Un falso infermiere di 39 anni di Stra è stato scoperto e denunciato dai Nas di Padova. L’accusa è per esercizio abusivo della professione e falso ideologico.
L’uomo, noto per fare l’infermiere nelle case di riposo del Vicentino e del Bassanese, non aveva l’abilitazione prescritta ed era privo dell’iscrizione all’albo professionale degli infermieri.
I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni di Padova stanno ora facendo controlli sistematici sui titoli professionali dei professionisti e, in molti casi, si attivano proprio per segnalazioni che arrivano dall’interno dei posti di lavoro.
Secondo quanto appurato dai carabinieri, il 39enne di Stra era riuscito a lavorare mediante l’attivazione ingannevole di contratti di collaborazione libero-professionale, con delle cooperative di servizi convenzionate con le strutture per anziani, producendo loro titoli e abilitazioni abilmente falsificate.
Il 39enne di Stra si presentava ai responsabili delle residenze socio-sanitarie per anziani della provincia di Vicenza e si qualificava come infermiere, nonostante non fosse iscritto all’albo professionale degli infermieri. In questa situazione si configurano reati continuati di esercizio abusivo della professione e falsità materiale.
La Procura della Repubblica di Vicenza è titolare per le indagini in corso. Si sta indagando per verificare se questa persona abbia lavorato non solo nell’area di Vicenza e di Bassano del Grappa, ma anche nelle zone del padovano. Nel corso delle indagini, verrà verificato anche se l’uomo si sia addirittura avvalso di complici per falsificare documenti ed attestazioni.
Questo non è il primo caso di esercizio abusivo della professione medica nella zona. Anni fa, la Riviera del Brenta fu teatro di un caso clamoroso di un falso ginecologo, Andrea Stampini. L’uomo (morto ormai da qualche anno) pur non essendosi mai laureato (aveva il diploma di geometra) era addirittura riuscito a diventare primario. I suoi discussi interventi medici e chirurgici hanno causato danni. Poi, dopo un grave fatto capitato all’ospedale di Dolo, la magistratura veneziana che ne ha verificato i titoli: non si era mai laureato in Medicina.