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Emissioni Co2: -35% in 2 mesi, però nel particolato è stato trovato il virus

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Emissioni Co2: -35% in 2 mesi, però nel particolato è stato trovato il virus

Crollo della Co2 in Italia per l’effetto lockdown.

In soli due mesi le emissioni Co2 hanno raggiunto una diminuzione di -35%.

Realtà molto vicina a quello che dovrebbe essere il taglio da raggiungere in un decennio per centrare gli obiettivi di Parigi.

Questi i dati del dossier ‘Effetti del lockdown sulle emissioni di Co2 in Italia, prima analisi congiunturale’ di Italy for Climate, alleanza per il clima fra le imprese italiane della green economy per supportare la transizione verso un’economia carbon neutral che ha tra i primi sostenitori aziende come Erg, Conou, Ing, e2i, Illy, Davines, che è stata lanciata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Sarà però, avverte il dossier, senza misure straordinarie per una ripresa green, di nuovo boom di emissioni nel 2021.

Arrivano poi i primi dati della presenza “certa” del coronavirus nel particolato atmosferico e si “apre la possibilità di avere un indicatore per rilevare precocemente la ricomparsa del coronavirus e adottare adeguate misure preventive prima dell’inizio di una nuova epidemia”, ma una nuova via di contagio è tutta da dimostrare.

È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) con le università di Trieste, Bari, Bologna e l’Ateneo di Napoli “Federico II”.

“Le prime evidenze relative alla presenza del coronavirus sul particolato – spiega Leonardo Setti, coordinatore del gruppo di ricerca – provengono da analisi su 34 campioni di Pm10 in aria ambiente di siti industriali della provincia di Bergamo, raccolti dal 21 febbraio al 13 marzo”.

Non è però possibile parlare di una nuova via di contagio del virus attraverso il particolato, spiegano i ricercatori.

E se il particolato potrebbe essere tra le ‘sentinelle’ per il nuovo coronavirus, i dati degli effetti da lockdown accendono i riflettori su clima che sarà.

Solo in questi mesi di marzo e aprile, si rileva nel dossier realizzato dall’alleanza Italy for Climate, sono previste oltre 20 milioni di tonnellate di CO2 in meno rispetto all’anno precedente.

Un calo che, si ribadisce, “non è però strutturale, e a fine pandemia c’è il rischio che si inneschi una crescita senza precedenti, che allontanerà l’Italia sempre più dai target dell’accordo di Parigi”.

“Per riuscire a essere in linea con Parigi – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – si dovranno mettere in campo politiche e misure tali da garantire livelli di emissione di Co2 paragonabili a quelli di queste ultime settimane”.

In particolare marzo è stato un mese ‘ibrido’ in quanto il lockdown si è attivato, infatti, gradualmente e questa gradualità la mostrano i dati: ad esempio i consumi elettrici della settimana 9-15 marzo sono diminuiti del 5,8% rispetto alla stessa settimana del 2019 e, nella settimana dal 23 al 29 marzo quando le misure restrittive erano ormai a regime, del 21,1%.

Complessivamente nel mese di marzo i consumi di energia sono diminuiti del 15,9% rispetto allo stesso mese del 2019 e le emissioni di CO2 del 17% (5,7 milioni di tonnellate di CO2), i tre quarti di questo calo sono dovuti alla contrazione del settore dei trasporti.

Le emissioni di Co2 connesse alla mobilità si sono ridotte, infatti, di quasi 4,5 milioni di tonnellate di Co2, il crollo dei consumi di gasolio è responsabile del 60% di questo calo.

Ad aprile i consumi di energia elettrica nelle prime tre settimane si stabilizzano intorno a un -23% rispetto allo stesso periodo del 2019.

I consumi petroliferi crollano del 70% circa e altrettanto le emissioni: solo nel settore trasporti si stimano 7 milioni di tonnellate di Co2 in meno rispetto all’anno precedente.

La contrazione nel settore dei trasporti è responsabile di oltre tre quarti della riduzione di Co2 del mese di marzo, seguito da quello dei consumi elettrici e di gas naturale.

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