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Due coni gelato in piedi 7 euro. Venezia è cara? Lettere

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Venezia è cara? Torna la spinosa questione a cui non si può dare una risposta definitiva a causa delle centinaia di sfaccettature che fanno contestualizzare il tema di volta in volta.

Questa volta la domanda ci è posta da Teresa. Con molto garbo, ma sostanziale.

“Siamo andati a trovare i genitori di mio marito che sono ancora residenti a Cannaregio. Tengo a precisare che non siamo veneziani, ma neanche turisti da un angolo sperduto del pianeta, veniamo dalla provincia di Padova. Dunque siamo veneti, se questo può dire qualcosa o rappresentare una “condizione” magari sentendoci parlare”.

“Di pomeriggio, mentre noi restiamo in compagnia dei suoceri, le figlie ci chiedono di poter fare una passeggiata. Dopo le raccomandazioni di rito alle due ( 14 e 12 anni) diamo loro 10 euro per il gelato e le salutiamo”.

“Al ritorno chiediamo loro se è andato tutto bene e rispondono di si, solo che hanno finito i soldi”.

“Dico che non c’è problema e chiedo cosa si sono comprate di bello…”.

“Niente mamma, solo che i due gelati sono costati 7 euro, e poi avevamo sete, siamo andate in un bar a bere un bicchiere d’acqua… e abbiamo finito i soldi…”.

“Dunque – dice Teresa – : un cono gelato in mano (in piedi) costa 3,50 euro, poi un bicchiere d’acqua in bar (in piedi) costa 1,50. Per due bambine sono 10 euro”.

“Allora chiedo, ma proprio senza polemica, sono i prezzi normali in città? Non sono un po’ cari?”.

“Dei bicchieri d’acqua non ho lo scontrino, le bambine non lo avevano, o forse non è stato neanche battuto, ma certo non vado a raccontare una cosa per un’altra, quindi spero mi crediate”.

“Certo, dove abitiamo noi avremmo pagato meno. Ma eravamo a Venezia… lo capisco, ma non credo neanche sia giusto fare discorsi campanilistici. C’è solo da capire se Venezia è davvero una città più “difficile”, una città, per fare un esempio, dove anche i bambini veneziani fanno più fatica degli altri dato che anche i gelati costano di più…”

“O sbaglio io…?”.

Grazie, saluti

Teresa

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14 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Sarebbe da togliere ovunque quella fastidiosa se non vergognosa differenza di prezzi se ci si siede o si sta in piedi al banco. Inoltre, ma forse chiedo troppo, ricevere qualche sorriso e gentilezza da parte di taluni commercianti nell’ accogliere e servire i clienti, che purtroppo non sempre è così. Senz’altro si accetterebbe con più benevolenza anche uno scontrino salatino…

  2. Dipende da dove sono stati presi i gelati. Ci sono gelaterie molto turistiche dai prezzi alti e gelati di bassa qualità. Ci sono gelaterie nella media con prezzi normali e gelaterie fighette con prezzi alti. Come per qualsiasi altra cosa.
    Se si va a bere dell’acqua al bar e non si vuole pagare di solito si chiede gentilmente un bicchier d’acqua del rubinetto e si viene spesso accontentati, sopratutto se si è dei bambini.
    Però non se vai a chiederlo all’Harry’s bar. Tante volte si può anche bere alla fontana.
    Comunque a Venezia è meglio essere americano piuttosto che padovano. Il turismo regionale è visto molto male, i veneti spesso vengono a Venezia per ubriacarsi, urlare per la strada e fare casino con un atteggiamento da padroni della città. Quindi no, essere della provincia di Padova a Venezia non porta nessun vantaggio.

