Ti piaceva un sacco quella foto in cui sorridevi e dietro c'era il mare, il tuo mare, quello davanti a Sottomarina. Andavi fiera delle tue origini e questo ci faceva sempre sorridere. Giorgia Iazzetta non c'è più. Era una giornalista, aveva 35 anni. Da tanto, troppo tempo, aveva iniziato una battaglia contro la “bestia”. L'aveva fatto con il sorriso, con quel sorriso che sapeva conquistare e che aveva conquistato tutti coloro che l'avevano conosciuta.
Quando muore una persona come è morta Giorgia sui giornali vediamo tanti titoloni a tutta pagina, locandine, fotografie. Li merita anche Giorgia i titoloni. Noi lo facciamo con i nostri mezzi, con quelli del web, perchè un titolo sul web, è per sempre. Giorgia era una persona che amava la vita in tutte le sue sfumature e desiderava fare questo mestiere con tutta se stessa. Ricordo quando all'inizio dell'avventura del Corriere del Veneto ci si confrontava quando dovevamo scrivere articoli legati alla cronaca nera.
Era capace Giorgia, era profonda, sapeva cogliere le emozioni del momento e le notizie. Per lei i colleghi non erano solo una questione di lavoro ma anche e soprattutto una questione di amicizia. Una sera, tutti noi collaboratori del Corriere del Veneto, ci ritrovammo in uno stabilimento balneare di Sottomarina per una cena all'aperto. Poi una partita di calcio sulla spiaggia, il bagno a mezzanotte, al chiaro di luna, le sfide al tavolo di ping pong. Giorgia era felice, aveva i suoi colleghi e amici vicini, a casa sua. Una vicinanza che il tempo e gli eventi non hanno mai inquinato. Il giornalismo veneziano perde una firma che valeva molto. Noi tutti, parenti, amici, colleghi, perdiamo una ragazza di 35 anni che era diventato un esempio di forza e di carattere nell'affrontare una malattia che l'aveva sorpresa, distruggendola un po' alla volta. Ciao Giorgia, guardaci da lassù e quando lo fai metti la bandana blu e sorridi come in quella foto che amavi tanto.
Raffaele Rosa
[30 novembre 2011]
