Presidente, dimissioni di Letta? Elezioni?
«Non diciamo sciocchezze».
Botta e risposta con i reporter poco prima del suo ritorno al Quirinale dal Portogallo di Giorgio Napolitano sulla prova di forza in corso dentro il Pd per il governo.
A Roma mancavano ancora un paio d’ore alla conferenza stampa in cui il premier annuncerà di coler cercare un nuovo «patto senza scadenze» e il suo proposito di resistere a oltranza, rilanciandosi e sfidando il proprio partito a sfiduciarlo.
Il Presidente Napolitano, impegnato da martedì sera in un vertice trilaterale, sa tutto di quel che è successo e sta per succedere, però non crede ai flash d’agenzia e a qualche telefonata nelle pause: la staffetta, data per «sicura» e già «quasi accettata», non è praticabile «Non diciamo sciocchezze».
Che sia stato proprio il Capo dello Stato a parlare con Letta per fargli cambiare idea allontanando quello spirito di rassegnazione abbracciato dopo l’incontro con Renzi?
Napolitano, nel discorso al Cotec Europa davanti al re di Spagna e al presidente portoghese, ripete: «Dobbiamo essere consapevoli», ha scritto, con una citazione tratta da un messaggio del governatore di Bankitalia Visco, «che la fiducia faticosamente riguadagnata non dev’essere indebolita dal riaccendersi di timori sulla risolutezza dell’Italia a proseguire sulla strada delle riforme e della responsabilità». Traducendo: comunque finisca la partita, il percorso riformatore deve restare al centro dell’azione di governo… e di elezioni neanche a parlarne. «Sciocchezze», le liquida. Già cambiare un governo ha effetti di generale inefficienza indotta, figurarsi se si blocca il sistema andando al voto.
Redazione
[13/02/2014]
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