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Fortnite spento in Cina: sono le nuove restrizioni sui videogames

Fortnite vittima delle nuove regole cinesi che sono molto stringenti. Si può giocare online un'ora al giorno solo nel weekend

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L’esperienza cinese di Fortnite è arrivata al capolinea: Epic Games, lo sviluppatore del popolarissimo videogame, ha comunicato che il 15 novembre staccherà la spina al mega server che ospita il gioco in Cina.
Già da ieri tuttavia agli utenti è negata la possibilità di aprire un nuovo account, a conferma di un nuovo durissimo colpo per i fan cinesi.

Una brutta notizia che rientra nella stretta del Dragone sul settore, con i funzionari che a fine agosto hanno lanciato la campagna contro “la dipendenza degli adolescenti dall’oppio spirituale”, responsabile a loro dire di miopia, obesità e altri preoccupanti fenomeni.

Salta Fortress Night quindi, la versione cinese del videogioco caratterizzata da alcune differenze rispetto a quella standard, anche se Epic Games non ha fornito una spiegazione.

Di sicuro la nuova politica del governo di Pechino ha avuto un peso: la Cina ha limitato l’uso dei videogame online per i minori di 18 anni permettendo solo tre ore settimanali (dalle 20 alle 21 di venerdì, sabato e domenica) più il bonus dei festivi e fissando regole rigide per l’accesso come il riconoscimento facciale oltre che pesanti sanzioni agli operatori in caso di mancato rispetto delle direttive, fino al ritiro delle licenze.

Intanto anche Yahoo Inc. ha annunciato oggi la decisione di ritirarsi dal Paese citando un “ambiente commerciale e legale sempre più impegnativo”.
La società ha affermato che i suoi servizi non saranno più accessibili dalla Cina continentale a partire già dal primo novembre.
“Yahoo rimane impegnata nei diritti dei nostri utenti e in un Internet libero e aperto”, ha spiegato la compagnia californiana in una nota.

E’ la seconda grande azienda tecnologica americana nelle ultime settimane a ridurre le sue operazioni in Cina dopo LinkedIn, la piattaforma di networking professionale di Microsoft, che lo scorso 14 ottobre ha annunciato la chiusura del suo sito cinese che sarà sostituito entro la fine dell’anno da una piattaforma di forum di lavoro senza modalità social.

Un servizio limitato, in altri termini, al solo Paese e non di connessione con l’esterno denominato InJobs, privo di social feed o di possibilità di condividere post o articoli.
Insomma, una bacheca di annunci.
Yahoo aveva già avviato un percorso di ridimensionamento delle sue operazioni nel Dragone, tanto che nel 2015 decise di chiudere il suo ufficio di Pechino.

Il suo ritiro dalla Cina è in gran parte simbolico poiché diversi servizi di Yahoo e lo stesso portale web sono stati bloccati dalla censura del Great Firewall ed erano visibili solo attraverso l’uso di VPN.
Lo scorso mese l’app mobile Yahoo, con meteo e finanza, è stata rimossa dall’Apple Store cinese per la censura di Pechino a causa delle news di testate straniere, in particolare americane, ospitate. L’ultima goccia che evidentemente ha fatto traboccare il vaso.

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