Niente da fare per Chiara Ferragni: i suoi “snow boots” assomigliano troppo ai Moon Boot e dovranno essere ritirati. Non solo: la influencer e imprenditrice dovrà risarcire il gruppo Tecnica di Giavera del Montello (TV) con una cifra da quantificare con un accordo in forma privata. Il Tribunale di Milano si è così espresso nella sentenza 491 del 25 gennaio 2021, come riportato da Repubblica.
Moon Boot, un’idea veneta dal 1969
I Moon Boot nacquero 52 anni fa, ispirati alle calzature usate da Neil Armstrong durante l’allunaggio. A idearli fu Giancarlo Panatta, titolare di una bottega a Giavera del Montello (TV) che nel 1960 divenne il Calzaturificio Tecnica Spa. “Era il 1969 – raccontò a Repubblica – mi trovavo alla stazione di New York per incontrare un importatore americano. Appesa c’era una foto enorme dello sbarco sulla luna di poche settimane prima. Mi colpirono lo scafandro ma soprattutto l’impronta, così innaturale, ovale. Ho fatto tante scarpe con le mie mani ma una cosa del genere non l’avevo mai vista. Già sull’aereo, durante il viaggio di ritorno in Italia, ho iniziato a disegnare alcuni schizzi e a pensare al nylon come materiale, proprio come per gli astronauti”.
Gli “snow boots” di Chiara Ferragni
I Moon Boot divennero un must: venderono oltre 25mila paia trovando posto a New York nella collezione permanente del MoMa. Tuttavia Chiara Ferragni ne lanciò una sua versione, gli “snow boots”, che la portarono nel 2016 a siglare un “patto transitivo” con il quale la sua azienda Serendipity si impegnava a non produrli più. Ma, nonostante ciò, gli scarponi della influencer rimasero in commercio, spingendo il gruppo trevigiano a intentare una nuova causa. Serendipity si è difesa rivendicando l'”originalità” del suo prodotto ma, secondo quanto riportato da Repubblica, “i giudici sono stati chiari: non basta aggiungere il famoso logo dell’occhio con le ciglia o qualche brillantino per rivendicare una ‘pretesa autonomia creativa che si ridurrebbe di fatto all’estrosità conferita ai modelli dall’uso del glitter’. NordEstEconomia sottilinea come i Moon Boot siano stati considerati “un’opera di design industriale che, quindi, viene protetta dalle norme del diritto d’autore (art. 2 n. 10 comma 1 legge 22 aprile 1941 n. 633)”.
Il commento del figlio del fondatore
Soddisfatto Alberto Zanatta, figlio del creatore e attuale presidente di Tecnica Group, che ha commentato: “Ora abbiamo un’arma forte per difenderci contro i tanti falsi in circolazione. La prima sentenza era del 2016, ma questo passo è importante perché dopo due sentenze è improbabile che qualche giudice decida diversamente. E noi certo non intendiamo smettere di perseguire i concorrenti sleali. Forti della posizione acquisita in Italia, stiamo lavorando per controbattere i falsi venduti anche in altri Paesi, a cominciare da Francia e Germania”.
E su Twitter gli utenti ironizzano contro Chiara Ferragni. “Strano, non copia mai” scrive Sary. Le fa eco Roberta che aggiunge “io li avrei sanzionati anche solo perché sono brutti” mentre Marco si scaglia anche contro Fedez commentando: “Io quei due proprio non li reggo a priori. Le persone che si fanno le dirette per donare dei soldi in pubblico non si dimostrano leali nei loro gesti, ma sono soltanto alla ricerca di pubblicità”.
Ma la influencer non si è più espressa, limitandosi a rimuovere gli “snow boots” e ogni loro riferimento.
Marie Jolie