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Gondolieri di Venezia senza lavoro da un anno

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Venezia come non si era mai vista nei tempi moderni: splendida nella sua solitudine, “in mano” solo ai residenti. Ma c’è il rovescio della medaglia e tra le categorie più colpite dallo stop al turismo causato dalla pandemia da Covid-19 ci sono i gondolieri. «Ormai è da più di un anno che il reddito è pari a zero», conferma Maurizio Galli, coordinatore dei gondolieri della stazione gondole Santa Maria del Giglio.
I 28 gondolieri che qui, in altri tempi, rimanevano immortalati nelle fotografie di persone arrivate da tutto il mondo e facevano loro conoscere il fascino della città sull’acqua oggi trasportano al più personale sanitario da una parte all’altra delle calli e lo fanno gratuitamente.
Condividono la sorte con questi lavoratori i ristoranti Al Giglio e da Messner, luoghi famosi proprio per ospitare i gondolieri e i loro ospiti.
Il virus continua a mordere e in questa primavera alle porte è diventato ancora più aggressivo, forse addirittura più di un anno fa.
A differenza di allora, però, ora la campagna vaccinale sta cercando di soffocarlo alla radice. Nel frattempo, per tutti i 433 gondolieri e i 180 sostituti (gondolieri) di Venezia le condizioni di lavoro continuano a essere pessime.
Tra di loro l’auspicio è che l’estate porti un deciso cambio di passo e, come si attende tutta l’economia, il secondo semestre 2021 sia l’inizio della rinascita.

«Venezia è straordinariamente bella in questi mesi, sorprende anche noi che pure ne conosciamo ogni dettaglio – ammette Galli -. Tuttavia, il nostro auspicio è che possa tornare al più presto a essere ammirata dai turisti di tutto il mondo, anche grazie al nostro servizio di trasporto».
A Venezia le gondole e i gondolieri datano addirittura attorno al Mille, mentre la prima rappresentanza visiva di una gondola risale al 1400. Per costruirne una ci vogliono circa due mesi e solo chi ha la tecnica necessaria e si attiene a un rigoroso codice di costruzione ha il permesso di esserne costruttore. Sono lunghe circa 11 metri e pesano 600 chilogrammi, per la sua realizzazione si usano otto diversi tipi di legno: olmo, mogano, betulla, quercia, tiglio, ciliegio, noce e larice.
Una “barca” unica, che può essere condotta da “capitani” altrettanto unici, come i gondolieri. Un tempo essi acquistavano il diritto a esercitare questo mestiere come eredità, poiché il titolo di gondoliere veniva tramandato di padre in figlio per generazioni.
Oggi, si diventa gondolieri dopo aver superato un test molto competitivo gestito dall’Ente Gondola. Bisogna aver frequentato la scuola di voga, conoscere le lingue straniere e la storia della città.
Dopo aver superato il test dell’Ente Gondola, è necessario svolgere uno stage e sostenere l’esame finale di pratica.
Solo al termine di questo iter si ottiene la licenza di gondoliere e si ottengono i requisiti per poter esercitare il mestiere di Gondoliere.
Chi passa l’esame finale è inizialmente sostituto gondoliere e cioè sostituisce il titolare di licenza x ferie o malattia.

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