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Coronavirus Venezia e Veneto: numeri ancora in crescita

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Coronavirus a Venezia che torna a far sentire prepotentemente la sua presenza: 4 i decessi per Covid in 24 ore nel Veneziano.

320 oggi il numero totale dei morti dall’inizio della pandemia nel nostro territorio, cale a dire nelle aree di competenza dell’Ulss 3 e dell’Ulss 4.

Venezia inoltre registra 20 nuovi casi, mentre sono 277 gli attualmente positivi nella nostra provincia.

Sempre 15 le persone ricoverate a Dolo, con la struttura veneziana che si conferma l’ospedale al primo posto per presenze Covid dell’intera Regione.

803 le persone poste in quarantena preventiva.

VENETO
All’orario d’arrivo dei dispacci nazionali, che hanno visto una flessione di casi, si sperava che il Veneto seguisse la tendenza. Invece, al contrario, la nostra Regione segna 121 nuovi casi nelle ultime 24 ore.
22.255 i casi positivi dall’inizio della pandemia.

9 i decessi registrati rispetto al giorno prima, anche se viene chiarito che vi possono essere ritardi nelle registrazioni, quindi un decesso potrebbe essere avvenuto, in realtà, nei giorni precedenti ma conteggiato ieri.

Nel particolare, in Veneto attenzione particolare sui 178 casi (su 560 testati) dipendenti di un’azienda del trevigiano, provincia dove si registra un terzo dei contagi veneti.

Ed è la Marca oggi il territorio più “attenzionato”: 772 dei 2.116 casi della Regione sono lì. E’ un territorio di casi “delicati”, a partire dall’ex caserma Serena di Dosson che, all’epoca, ha avuto 250 ospiti positivi su 300 richiedenti asilo, per continuare con l’azienda di corrieri espresso di Casale sul Sile per finire con l’azienda di Vazzol dove oggi un terzo degli operai sono positivi.

SITUAZIONE NAZIONALE
La notizia del giorno è che il coronavirus ha colpito anche Flavio Briatore.
L’imprenditore 70/enne è ricoverato al San Raffaele con i sintomi della polmonite bilaterale tipica dei virus come il covid, accusati domenica quando è arrivato a Milano dalla Costa Smeralda, dove è stato protagonista di diverse invettive contro chi seminava “il terrore del virus”.

E ora nel suo Billionaire ci sono 58 positivi fra i membri dello staff e anche il ristorante Cipriani di Montecarlo di sua proprietà è stato chiuso per la positività di due dipendenti.

Il numero dei positivi riscontrati al Billionaire, inizialmente indicato in 63, in serata è stato corretto in 58 casi su 87 tamponi eseguiti.

L’Unità di crisi del nord Sardegna ha verificato che 5 schede relative ai dati dei tamponi risultati positivi per errore erano state accorpate con quelle del locale di Flavio Briatore.

Le condizioni di Briatore, in passato guarito da un tumore ai reni, appaiono serie, ma per ora non si è reso necessario il trasferimento nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale milanese guidato dal professor Alberto Zangrillo, suo medico di fiducia con cui in queste settimane ha condiviso l’etichetta di scettico, se non di negazionista.

Definizioni nettamente rifiutate da Zangrillo, che rivendica il suo impegno in prima linea di fronte alla prima ondata e che ora è convinto che “il Covid-19 si è indebolito”.

L’ex manager di Formula Uno non è l’unico malato con il Covid oggi al San Raffaele, è ricoverato nel reparto solventi, non in una sezione speciale, soluzione che ha sollevato qualche polemica, ma che è prevista ed era già stata utilizzata nello stesso ospedale con l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, con il paziente in una stanza isolata, trattato secondo tutti i protocolli di sicurezza.

Nel pomeriggio il suo staff ha diramato l’unico bollettino ufficiale. Ha definito le sue condizioni “assolutamente stabili e buone”, spiegando che l’imprenditore “domenica sera, accusando leggera febbre e sintomi di spossatezza, si è recato al San Raffaele per un controllo. E’ stato ricoverato, è stato sottoposto a un check up generale e resta sotto controllo medico”.

Giorni fa Briatore aveva già avuto qualche sintomo. “Ho parlato stamattina con Zangrillo, dice che è un raffreddore. Io l’altro giorno ho avuto la febbre: era un raffreddore”, raccontava al giornalista Nicola Porro il 19 agosto, lamentandosi della chiusura delle discoteche per quello che, diceva, “sembra il virus del panettiere, che si alza la notte per lavorare e dorme di giorno”.

A marzo, invece, Briatore aveva raccontato di aver avuto tosse e febbre a dicembre, e che le sue tac di allora secondo il giudizio di Zangrillo erano compatibili con quelle di malati di coronavirus. Otto mesi dopo c’è un tampone a confermare il contagio, probabilmente derivante dal focolaio in Sardegna, dove Briatore ha trascorso circa un mese, “metà vacanza, metà lavoro”, come da post su Instagram il 17 luglio.

Il suo profilo racconta l’estate attraverso una trentina di foto, in cui Briatore compare solo una volta con la mascherina, in elicottero: poi ci sono gli scatti in motoscafo con il figlio e i suoi amici, l’allenamento a Porto Cervo con il preparatore atletico, la serata di apertura del suo locale, l’abbraccio con l’altro imprenditore Renzo Rosso, la foto con gli artisti dello Smeralda Dinner Show, un’intervista con una giornalista francese, una riunione con lo staff di un locale a Monte Carlo, e anche il video a Villa Certosa il 12 agosto con Silvio Berlusconi (che si è sottoposto al doppio tampone, risultato negativo).

Ha invece il coronavirus Sinisa Mihajlovic, l’allenatore del Bologna al fianco del quale Briatore ha posato a Ferragosto prima di una partita di calcio con vari vip. “Dopo la foto ha fatto un tiro e poi è andato”, racconta uno dei presenti. C’erano anche Paolo Bonolis, il figlio Davide e Fabio Rovazzi, tutti negativi.

L’indomani il figlio di Briatore, Falco Nathan, ha postato una foto in campo con Andrea Petagna, calciatore del Napoli, poi risultato positivo al coronavirus.

Su Instagram il proprietario del Billionaire non ha risparmiato invettive contro il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, ‘reo’ di aver stoppato la musica a mezzanotte in Costa Smeralda, il quale ora gli augura “una rapida guarigione”.

E non meno duro Briatore è stato con la virologa dell’ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo, criticata perché durante la sua vacanza in Sardegna, lontana da ristoranti e locali, “non lascia una lira a nessuno”, e definita “una di quelli che hanno terrorizzato l’Italia”.

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