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Europei fanno impennare i casi in GB. Intanto Giappone chiude: Olimpiadi senza pubblico

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Gli Europei di calcio sarebbero responsabili dell’impennata di positività del virus nel Regno Unito. La vicenda è seria tanto che 100 scienziati in tutto il mondo inviano una lettera a firma congiunta.
Ebbene gli Europei di calcio, alla fine, pare che abbiano prodotto ciò che si temeva: le partite  di calcio potrebbero essere la causa del rapido aumento di casi di Covid rilevato nelle ultime due settimane in Inghilterra, soprattutto tra gli uomini.
La conferma arriva da uno studio dell’Imperial College di Londra.
Intanto oltre 100 esperti mondiali hanno scritto una lettera, pubblicata da Lancet, in cui criticano aspramente le riaperture annunciate dal premier britannico Boris Johnson, definendo il piano del governo “pericoloso e poco etico”.
Secondo gli esperti, rimuovere le restrizioni rischia di causare milioni di infezioni e di suscitare nei pazienti problemi cronici e disabilità legati al ‘long Covid’.
Una trasmissione non mitigata colpirà soprattutto i bambini non vaccinati e i giovani, che hanno già sofferto molto, senza dimenticare che gli alti tassi di trasmissione nelle scuole e nei bambini porteranno a problemi significativi dal punto di vista dell’educazione.

 

 

Inoltre una strategia del genere potrebbe fornire un terreno fertile all’emergenza di varianti resistenti ai vaccini, e avere un impatto pesante sui servizi e gli operatori sanitari che non hanno ancora recuperato dalle ondate precedenti.
Per gli scienziati “ogni strategia che tollera alti livelli di infezione è non etica e illogica”.
“Il governo si sta imbarcando in un esperimento pericoloso e poco etico, e chiediamo una pausa al piano di abbandonare le misure di mitigazione il 19 luglio”.
Già ora in Inghilterra si sta registrando una crescita dei casi, dovuta molto probabilmente agli Europei, con il 30% in più di positività tra gli uomini.
“L’aver visto le partite di calcio potrebbe aver portato gli uomini ad avere più attività sociale del solito”, rileva Steven Riley, autore dello studio.
In particolare la ricerca segnala che la prevalenza del virus SarsCov2 è passata dallo 0,15% dell’inizio di giugno allo 0,59% dell’inizio di luglio.
La crescita delle infezioni è diffusa in tutte le fasce d’età sotto i 75 anni, soprattutto tra quelle più giovani, con l’1,33% tra i 13-17 anni e l’1,4% tra i 18-24 anni.
Si è inoltre visto che i vaccinati under65 sono tre volte meno a rischio di essere infettati rispetto ai non vaccinati della stessa età, e che due dosi di vaccino danno una protezione del 72% contro il contagio.

 

 

L’EFFICACIA DEL VACCINO CONTRO VARIANTE DELTA

E proprio sull’efficacia del vaccino contro la variante Delta è arrivato un nuovo studio dell’Istituto francese Pasteur, pubblicato sulla rivista Nature, da cui emergono dati importanti.
La variante riesce infatti parzialmente a sfuggire agli anticorpi generati o da una precedente infezione da virus SarsCov2, o con una solo dose di vaccino (sia Pfizer che AstraZeneca), nonché ad alcuni anticorpi monoclonali realizzati in laboratorio.
La variante Delta è 4 volte meno sensibile, rispetto alla Alfa, agli anticorpi presenti nel sangue di persone guarite dal Covid fino a 12 mesi dopo l’infezione.
Anche una sola dose di vaccino è risultata poco o per niente efficace contro le varianti Beta e Delta: solo il 10% delle persone immunizzate con una dose è riuscito a neutralizzare la Delta.
La buona notizia è che con la seconda dose di vaccino invece si genera una risposta neutralizzante nel 95% delle persone.
L’indicazione degli esperti di accelerare ora con le vaccinazioni sembra dunque più che confermata.

