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Casinò di Venezia, M5S: cronaca di un fallimento annunciato e quel direttore che guadagna più di Obama

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Casinò di Venezia, M5S

Il M5S di Venezia condanna fermamente la disastrosa situazione alla quale è stato condotto il Casinò di Venezia.

CdVG S.p.A., la società che gestisce la casa da gioco comunale, potrebbe rimanere infatti senza una sede a causa del fallimento della società immobiliare CMV S.p.A., la “bad company” alla quale sono stati trasferiti i debiti del Casinò. È una situazione assurda, che però noi avevamo denunciato fin dall’inizio, fin da quando questa Amministrazione di “curatori fallimentari” ha cercato, insieme al management, di far credere che il Casinò avesse dei debiti soltanto per l’eccessivo costo del lavoro. Il ché è anche vero ma non è certo l’unico motivo.

La verità è che il Comune ha utilizzato il Casinò come una sorta di bancomat dal quale ha prelevato, per molti anni, più di quanto il Casinò riuscisse a fruttare. Nel 2004, ad esempio, si è avuta una perdita di poco meno di 3 milioni di euro ma se ne sono prelevati, come corrispettivo, quasi 100. O ancora nel 2011, si è registrata una perdita di 16 milioni di euro ma un corrispettivo pagato pari a 75 milioni.

E non è vero neppure che, attualmente, il Casinò produca debiti per la collettività; nonostante la crisi abbia infatti fatto abbassare gli introiti, il Casinò guadagna ancora parecchi milioni di euro.

Tutto questo era stato illustrato al Ministro dell’Interno, attraverso interrogazione del deputato locale M5S Marco Da Villa, ma Alfano non ha fornito alcuna risposta ed ha autorizzato la concessione della gestione ai privati, credendo quindi alle favole narrate dal centrosinistra.

La situazione attuale di crisi è figlia delle spericolate operazioni societarie compiute da questa Amministrazione, e da quelle che l’hanno preceduta. Basti pensare all’investimento “a perdere” col Casinò di Malta, al no-sense delle tariffe di listino applicate dalla società controllata Meeting & Dining alla società madre, alle speculazioni immobiliari su terreni agricoli nell’area di Tessera (non proprio il core-business di una casa da gioco), alle sponsorizzazioni “a pioggia” di questo o quel soggetto in base alle direttive del politico di turno, alla recente suddivisione in due distinte società della casa da gioco, alle consulenze, pagate profumatamente, alla società KPMG per una valutazione del valore della casa da gioco pilotata dal Comune o ancora il mancato ricambio del fallimentare Direttore Generale, Vittorio Ravà, (pagato più di Obama) solo perché quest’ultimo rispondeva alle minacce di sostituzione con velate minacce di rivelare le pressioni ricevute dalle forze politiche di maggioranza per effettuare assunzioni clientelari (effettivamente il Casinò, con poco più di 600 dipendenti, ha bisogno ancora di personale!).

Il M5S contesta altresì la finta opposizione di centro-destra che, in questi anni, ben poco ha fatto e detto sulla malagestione del Casinò. Anzi, varie figure d’area sono state nominate negli organi di governo della Casa da Gioco (l’ex presidente Mauro Pizzigati, nominato da Cacciari, o l’ex consigliere di amministrazione ed attuale membro del collegio sindacale, Alessandro Danesin, già parlamentare PDL).

Gruppo di Lavoro BILANCIO & PARTECIPATE
Movimento 5 Stelle di Venezia

[22/05/2014]

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