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Gerardo Balestrieri: Elettro Gipsy Pandemika il nuovo album frutto di nomadismo musicale

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Tra un album e un altro si può fare qualcosa: tipo registrare un album.
È ciò che ha fatto Gerardo Balestrieri, uso a non restare con le mani in mano ma a sfruttare ogni stimolo esterno per concretizzare la sua personale visione della musica e del tempo, sia passato che presente e anche futuro.
E di un futuro “passato” si abbevera questo “Elettro Gipsy Pandemika”, per la Interbeat records.
Un album che guarda al futuro passato dei Kraftwerk per dare uno sguardo al presente. D’altronde il musicista irpino, che da anni abita a Venezia, è nato a Remscheld nel 1971 (anno in cui usciva il primo disco della band elettronica tedesca); quindi la convivenza con l’aura germanica era inevitabile.
Inoltre (cito le parole di presentazione dell’artista) “Figlio di uno sradicamento contadino, i miei genitori emigrati, operai in fabbrica, con le mani nell’ acido e le orecchie all’ acufene. In questo disco compaiono infatti parole tedesche che mi sono rimaste in mente, addosso, come le luci, il grigio fumo, i colori, gli odori, i rumori e suoni di quell’ epoca. Un residuo arcaico e ancestrale su cui innescare batterie elettroniche e sintetizzatori… Il ricordo, cristallizzato, inaccessibile, si è svelato ed è emerso. Il passato che come una madeleine diventa presente.”. Il vocoder e la batteria elettronica si fondono con il più usuale ricorso ai suoni più tipicamente cantautoriali del musicista e alle sempre presenti confluenze folkloristiche.
Quindi questo Elettro Gipsy Pandemika” è frutto di una nomadismo (Gipsy appunto) non casuale e come molti lavori “minori” concede spiragli profondamente intimi in cui c’è libertà di confessione, di diaristica. E appunto come in un diario confluiscono le differenti lingue con cui Balestrieri ha avuto modo di confrontarsi, identificarsi, distanziarsi. Oltre al tedesco, i testi sono in italiano, francese, inglese e sanscrito.
Gerardo Balestrieri opera un riconoscimento in queste lingue che gli sono “madri” ma le disarticola nei confronti di un presente che è sempre più paradossale, cortocircuitante, distopico, spettacolo autoreferenziale secondo una visione alla Debord e col quale ogni creatore ha il dovere e la libertà di confrontarsi. Anche scegliendo una via inusuale per i precedenti lavori, quella di un anonimato di voce e suoni che sceglie di spostare il baricentro dell’ego per mostrare le cose per quel che sono nella loro fluida essenza.

Gerardo Balestrieri, cantautore apolide, polistrumentista e interprete, ama giocare con le parole senza perder di vista il ritmo e la danza. È nato a Remscheid l’11 giugno del ’71, attualmente vive a Venezia, in Corte Sconta detta Arcana…
Ha pubblicato 8 dischi e non ha ancora letto tutti gli albi di Corto Maltese.
Plurifinalista al Premio Tenco (2007, 2009, 2013, 2016 e 2017), è stato premiato al Mantova Music Festival, al Festival Risonanze e al Festival Dallo Sciamano allo Showman.
Concerti in tutta Europa e un tour in California. Ha collaborato con Daniele Sepe, Bebo Storti, Moshem Namjoo (il più importante cantautore iraniano) e con il famoso trasformista Arturo Brachetti per cui ha scritto ed eseguito dal vivo le musiche di uno dei suoi spettacoli.
Nel 2015 con la canzone Sidun ha partecipato a “Crêuza de mä, in napoletano”, progetto discografico ideato dal Club Tenco, con la consulenza artistica di Dori Ghezzi, per celebrare i trent’anni dalla pubblicazione dell’album.

 

 
DISCOGRAFIA
 
I nasi buffi e la scrittura musicale (Interbeat, 2007 – BMG, 2012)
Un turco napoletano a Venezia (Interbeat, 2009)
Canzoni al crocicchio (Interbeat/L’Alternativa, 2010 – BMG, 2012)
Quizas (Egea, 2012)
Canzoni nascoste (Interbeat, 2016)
Covers (Interbeat, 2017)
Syncretica (Smart & Nett Entertainment, 2018)
Canzoni del mare salato (Egea, 2019)
 
PRECEDENTEMENTE
 
1996 con La Nave dei Folli – Fricco misto (con cui vince il Festival di Pelago e partecipa ad Arezzo Wave)
1999 Les Travailleurs de la Nuit – Sogno Anacronistico di un disadattato del XXI secolo (concept album dedicato ad Alexander Marius Jacob che ispirò Le Blanc per la creazione del personaggio di Arsenio Lupin)
2000 La vita inquieta di Boris Vian (spettacolo di teatro canzone)
2003 con E’ Zezi – Diavule a Quatto (il manifesto cd)

cartadamusica.it/4258

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