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Conte: via Quota 100 e dl Sicurezza. Cancellata ogni traccia della Lega

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Anche Conte cede: prime riaperture dal 27/04

Conte: via Quota 100 e dl Sicurezza. E’ evidente l’intenzione del premier e del governo di ‘cancellare’ ogni traccia della Lega. Un atteggiamento in cui si affianca Iv: “rimediamo ai danni fatti dal populismo” ma che provoca l’ira di Salvini: “Non lo permetteremo”.
Il ‘Decreto Sicurezza“, come noto, prevede più brevi tempi per ottenere la cittadinanza italiana, un nuovo sistema previsto per l’ “accoglienza”, il ripristino della possibilità di poter svolgere lavori di utilità sociale, la cancellazione delle multe milionarie alle navi ong.

A questo nuovo orientamento del governo, si affianca ora il colpo di spugna che spazzerà via la “Quota 100”, provvedimento fortemente voluto da Matteo Salvini per un pensionamento anticipato. E’ soprattutto con questi due provvedimenti che il Conte Due cancella l’impronta leghista del Conte Uno.

Giuseppe Conte, presidente del consiglio, ha assicurato che Quota 100 verrà archiviata. Era un progetto triennale che sta arrivando a scadenza e il rinnovo “non è all’ordine del giorno”, spiega l’interessato dal Festival dell’Economia di Trento.
L’accelerata, da sempre auspicata dal Pd, piace a Matteo Renzi: “L’abolizione di Quota 100 è una svolta importante – dice il leader di Iv – e rimedia ai danni del governo populista”.
Matteo Salvini annuncia invece barricate e tuona: “Vogliono tornare alla Legge Fornero. La Lega non lo permetterà”.

Con un Pd che continua a chiedere al governo di fare, fare e poi fare, e un Movimento Cinque Stelle in cerca di se stesso, il presidente del consiglio Giuseppe Conte si inventa motivatore. “Non dobbiamo disunirci, sfilacciarsi”, dice rivolgendosi anche all’opposizione, ma parlando soprattutto agli alleati. Perché questa è “la fase cruciale della ricostruzione. Possiamo vincere la sfida della ripartenza”.
Insomma, il messaggio è: ci sono i 209 miliardi del Recovery Fund da spendere. Pensiamo a come investire quelli, e non ci perdiamo nelle liti, non mettiamo a repentaglio la maggioranza. I piani cominciano a definirsi, “aggregheremo i singoli progetti – spiega Conte – che forniranno una visione di Paese, in linea con le indicazioni Ue. Avremo una struttura normativa dedicata al Recovery plan”.

Conte chiede a chi pensa che il governo cada, di “essere un po’ più rispettoso”, perché non è un “concorso di bellezza”. “Delle volte – osserva – mi sembra di vivere in una situazione dissociata in cui a livello internazionale tutte le più autorevoli istituzioni finanziarie, le più autorevoli testate giornalistiche e i colleghi europei apprezzano il nostro operato e addirittura ci chiedono a che punto siamo con il recovery fund”, mentre “in Italia abbiamo domande su quando cade il governo oppure se il governo è stabile”.

Non è certo una questione di rischio-stabilità, ma oggi la cronaca politica registra una certa distanza tra il premier e il segretario del Pd. Con Zingaretti che paventa un nuovo lockdown e Conte che lo esclude, con Zingaretti che chiede gli “stati generali della scuola” per “dare risposte alle mobilitazioni di docenti e studenti” e Conte che difende il lavoro della ministra Lucia Azzolina.
Però, sulla maggioranza, il segretario Pd percorre il sentiero del premier. “La stagione dei picconi è finita, siamo nella stagione della ricostruzione, e io credo che sulla ricostruzione e sulla rinascita noi abbiamo molte più cose da dire”.

Sul tema alleati, il Movimento Cinque Stelle è apparso più distratto, meno reattivo. Un po’ perché è preso da beghe interne, un po’ perché si è trovato indirettamente tirato in ballo dalla polemica sull’ “amico” presidente dell’Inps Pasquale Tridico, accusato di essersi raddoppiato lo stipendio. “Chiederò chiarimenti”, ha detto Luigi Di Maio, anticipando di qualche ora la risposta del premier: “Non ero informato, ho chiesto accertamenti”.

Conte, nella settimana che si apre, avrà un faccia a faccia non facile con gli industriali. Li incontrerà martedì, al parco della Musica, quando interverrà all’Assemblea di Confindustria. Non sarà una passeggiata, viste le posizioni del presidente Carlo Bonomi, da sempre molto critico col governo. E lì, prima che in Europa, il premier dovrà ‘spendere’ bene i progetti del Recovery.

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