Concordo pienamente sul sacrificio del vivere a Venezia, da veneziano doc lo capisco moltissimo.
Costi raddoppiati in tutto e per tutto, difficoltà di movimento, tempi biblici per percorrere pochi chilometri.
“Rimboccarsi le maniche”: giusta considerazione per decidere di far fronte a tutto ciò perché, tutto sommato, nella sua scomodità Venezia resta sempre Venezia…almeno per chi decide di rimanerci.
La scelta, però, è anche quella di decidere di lasciarla la nostra città e le ragioni possono essere molteplici e totalmente legittime.
Dal mio punto di vista non mi sento di condannare di tradimento della venezianità i giovani migranti trentenni.
Piuttosto la causa del cambiamento enorme della nostra amata e, (oggigiorno) violentata città, è da ricondursi prevalentemente ad una politica indegna, poco lungimirante e assetata di egoismo.
Una politica individualista che di certo, ne compromette la sua vivibilità.
Chi è causa del proprio male pianga se stesso….sono le persone che eleggono i loro amministratori …..
L’unica politica indegna sono i veneziani che vivono maltrattando la città per farci i soldi. Poi però la sera tornano in campagna per star tranquilli. I pochi veneziani rimasti che vivono lavorando di altro soffrono per fare qualsiasi cosa. Questa non è la mia Venezia è una miniera di soldi per chi la sfrutta per farci i soldi. E credimi sono la maggior parte. Cmq l’importante è che non veniate in terraferma a disturbare i nostri paesi con la vostra maleducazioni, cari veneziani, spendete i vostri soldi rubati alle Maldive.