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Caldo torrido, quando arriva il fresco?

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Caldo torrido e implacabile: anche in queste ore la colonnina di mercurio è salita oltre i quaranta gradi in alcune aree del Paese con punte record in Val Padana e nelle zone interne del Centro-Sud.
Quando possiamo sperare arrivi un po’ di fresco?

“La situazione non è destinata a cambiare per i prossimi giorni”.
La sentenza arriva dai meteorologi che conferma come l’ondata di caldo che sta assediando l’Italia continuerà ad insistere su quasi tutto il territorio anche per i prossimi giorni.

Temperature estreme dunque, con il ministero della Salute che ha diramato l’allerta massima, il bollino rosso, per 19 città.

Una situazione che “non è destinata a cambiare in modo significativo per le regioni meridionali,”. Le previsioni sono di cielo in prevalenza sereno e pressoché totale assenza di precipitazioni fino ai primi giorni della settimana prossima quando, almeno nel quadrante Nord, in Piemonte e Lombardia, potrebbe arrivare una tregua con precipitazioni anche consistenti.

Per martedì 26 luglio, nella prima parte della giornata un fronte temporalesco dovrebbe attraversare le regioni settentrionali con rovesci o temporali, localmente anche forti, prima dell’alba tra l’est del Piemonte e la Lombardia, più insistenti anche in mattinata sul Triveneto dove progressivamente si esauriranno nel corso del pomeriggio.

Sempre martedì l’anticiclone dovrebbe offrire timidi segnali di cedimento anche in Liguria, in Emilia, nel nordovest della Toscana e nell’Appennino romagnolo e marchigiano.

ALLARME SICCITA’

Alla luce di una situazione, di fatto, ferma da settimane in tema di precipitazioni, resta alta l’emergenza siccità.
La Coldiretti ha chiesto misure immediate per salvare i raccolti.
L’associazione, in collaborazione con l’Associazione nazionale delle bonifiche (Anbi), ha elaborato un progetto per raccogliere fino al 50% dell’acqua piovana: la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia.

I laghetti, in base a quanto reso noto da Coldiretti, sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità.

“Occorre intervenire nell’immediato con misure di emergenza per salvare i raccolti e il futuro di aziende e stalle in grave difficoltà”, afferma il presidente Ettore Prandini.

La siccità che sta colpendo tutta l’Italia è solo un nuovo campanello d’allarme sui rischi che stanno correndo le riserve d’acqua dolce, eppure fiumi e laghi sono quasi degli sconosciuti: si sa pochissimo del modo in cui reagiscono ai cambiamenti climatici, quanti siano effettivamente a rischio e quanti altri invece siano in grado di resistere.

Alcune risposte potrebbero arrivare dalla prima mappa globale delle acque dolci del pianeta, destinata a comprendere i dati relativi a oltre il 95% di fiumi, laghi e bacini idrici della Terra. Il compito di raccoglierli è del satellite Swot (Surface Water and Ocean Topography), nato dalla collaborazione fra la Nasae l’agenzia spaziale francese (Cnes), con il contributo delle agenzie spaziali di Canada (Csa) e Regno Unito (Uk Space Agency).

Il suo lancio è previsto in novembre dalla base californiana di Vandenberg, ma le attese del mondo scientifico sono già moltissime.

In un mondo nel quale l’acqua sta diventando sempre più preziosa, il nuovo satellite permetterà di tenere costantemente sotto controllo il livello di fiumi e laghi. Attualmente, infatti, si hanno misure affidabili solo sui livelli di pochi laghi nel mondo e mancano quasi del tutto i dati su alcuni importanti sistemi fluviali.

SITUAZIONE INCENDI

I nuovi fronti del fuoco, in ordine di tempo, si stanno sviluppando al Sud.
Numerosi incendi sono in corso in provincia di Palermo. In particolare il rogo che ha tenuto in apprensione vigili del fuoco e forestale è quello che si è sviluppato nei pressi del potabilizzatore Risalaimi, tra Bolognetta e Misilmeri.

È stato lo stesso Comune preoccupato per le fiamme a chiedere l’intervento delle squadre antincendio per evitare danni all’impianto. Sul posto sono impegnate diverse squadre per fronteggiare le fiamme. Un altro vasto incendio è divampato tra San Cipirello e San Giuseppe Jato. Anche qui vigili del fuoco e i forestali sono stati impegnati tutto il giorno per cercare di proteggere le abitazioni minacciate dalle fiamme.

Un fronte di fuoco di sette chilometri si è invece intorno a Cagliari all’altezza di Monastir. Con le fiamme che hanno già aggredito un capannone agricolo: vigili del fuoco e corpo forestale stanno cercando di evitare che il rogo si estenda a una abitazione accanto. L’incendio è partito nel tardo pomeriggio di domenica per cause ancora da appurare nelle campagne a una quindicina di chilometri dal capoluogo.

Sul posto tre autobotti dei Vigili del fuoco di Cagliari ma l’attività di spegnimento è sostenuta dall’alto da diversi Canadair. Per ora sembra esclusa la possibilità di bloccare il traffico nella Statale 131, ma si sta monitorando la situazione in accordo con i sindaci dei comuni interessati dall’incendio.

È stata la notte più lunga, invece, da quando sono iniziati gli incendi che stanno devastando il Carso”.
Le famiglie, dopo che è stata emessa una ordinanza specifica, sono rientrate nelle loro abitazioni ma “la ripresa del fuoco è sempre dietro l’angolo”. Lo scrive il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, nella nota di monitoraggio quotidiano sugli incendi in Fvg.

Secondo la Protezione Civile di Gorizia “sul fronte italiano la situazione permane sotto controllo con le operazioni di bonifica e controllo degli ultimi focolai rimasti”.

La situazione è migliorata anche in Slovenia grazie ai Gasilci (vigili del fuoco) che sono riusciti a contenere l’avanzata delle fiamme. Da ieri mattina sono stati impegnati in supporto anche due Canadair italiani.

Ora droni con termorilevatori sorvolano la zona con interventi di elicotteri nelle aree segnalate. Anche la qualità dell’aria è migliorata e in particolare Gorizia è stata interessata solo per brevi momenti della giornata dal fumo e da brevi picchi di PM10 sopra la soglia. Dunque, nessuna ordinanza, d’intesa con Prefettura, Vigili del Fuoco ed Arpa, ma solo la raccomandazione di chiudere porte e finestre in caso di nuovi focolai e conseguente fumo, di non uscire se non necessario e di indossare mascherine Ffp2 se si esce, lavare bene le verdure con foglia larga.

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