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Comune di Venezia e tagli, agitazioni

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Dipendenti comunali e tagli, personale dichiara lo stato di agitazione

Dipendenti comunali di Venezia sul piede di guerra e in agitazione.
L’assemblea degli oltre trecento dipendenti di Ca’ Farsetti di ieri ha confermato acque in tempesta davanti al possibile taglio degli stipendi.
Asciutto il comunicato sindacale:
“Alla fine di un’infuocata assemblea generale a Ca’ Farsetti – sede del Comune di Venezia – la RSU del Comune di Venezia e le organizzazioni sindacali territoriali hanno comunicato che è stato approvato all’unanimità lo stato di agitazione di tutto il personale del Comune di Venezia in considerazione delle continue dichiarazioni in merito alle ipotesi di taglio del fondo per il salario accessorio, di blocco delle assunzioni e del processo di deprecarizzazione”.
“Trasmettiamo la presente comunicazione nel rispetto del dettato contrattuale e normativo”- scrivono i lavoratori e i sindacati al Commissario Prefettizio Vittorio Zappalorto e al Prefetto di Venezia – in vista del nuovo incontro previsto per mercoledi 30 luglio “Comunichiamo altresì – chiude lo stringato comunicato di FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, CSA, DICCAP – che l’assemblea ha dato mandato alla delegazione sindacale di decidere ulteriori forme di mobilitazione in presenza di una evoluzione negativa del confronto”.

Come noto, il commissario Vittorio Zappalorto è alle prese con tagli per 47 milioni di euro e il suo mantra è che tutti devono fare la loro parte. La parte dei comunali si traduce in un taglio nel contratto decentrato.
A Ca’ Farsetti nessuno si ricorda di uno sciopero dei comunali, ma questa volta i dipendenti sono pronti a scendere sul piede di guerra sentendosi minacciati nelle retribuzioni – dicono – “Mentre non viene toccata la dirigenza”.
Il nuovo scenario metterebbe a rischio anche le stabilizzazioni dei precari e le supplenze che vengono rinnovate ogni anno, con preoccupazione soprattutto per il personale degli asili alla riapertura di settembre. L’amministrazione parla di tagli ragionati, che vedrebbe confermato il blocco dei turn over, il mancato rinnovo di alcuni contratti a tempo e il blocco dei miglioramenti contrattuali non previsti dal contratto nazionale del settore.

Paolo Pradolin

[29/07/2014]

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