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Carlo Lissi, marito di Maria Cristina, uccisa con i due figli, crolla e confessa

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Carlo Lissi marito Maria Cristina uccisa con figli confessa

Carlo Lissi, marito di Maria Cristina, la moglie e mamma trovata sgozzata con i due figli, crolla alle due di notte. A dare il via alla confessione un nome di ragazza, una collega di lavoro.

Carlo Lissisi era invaghito di quella collega che lo respingeve, al punto che l’aveva trasformata in un’ossessione. Lo dice ai carabinieri appena sente quel nome.

«Voglio che mi sia dato il massimo della pena. Sono stato io a uccidere mia moglie e i miei due figli» confessa ai carabinieri.
Carlo Lissi, marito di Maria Cristina, ha ucciso la moglie Maria Cristina Omes, 38 anni, e i piccoli Giulia di quasi cinque anni e Gabriele di venti mesi appena, nella villetta di via Ungaretti. Li ha sgozzati con un coltello da cucina, poi è andato con gli amici a vedere la partita dell’Italia.

«La famiglia era una gabbia. Non sopportavo più questa vita» l’incredibile racconto del reo confesso.
Prima di sterminare la famiglia Carlo Lissi ha fatto l’amore con la moglie. Hanno messo a letto i figli, poi sono scesi in soggiorno. Sono quasi le undici di sera. Lissi si alza dal divano, va in bagno, poi in cucina dove prende un coltello con una lama da 30 centimetri (trovato ieri in un tombino di via Mazzini). «Sono tornato in salotto e mia moglie era seduta sul divano che guardava la televisione. Da dietro l’ho colpita, credo alla gola — dice al pm di Pavia, Giovanni Benelli —. Lei si è subito alzata e ha cercato di scappare. L’ho raggiunta e l’ho colpita nuovamente all’altezza del collo. Lei a quel punto a cercato di prendermi il coltello afferrandomi la mano destra». La donna trova la forza di parlare, di chiedere i motivi di tanta, improvvisa, furia: «Inizialmente ha detto “no” e poi ha solo continuato a gridarmi “perché… perché?”. Dopo che si è accasciata a terra sono salito al piano superiore, sono andato nella camera di Giulia, la porta era aperta ma lei dormiva non aveva sentito nulla». La piccola viene colpita alla gola: «Non ha detto nulla. Poi sono entrato in camera da letto dove c’era mio figlio Gabriele. Anche lui dormiva. Era a pancia in su e anche a lui ho dato un’unica coltellata alla gola: l’ho fatto poiché non avevo il coraggio di chiedere a mia moglie di separarci, cosa che io invece volevo fare». «Ma non le bastava il divorzio?», chiede il magistrato. «No. Con il divorzio i figli restano».

Paolo Pradolin

[17/06/2014]

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