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Dorotea De Pippo avrebbe istigato Giorgio Palmieri ad uccidere, poi con il bancomat delle vittime ha fatto spese

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Dorotea De Pippo avrebbe istigato Giorgio Palmieri. Sarebbe lei “la mente” che ha architettato il piano nei minimi dettagli ora che l’uomo ha cambiato versione non “coprendola” più.

La ex colf aveva dichiarato «Io non c’ero, in quella casa, e non c’entro niente con gli omicidi. Se Giorgio dice il contrario è perché in questi giorni ha letto sui giornali che avevo un altro uomo e vuole farmela pagare». Erano appena avvenuti gli omicidi, la sera del 3 gennaio, a Caselle, di Claudio Allione, 66 anni, della moglie Maria Angela Greggio, 65, e della madre di lei, Emilia, 93.

Giorgio Palmieri, 56 anni, in carcere da 18 giorni con l’accusa di aver materialmente assassinato le tre persone, aveva di nuovo confermato la versione nell’ennesimo interrogatorio: «Ho fatto tutto da solo. Dorotea non ha niente a che vedere con questa faccenda» ha ripetuto per un paio d’ore finché, com’è scritto nel verbale, finche’…

Gli atti dicono che c’è stata una sospensione di 25 minuti, e alla ripresa le cose erano cambiate. Dopo la pausa Palmieri è tornato a sedersi ed ha raccontato una storia completamente diversa dalla prima, stavolta così credibile da diventare il punto di forza per l’arresto di lei.
Dorotea De Pippo, 52 anni, è accusata adesso, come lui, di rapina e omicidio premeditato aggravato. E’ difesa dall’avvocato Alberto Righetti, e la matrice del triplice omicidio starebbe nel fatto che la donna a volte era maltrattata come colf.

«Già il giorno 30 volevamo fare la stessa cosa che abbiamo fatto il giorno 3 — spiega Palmieri sotto interrogatorio — ma non c’era la Greggio e Dorotea non ha voluto, perché voleva che venisse uccisa anche lei poiché la maltrattava (…). La sera del 3 siamo andati senza preavviso (il pretesto era parlare di un vecchio prestito, ndr ), la signora Greggio ha chiuso i cani e siamo entrati in cucina, dov’era anche il signor Allione. La signora ha preparato il caffè e ha detto che sarebbe andata dalla nonnina al piano di sotto. A quel punto Dorotea, con il pretesto di salutare la nonnina, se n’è andata via ben sapendo quello che dovevo fare».

Palmieri racconta: «Mentre ci recavamo a casa degli Allione, Dorotea mi ha indicato dove si trovavano i soldi e mi ha detto: ci vogliono le palle per fare certe cose (…) Io volevo solo legarli e poi rubare».
«Li ho uccisi con un coltello, prima lui, poi la signora e poi la nonnina»; racconta dei soldi: «Dorotea mi aveva detto dove si trovavano in camera da letto ma sono entrato nel panico e ho preso solo un borsello che era a portata di mano, l’ho portato a casa e l’ho consegnato a Dorotea, c’erano dentro anche i bancomat con i codici pin che ha usato soltanto lei perché io non sono capace».

Gli uomini del colonnello Domenico Mascoli, Nucleo investigativo dei carabinieri, hanno ricostruito le spese di Dorotea fra il 3 e il 5 gennaio fatte con tre bancomat sottratti alle vittime e usati assieme a una carta punti di cui soltanto lei aveva la disponibilità. In quei due giorni l’ex domestica di casa Allione comprò profumi, vestiti, pesce, fece un paio di volte la spesa, pagò una bolletta del gas e fece prelievi per un totale di 3.700 euro.

Dice lui a verbale: «Ho accettato di ucciderli su istigazione di Dorotea perché ero disperato e se non lo avessi fatto mi avrebbe lasciato (…), era convinta che nessuno l’avrebbe scoperta sull’uso delle carte perché andava a fare acquisti al Bennet, dove non ci sono telecamere (…). Quando le ho detto che mi ero ferito durante gli omicidi mi ha risposto: a me non mi ha visto nessuno». L’uomo ricorda davanti ai magistrati che quando scoprirono i corpi fu lei ad avvisarlo con un sms: «Li hanno trovati».

Redazione

[26/01/2014]

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