché potenziali soggetti infetti, che poi la scienza ha dimostrato che anche chi è vaccinato può infettare ed essere un vettore e per questo è ancora più assurda questa normativa: non si entra , quindi devi mangiare all’aperto .

Alcune aziende , più attente , si sono attivate con il cestino da fornire e con dei gazebi , mentre altre si sono limitate a trasmettere una circolare interna ricordando il divieto e di far uso dei distributori /erogatori di merendine.
Mica male questa soluzione , un salasso per i lavoratori non vaccinati e un ottimo introito invece per i titolari dei distributori automatici.
Ma perché si separano i lavoratori in mensa e poi questi invece condividono spazi comuni a stretto contatto lavorando ed usufruendo dello stesso spogliatoio con annesse docce e servizi igienici?

Orami Confindustria ha imboccata la direzione del green pass nei luoghi di lavoro, presto arriverà il divieto di entrare per i no vax già ai tornelli d’ingresso e diventerà d’obbligo la vaccinazione senza se e ma, ma io mi chiedo per quale motivo Confindustria in piena pandemia non si è attività con una serie di campioni su base volontaria a fare i tamponi nei luoghi di lavoro, così da dare un forte contributo al sistema sanitario?
Ed ora invece spinge per il green pass ma non mette a disposizione dei propri collaboratori tamponi gratuiti da eseguire in modo tale da avere un ambiente “protetto” che tanto protetto non lo è visto che si ammalano anche gli immunizzati i quali devono rimanere in quarantena.

Mentre i lavoratori di ogni comparto subiscono questo “disagio “e “razzismo sanitario” la classe politica se ne andata in ferie seguita a treno dal sindacato, il quale si fa vivo con comunicati o con Twitter che non risolvono il problema, dimostrando tutta la “liquidità” del sistema delle relazioni industria-sindacali che ormai diventano sempre più virtuali lontane dalla realtà e quotidianità dei lavoratori italiani

Bragatto Gianluca
30021 Caorle (ve)

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