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Il Centro Storico di Venezia a chi appartiene? Incontro all’Ateneo Veneto

In una città con una vocazione turistica pressoché totale, la domanda sullo sfondo è: a chi appartiene il centro storico di Venezia?

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Il Centro Storico di Venezia a chi appartiene? Se ne parla all’Ateneo Veneto per il IV incontro sul tema “Edifici e spazi vuoti a Venezia: questioni di rigenerazione urbana” che ha come titolo: “Di chi sono i centri storici ?”.

“Di chi sono i centri storici?” tocca da vicino le sorti della residenzialità in città come Venezia che si trova con spiccata vocazione turistica. Così, dopo gli incontri dedicati alla Residenza turistica, alla Residenza universitaria e a quella dei lavoratori delle principali istituzioni veneziane, l’argomento ora si sposta sugli immobili, e precisamente su quegli edifici e quegli spazi che sono liberi o si stanno liberando in città e che permettono di avviare una attenta riflessione sulla rigenerazione urbana di Venezia.

Coordina Donatella Calabi, Consigliera Ateneo Veneto. Previsti interventi di:
1) Ezio Micelli, professore IUAV
2) Edgardo Contato, Direttore generale ULSS 3
3) Ugo Montella, Procuratore regionale Corte dei Conti
4) Laura Fregolent, professore IUAV
5) Anna Buzzacchi, Consiglio Nazionale degli Architetti
6) Roberto D’Agostino, urbanista

“Di chi sono i centri storici?” è un incontro pubblico che si terrà all’Ateneo Veneto martedì 19 marzo 2024 – Sala Lettura, ore 17.00.

“Ateneo per la città” è un ciclo di incontri pubblici ideato dall’Ateneo Veneto per affrontare e dibattere, a beneficio del pubblico, temi rilevanti che riguardano Venezia, ma che accomunano anche altre città a vocazione turistica. Coordinati da un gruppo di lavoro dedicato, gli incontri hanno visto qualificati relatori confrontarsi e analizzare tematiche come le smart city e il ruolo del telelavoro, il cambiamento climatico nelle aree costiere, la tutela della laguna e la Legge Speciale per Venezia, solo per fare alcuni esempi. In questa occasione il focus sarà sul quesito: “Il Centro Storico di Venezia a chi appartiene?”

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  1. Immagina, se vuoi, che il centro storico sia un delicato soufflé, un capolavoro culinario che si scioglie in bocca. E chi ha il privilegio di assaporarlo? Beh, caro amico, lascia che ti sveli i protagonisti di questa commedia veneziana:

    Ezio Micelli, il professore IUAV, che con la sua saggezza accademica potrebbe rivendicare il centro storico come la sua personale lavagna di gesso. “Ecco,” direbbe, “questo palazzo è ora mio. E questo canale? Oh, è il mio personale acquario di pesci d’oro.”
    Edgardo Contato, il Direttore generale ULSS 3, potrebbe affermare che il centro storico è in realtà un grande ospedale segreto per gondolieri malati. “Sì, sì,” sussurrerebbe, “questo ponte? È la nostra sala operatoria per le remi rotte.”
    Ugo Montella, il Procuratore regionale della Corte dei Conti, potrebbe sbattere il suo martello giudiziario e dichiarare: “Il centro storico appartiene a… la giustizia! E chiunque non paghi la tassa sulle gondole verrà processato per evasione fiscale.”
    Laura Fregolent, la professoressa IUAV, potrebbe sollevare un calamaio e scrivere poetiche sentenze sulle facciate dei palazzi. “Questo edificio,” annoterebbe, “è stato condannato a essere un romantico bed and breakfast. E il vicino? Sarà un caffè con vista sul Canal Grande.”
    Anna Buzzacchi, del Consiglio Nazionale degli Architetti, potrebbe disegnare piani intricati per trasformare ogni calle in un labirinto di caffè, gelaterie e negozi di maschere veneziane. “Ecco,” direbbe, “questo vicolo? Ora è un percorso segreto per trovare il miglior tiramisù della città.”
    Roberto D’Agostino, l’urbanista, potrebbe tracciare linee invisibili sulla mappa e dichiarare: “Il centro storico è un’opera d’arte astratta. Ogni mattonella è un pensiero, ogni canale è un sospiro. E chi lo possiede? Nessuno e tutti allo stesso tempo.”
    E così, caro viaggiatore, il centro storico di Venezia danza tra le mani di questi personaggi, come una maschera di Carnevale che cambia identità al chiaro di luna. Ma ricorda, in questa città di specchi e riflessi, la vera proprietà è forse solo un sogno, un riflesso nell’acqua, un bacio rubato sotto il Ponte dei Sospiri

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