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Carcere Santa Maria Maggiore verso la vaccinazione completa. Regole dei colloqui

Il carcere di Santa Maria Maggiore ospita 218 detenuti e sono 130 gli operatori di polizia penitenziaria.

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Il carcere di Santa Maria Maggiore ospita 218 detenuti, nonostante la capienza imponesse di non superare le 158 presenze. Il sovraffollamento è evidente e con esso le sue conseguenze.
Sono 130 sui 175 previsti, gli operatori di polizia penitenziaria.
La casa circondariale della Giudecca ora ospita 69 donne con una capienza di 111 posti.
Ora il traguardo di tutte le persone detenute vaccinate è vicino. E con loro tutto il personale carcerario.
Lo ha assicurato la Ministra della Giustizia Marta Cartabia durante la cerimonia che ha intitolato la Casa circondariale di Bergamo all’ex cappellano don Fausto Resmini.
“Ad oggi – ha spiegato Marta Cartabia – a livello nazionale sono risultati positivi al Covid 737 detenuti, 478 agenti di Polizia penitenziaria e 41 addetti alle funzioni centrali, mentre sono stati coinvolti nel piano vaccinale 9624 detenuti, 16.819 agenti di Polizia penitenziaria e 1780 addetti alle funzioni centrali”.
Sarà il generale Figliuolo a dar mandato a tutte le autorità sanitarie di continuare a vaccinare tutte le persone che vivono e lavorano in carcere, al fine di prevenire contagi e contribuire al miglioramento della salute pubblica.

“Oggi – ha detto la Ministra – siamo chiamati a farci carico prioritariamente della salute di chi opera nel carcere e di chi nel carcere è ospitato, per proteggere tutta la comunità carceraria. Occorre procedere con le vaccinazioni e a questo scopo il Capo del dipartimento penitenziario, dott. Bernardo Petralia e io stessa siamo in continuo contatto con le autorità competenti perché il piano vaccinale non subisca interruzioni fino al suo completamento. Desidero rassicurare tutti su questo punto, anche quanti negli ultimi giorni avevano nutrito preoccupazioni a riguardo”.
Con questo provvedimento, Marta Cartabia intende dar sollievo a chi vive in carcere nella consapevolezza delle insidie del Coronavirus e della difficoltà esistenziale di chi vive ristretto e subisce, a causa della pandemia, la diminuzione di opportunità di ricevere visita dei parenti con conseguenze pesanti sul piano emotivo e psicologico.
Se si considera la privazione di corsi, opportunità di incontri con il volontariato e la sospensione di attività culturali, lavorative, sportive e ricreative che la pandemia ha interrotto nelle carceri veneziane e non solo, la vaccinazione diventa l’unico faro per il superamento del contagio e per risvegliare la speranza.

La Direzione del carcere di Santa Maria Maggiore ha diramato fin dall’anno scorso, queste direttive.
Visite con i familiari: RIPRESA DEI COLLOQUI DEI DETENUTI CON AVENTI DIRITTO CON MODALITA’ IN PRESENZA.
Premesso che persiste l’opportunità di svolgere i colloqui a distanza mediante videochiamate e mediante l’incremento già stabilito della corrispondenza telefonica, e che tali modalità realizzano la migliore prevenzione dal rischio di contagio Covid 19 e pertanto costituiscono in questo periodo la maniera da preferire per mantenere i contatti con i propri affetti, chi richieda di effettuare il colloquio in presenza, potrà farlo.
Da lunedì 13 luglio, nelle giornate di MERCOLEDI’, GIOVEDI’, VENERDI’ e SABATO e con gli orari previsti, ogni detenuto potrà fruire di un numero massimo di 3 colloqui mensili in presenza di un’ora ciascuno, con due aventi diritto (due adulti, oppure un adulto e un minore, quest’ultimo solo se figlio/a del detenuto).
Ogni giornata è riservata ai detenuti di un reparto, in modo alternato. Non potranno effettuare colloqui in presenza (né d’altro canto possono eseguire videochiamate) i detenuti in isolamento sanitario precauzionale o quarantena sino a che non vengano ammessi con prescrizione medica a vita in comune.

Altre informazioni.
In sostituzione delle visite sono previste dal 4 marzo 2020 n. 6 telefonate alla settimana oltre ulteriori n. 4 telefonate mensili straordinarie.
E’ previsto inoltre un video – colloquio settimanale con l’ausilio dell’applicativo Skype della durata di un’ora con istruttoria semplificata. Ai detenuti che hanno diritto normalmente ad un numero ridotto di telefonate, queste sono state aumentate in proporzione.
L’Associazione Antigone ricorda comunque che l’istituto presenta una condizione cronica di sovraffollamento.

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