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Galan ha lasciato la villa ma si è portato via i wc. L’avvocato: un misunderstanding

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Galan ha lasciato la villa ma si è portato via i wc

Galan ha lasciato la villa, se n’è andato di casa. La villa che lo Stato gli ha confiscato l’ha effettivamente lasciata, ma nel farlo Giancarlo Galan – il più altisonante dei nomi finiti nello scandalo Mose – si è portato via tutto, compresi i lavandini e i wc dei bagni, che probabilmente non avrebbe potuto toccare trattandosi di beni confiscati.

Galan ha provveduto al trasloco da Villa Rodella, la lussuosa e famosa residenza sugli Euganei dell’ex ministro, fulcro di un ‘braccio di ferro’ tra il politico forzista e la Procura di Venezia.
La residenza di famiglia, che Galan ha lasciato pochi giorni fa per trasferirsi in una casa più piccola in affitto, è ormai di proprietà dello Stato: messa all’asta servirà a far fronte ai 2,6 milioni di euro di multa che Galan dovrà pagare dopo il patteggiamento per corruzione
nella vicenda Mose.

L’asportazione di suppellettili non è proprio-proprio un semplice problema ‘logistico’.
La normativa sulla confisca degli immobili prevede che essi debbano rimanere abitabili.
Come non è invece ora Villa Rodella, dato che quando l’Agenzia del Demanio e la Guardia di Finanza sono entrati nella residenza lasciata libera hanno scoperto che era stata ‘spogliata’ ben oltre che dei mobili.
I bagni erano privi dei sanitari, non c’erano i termosifoni, e mancavano le cornici dei camini.

I legali di Galan hanno ridimensionato il caso, ipotizzando una sorta di ‘malinteso’. L’ex presidente del Veneto ha già scritto una lettera alla Procura della Repubblica di Venezia dicendosi pronto a restituire quanto è stato impropriamente portato via dalla villa.

Sul particolare dei termosifoni, peraltro, i legali hanno riferito che si tratta di soli elementi in ghisa utilizzati per l’arredo, perchè la casa ha un sistema di riscaldamento a ventilazione.

Resta però la mancanza dei sanitari e dei camini, che dovevano restare al loro posto per non deprezzare il manufatto.
La villa dovrà infatti essere sottoposta alla valutazione di un perito, per stabilire se l’immobile valga o meno i 2,6 milioni di euro che lo Stato conta di ricavare come saldo della multa dovuta da Galan.

L’avv. Antonio Franchini, uno dei legali di Galan, ha spiegato il suo cliente si è reso disponibile da subito con la Procura a fare un sopralluogo con l’Agenzia del Demanio per capire cosa vada restituito e provvedere al ripristino di Villa Rodella nella sua interezza.

Un incolpevole misunderstanding quindi, ha aggiunto il legale, spiegabile con il fatto che il deputato non avrebbe avuto cognizione di causa su ciò che poteva prendere e cosa no.

Intanto si avvicina un’altra data importante, il 4 novembre, quando il giudice di sorveglianza dovrà esprimersi sulla richiesta di assegnazione ai servizi sociali dell’ex ministro, che sta scontando la pena di 2 anni e 10 mesi ai domiciliari.

24/10/2015

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