  3. Cara Teresa ti scrivo non per fare polemica con te che hai raccontato una realtà ma per rispondere alla tua domanda: Venezia è una città difficile? La mia risposta è sì! Lo è anche per quei 50mila che ancora si ostinano a caro prezzo ad aiutarla e quando dico a caro prezzo non lo dico solo in termini economici! Io ci sono nato e ci vivo da 71 anni perché è una città che ti da molto in termini di rapporti sociali (quanti in terraferma se incrociano un amico in macchina si fermano a parlare? Qui se hai fretta speri di non incrociare nessuno perché di sicuro faresti tardi!) e di vita (nessun stress per parcheggi ecc.). Ma siamo oramai come una piccola sperduta popolazione delle foreste fluviali circondati da 30MILIONI di turisti all’anno che continueranno ad aumentare visto che la politica cittadina non si produce in piani di riconversione anzi incrementa sempre più l’ospitalità che attenzione non porta ricchezza alla città né ai suoi cittadini. Quanti infatti sono i gestori e i lavoratori del turismo che abitano nel comune e che con l’irpef comunale contribuiscono al bilancio della città? Pochi e guarda caso nessuno fa un censimento su questo! Anche nella zona popolosa di Castello in cui la presenza di bambini abbassa sicuramente l’età media dei veneziani si sta da anni cercando, grazie alla politica mercantile del Sindaco di Mestre, di aumentare il flusso turistico ci hanno provato con i gasometri, oggi con l’ex caserma di San Pietro di Castello snaturando così un tessuto veneziano ancora vivo (preciso per i malpensanti io vivo a San Marco e non ho interessi nell’area castellana!). Da anni si parla di biglietto di ingresso a Venezia per entrare in città ed ogni anno si rimanda all’anno successivo. Si arrestano così i flussi? No di certo aumentano i flussi di denaro che non ritornano come succede da anni alla città ma in compenso i turisti avranno ancor più la sensazione di poter girare e vivere la città come fosse Venezialand (vedi i bagni nei canali pieni di colibatteri o i giri in moto bicicletta magari in costume da mare) e una tassa d’ingresso che cozza contro l’art. 16 della nostra Costituzione. Noi presidiano per ancora poco il territorio e vorremmo l’aiuto di chi viene da fuori che abbia una sensibilità e un rispetto per la città e anche per noi! Grazie a tutti coloro che anche nelle critiche costruttive ci aiutano a sopravvivere.

  4. Ci sono posti a Venezia dove il gelato lo si può prendere a 2 euro, massimo 2,50. Posti dove il caffè al tavolo viene 1,20, cioè 1 al banco, che ormai nemmanco in terraferma. L’importante è sapere quali sono, e andar solo lì, ignorando gli altri esercizî. L’unico dispiacere è che le botteghe occupate dai bar turistici a prezzi assurdi, in una città normale, sarebbero occupati da mercerie, macellerie e robivecchi, alquanto carenti a Venezia

  5. In questo momento sono a Parigi. Ieri ho preso con mia figlia due caffè in piedi e un gelato da asporto in un bar vicino a montmartre. I caffè 3.5 euro l’uno, il gelato 5 euro (2 “palline” ). Il problema di questa eterna polemica è che chi la fomenta di solito non è mai uscito dall’ombra del campanile. Soprattutto ora, con l’inflazione che c’è, non avete idea di cosa sta succedendo ai prezzi nel mondo. Venezia, tra le città superturistiche è certamente una delle più economiche.

    • Concordo pienamente con Luca, chi non si muove dalla sua zona non sa quanto sono aumentati i prezzi all’estero, due esempi banali, ma spero rendano l’idea che vale un po’ per tutto: nello stesso ristorante a Parenzo da un anno all’altro i prezzi sono esattamente raddoppiati! Ho provato poi a prenotare un soggiorno a Zagabria ed i prezzi sono maggiori che a Venezia.
      Venezia, oltre che essere meravigliosa, è ancora economica e forse è per questo che è presa ancor più d’assalto.

  6. Qui a Venezia e sulle isole tutti, bar, supermercati, negozi etc….hanno alzato i prezzi e questo è anche perché oltre all’aumento delle bollette, il gasolio per i mezzi di trasporto merci, etc….tutti penso facciano fatica residenti e anche i veneti stessi. Le buste paga e le pensioni sono basse e i generi alimentari, etc…aumentano di prezzo.

  7. Abito a Mestre l’altra sera ero a Venezia pensavamo di prendere un gelato in Ruga Rialto: 1 cono con una pallina 3,50 listino prezzi esposto.
    Il gelato l’abbiamo preso a Mestre

  8. ci credo , da veneziano so per certo che ci sono molte gelaterie con prezzi normalissimi , tipo un euro a pallina , e qualche conosciuta per la ultra bontà che è veramente più cara , da vedere dove è stato preso il gelato , leggo che ci sono posti che la pizza viene pagata 4 euro , quì a Venezia da asporto ne paghi minimo 8/9 , ma noi del posto lo sappiamo da sempre

    • Che Venezia sia cara anche per i residenti è cosa nota comunque ricordo che nel bar presso cui lavoravo già negli anni 70 servivamo il cappuccino per i residenti con il caffè appena fatto e per gli stranieri riciclato con i sorbetti

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