 

OLIMPIADI DI TOKYO A PORTE CHIUSE: E’ DECISO

Le Olimpiadi di Tokyo sono perseguitate dalla pandemia.
Dopo il rinvio di un anno, nel pieno dell’allarme mondiale per l’esplosione del Covid-19, i Giochi riprogrammati tra quindici giorni si svolgeranno senza spettatori: una decisione drastica, ma attesa, vista la recrudescenza del coronavirus, alimentato dalla variante Delta.
Al termine di una giornata convulsa, fatta di riunioni con funzionari e organizzatori, a cui ha partecipato anche il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, il governo giapponese ha dato l’annuncio:
lo stato d’emergenza per Tokyo, fino al 22 agosto, che includerà tutta la durata delle Olimpiadi (dal 23 luglio all’8 agosto).
In base alla nuova stretta l’alcol sarà vietato nei bar e nei ristoranti, che dovranno chiudere alle 20, mentre gli eventi come i concerti dovranno terminare alle 21.
E soprattutto, le Olimpiadi perderanno la magia del tifo sugli spalti.

 

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Le porte chiuse varranno sia per Tokyo, che ospita la maggior parte dei siti olimpici, sia per le gare in programma nei tre dipartimenti vicini, Chiba, Saitama e Kanagawa.
La staffetta della torcia, già vietata sulle strade pubbliche in gran parte del Paese, si svolgerà a porte chiuse nella capitale.
E per i circa 11mila atleti in arrivo, ci saranno draconiane misure anti-Covid.
Quanto alle Paralimpiadi, in programma dal 24 agosto al 5 settembre, sulla presenza degli spettatori si deciderà dopo la chiusura dei Giochi.

Il capo del comitato organizzatore Seiko Hashimoto non ha nascosto la sua amarezza: “È deplorevole che offriremo dei Giochi in un formato molto limitato, mi dispiace per chi ha acquistato i biglietti e per chiunque viva nelle zone coinvolte”.
Chiudere al pubblico è stata una decisione “straziante”, gli ha fatto eco il governatore di Tokyo Yuriko Koike, invitando i cittadini a seguire i Giochi a casa “in sicurezza”.
Il governo, però, è stato inflessibile.
A parlare è stato direttamente il premier Yoshihide Suga: “Prendendo in considerazione l’effetto delle varianti del coronavirus e per non lasciare che i contagi si diffondano nuovamente nel resto della nazione – ha spiegato – dobbiamo rafforzare le nostre contromisure”.

Il Giappone, finora, ha retto alla nuova ondata della pandemia, iniziata a aprile.
A Tokyo, invece, negli ultimi giorni la situazione sta rapidamente peggiorando.
Nelle ultime 24 ore la capitale ha registrato oltre 920 dei 2.200 nuovi contagi di tutto il Paese, ai massimi dai mille di maggio.
A complicare le cose, la lentezza della campagna vaccinale: poco più del 15% dei giapponesi è immunizzato.
Con Tokyo e Osaka, le due città più colpite, a cui manca ancora la copertura totale degli over 65.

In questo quadro, la semi-stretta decisa dagli organizzatori dei Giochi il mese scorso (50% della capacità degli spalti e tetto di 10mila spettatori), è stata ritenuta insufficiente.
Ed è possibile che la scelta delle porte chiuse sia stata fatta anche guardando agli umori dell’opinione pubblica, spaventata dal virus. Il mese scorso un sondaggio del principale quotidiano giapponese, Asahi Shimbun, suggeriva che oltre l’80% della popolazione voleva che i Giochi fossero cancellati o rinviati.

La nuova impennata della curva del Covid in Giappone è alimentata soprattutto dalla variante Delta, che è arrivata al 30% dei nuovi contagi a livello nazionale.
In linea con la tendenza alla rapidissima espansione nella regione Asia-Pacifico.

Ne sa qualcosa l‘Australia, dove si moltiplicano i nuovi focolai, sono state annullate le Olimpiadi di Tokyoare di F1 e MotoGp, e Sydney resta paralizzata dal lockdown.
L’allerta è alta anche in Corea del Sud, che ha registrato il record di nuovi contagi dall’inizio della pandemia.

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