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Operazione X-Force: a Venezia 2 arresti e 8 denunciati per pedopernografia online

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Crimini online ai danni di minori, tra le operazioni più importanti della Polizia postale c’è anche Venezia.

Due persone sono state arrestate e 8 denunciate proprio grazie all’indagine della Polizia postale di Venezia nell’ambito dell’operazione denominata X-Force.
E’ una delle operazioni più significative del 2019 riguardo ai crimini sul web ai danni dei minori, coordinate dal C.N.C.P.O. (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online), assieme ai Compartimenti della Polizia Postale di Pescara, Torino, Venezia, Udine e Catania.

Grazie all’attività, coordinata dal C.N.C.P.O. e condotta dal Compartimento Polizia Postale di Venezia, su segnalazione della polizia canadese, sono state sviluppate tracce informatiche riconducibili a cittadini italiani indiziati per i reati di divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico, perpetrati in Rete attraverso il noto servizio di messaggistica istantanea “KIK”.

La Procura della Repubblica di Venezia ha quindi emesso 10 decreti di perquisizione personale e domiciliare nei confronti di altrettanti utenti italiani.

Nel corso della perquisizione informatica nei confronti di un arrestato è emerso del materiale autoprodotto in danno di tre ragazzini minori italiani.

L’operazione si è conclusa con 8 denunciati e 2 arrestati. Altre indagini, nel corso dell’anno, si sono svolte in altre parti d’Italia.

L’attività di prevenzione svolta dal C.N.C.P.O. quest’anno, attraverso una continua e costante attività di monitoraggio della rete, ha permesso di individuare 46.077 siti internet, di cui 2.287 inseriti in black list ed oscurati perchè con contenuti pedopornografici.

OPERAZIONE “TANA DELLA LUNA”
L’indagine è stata avviata dal Compartimento Polizia Postale di Catania e coordinata dal C.N.C.P.O., a seguito della denuncia della madre di un minore che ha scoperto, all’interno del telefono cellulare del figlio, un video di natura pedopornografica.

Dall’analisi informatica dell’apparecchio telefonico è risultata, all’interno di un’applicazione di messaggistica istantanea, la presenza di due gruppi di utenti, uno dei quali denominato “Tana della luna”, da cui trae spunto il nome dell’operazione, all’interno dei quali i partecipanti si sono si sono resi responsabili dei reati di divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico.

Al termine dell’indagine, sono stati eseguiti sul territorio nazionale 51 decreti di perquisizione personali e domiciliari. Ben 28 di questi decreti di perquisizione sono stati emessi, dalla Procura della Repubblica per i minorenni di Catania, nei confronti di soggetti di minore età che, tramite la precitata applicazione telefonica, hanno distribuito, diffuso, offerto e ceduto immagini e video a contenuto pedopornografico.
L’attività si è conclusa con 51 denunciati.

OPERAZIONE “LITTLE PLAYERS”
L’Indagine, coordinata dal C.N.C.P.O. e condotta dalla Sezione Polizia Postale di Udine, trae spunto dalla segnalazione presentata da un sacerdote nei confronti di un suo ex alunno che attraverso il proprio profilo “Instagram” seguiva bambini e ragazzi in atteggiamenti provocanti, che presentavano altresì sul proprio profilo riproduzioni fotografiche pedo. La sezione di Udine ha svolto la perquisizione informatica nei confronti dell’indagato e dall’analisi dei supporti informatici rinvenuti si acclarava la presenza, su tali supporti, di materiale pedopornografico.

Inoltre, l’esame del materiale sequestrato consentiva agli operatori di verificare che il materiale illecito era stato oggetto di scambio con altri utenti del noto servizio di messaggistica istantanea “KIK”, dove il soggetto era solito accedere, comunicando anche in lingua inglese.

Da questo ha preso il via una indagine molto più ampia e complessa, condotta sotto copertura, a seguito della quale sono stati individuati 36 soggetti che detenevano e divulgavano materiale pedopornografico tramite link a spazi cloud dove veniva archiviato il predetto materiale.

Sono state eseguite 36 perquisizioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Trieste, volte ad individuare i soggetti responsabili di tali condotte delittuose.
L’attività si è conclusa con 35 denunciati e 1 arrestato.

OPERAZIONE “DIRTY WARE”
Nell’ambito di un’attività coordinata dal C.N.C.P.O. e dal Compartimento Polizia Postale di Pescara, su segnalazione della polizia canadese, sono state sviluppate tracce informatiche riconducibili a cittadini italiani indiziati per i reati di divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico perpetrati in Rete attraverso i noti servizi di messaggistica istantanea “KIK” e “Wattpad”.

La Procura della Repubblica de L’Aquila ha pertanto emesso 11 decreti di perquisizione personali e domiciliari, eseguiti sul territorio nazionale, nei confronti di altrettanti utenti italiani.
L’attività si è conclusa con 10 denunciati ed 1 arrestato.

OPERAZIONE “LOST NET”
Nell’ambito di un’attività coordinata dal C.N.C.P.O. e dal Compartimento Polizia Postale di Torino, anche con modalità sotto copertura, sono stati eseguiti sul territorio nazionale 11 decreti di perquisizione personali e domiciliari emessi dalla Procura della Repubblica di Torino, volti ad identificare utenti italiani che si sono resi responsabili dei reati di divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico perpetrati in Rete.

L’attività sottocopertura si è svolta prevalentemente sul circuito Gigatribe, nonché sul noto servizio di messaggistica istantanea “Telegram”, ove è stata riscontrata la presenza di canali trattanti specifiche tematiche.
Nel corso della perquisizione informatica è stato rinvenuto ingente quantitativo di materiale pedopornografico.
L’attività si è conclusa con 6 denunciati e 5 arrestati.

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