[20/07] Un viaggio da incubo, quasi sette ore per raggiugnere venezia che è a solo 286 chilomentri dalla mia Como, il parcheggio al Tronchetto in una delle città più scomode del mondo, l'ansia di non fare in tempo, il caldo da città tropicale, la ressa all'imbarco del vaporetto, preso letteralmente per la coda, il pensiero ossessivo del ritorno nella notte su un'autostrada killer…
Poi però il vaporetto parte e Venezia ti toglie il fiato tanto è bella e non è più la città più scomoda del mondo: l'incanto, la magia, l'eterno mistero della sua solida sospensione sull'acqua. L'ingresso nel canal grande, quando già gli occhi sono stupefatti da tanta bellezza, non si può spiegare: l'abbraccio dei palazzi, la loro fragile forza, la loro resistenza dolente all'acqua, l'accordo perfetto tra passato e presente in un tempo fuori da ogni tempo.
E quando finalmente ci sediamo al nostro posto, faticosamente trovato in una selva di lettere tutte uguali Aj, Ax…la felicità di essere lì è un sentimento costante, pervasivo, che cancella ogni fatica.
Aznavour compare sulla scena ed è come ce lo aspettavamo, noi che nemmeno ci ricordiamo le sue apparizioni alla tv in bianco e nero perchè non eravamo neanche nati o se lo eravamo non capivamo tutta questa struggente malinconia, quest'orgoglio che bisogna conservare davanti agli amori che finiscono, questa voce così particolare, quest'ispirazione limpida che sa unire la tenerezza dello spirito e la sensualità senza appello del corpo, che sa tradurre tutti i brividi dell'amore, che imbarazza persino nella sua capcaità di creare immagini tanto intime.Quel che non ci aspettavamo, facendogli torto, è tutta la sua energia, la sua forza, la sua voce capace ancora di prendere le note lassù, pur in condizioni precarie perchè, bisogna pur dirlo, la parte tecnica ha mancato.
Però che magia, che meravigliosa avvolgente onda lunga. e cosa importa se abbiamo dovuto cercare un taxi per tornare al Tronchetto, cosa importa se il caldo ci ha sfiniti senza rimedio…rimane dentro la sensazione precisa d'aver assistito a una performance straordinaria perchè straordinari sono l'interprete e la cornice.
Grazie a venezia per aver osato tanto, per aver messo in una sera d'estate la sua bellezza ai piedi della voce di Aznavour, come fanno gli amanti che sanno quando hanno bisogno una dell'altro.
Persino il ritorno, nel cuore di una notte chiara e resa dolce dall'eco delle note, è stato il fantastico prolungamento di un'esperienza meravigliosa.
Chiara Ratti