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Attenzione alle goccine per dormire

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Moltissime persone assumono qualcosa per favorire, prolungare o rendere più profondo il sonno ma le sostanze più utilizzate sono sicuramente le famose benzodiazepine.
Alcuni nomi, assai noti a tutti, sono: Bromazepam, Lorazepam, Alprazolam, Clonazepam, Clormetazepam.
E’ indiscutibile che, qualora una persona non sia abituata ad assumerle, esse siano assai piacevolmente efficaci, soprattutto per l’addormentamento: è esperienza comune che dopo aver assunto il farmaco (solitamente in gocce ma anche in compresse), il sonno arriva rapido, quasi a tradimento e, almeno nei primi tempi di assunzione, solitamente si dorme abbastanza a lungo e la sensazione al risveglio è di aver dormito molto bene.
Ma allora, siccome il sonno di qualità o quantità scadente è un problema diffusissimo, mentre il dormire bene è assai importante per il rendimento e l’umore, ci si potrebbe chiederebbe che male c’è ad assumere 10 profumate goccine ogni sera.

Le benzodiazepine in effetti, presenti sul mercato dagli anni ‘60 del ‘900 (Librium e Valium sono state le prime) furono una rivoluzione nelle abitudini delle persone perché esse non agiscono solo sul sonno ma hanno un’azione ansiolitica, miorilassante e migliorano temporaneamente l’umore: agendo su particolari recettori presenti nel nostro cervello, esse sono in grado, dopo pochi minuti dall’assunzione, di darci una sensazione di serenità pur senza farci perdere di vista i problemi che sono però visti e sentiti come meno tragici e impellenti; esse inoltre, se assunte di giorno a basso dosaggio, non provocano sonnolenza, sono poco o nulla tossiche per l’organismo, non interferiscono con altre terapie, e non sono controindicate in quasi nessuna malattia.
Prima di esse, chi voleva calmarsi o dormire doveva ricorrere a sostanze poco efficaci o pericolose come valeriana, camomilla, oppio, alcool, bromuro, barbiturici…

All’inizio, le benzodiazepine venivano prescritte con grandissima facilità ma col tempo si è visto che esse mostrano le caratteristiche sinistre delle droghe cioè danno facilmente dipendenza, tolleranza (necessità di aumentare la dose per ottenere lo stesso effetto) e crisi d’astinenza qualora bruscamente sospese.
Ancora, si è visto che le benzodiazepine, soprattutto se usate a lungo termine, danno rallentamento cognitivo, disturbi di memoria (soprattutto di quella recente), aumentato rischio di incidenti stradali, irritabilità, abbassamento dell’umore e fenomeni di rimbalzo dell’ansia e dell’insonnia quando l’effetto finisce.

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Non tutti sono predisposti ad abusarne con dosi eccessive o con tempi troppo prolungati: chi ha solo problemi reali e temporanei riesce di solito ad assumerle secondo prescrizione medica e per tempi brevi. Ma chi invece ha problemi irrisolti più profondi ed è predisposto all’ansia, alla depressione, all’insonnia, alle ossessioni, alle fobie (e purtroppo tale tipologia di persone è in rapido aumento), si aggrappa a un tale rimedio che dona serenità e difficilmente riesce a staccarsene.

Ma allora, le benzodiazepine hanno solo un effetto negativo? La risposta è NO. Esse, se usate con appropriatezza, sono molto utili nei seguenti casi:

– attacchi di panico o ansia acuta in cui il malessere sia tanto forte da risultare paralizzante e da non consentire la ricerca di soluzioni;

– insonnie ostinate in cui si sia instaurato un circolo vizioso tra insonnia, aumento
dell’ansia e conseguente aggravamento dell’insonnia;

– trattamento temporaneo d’emergenza nelle depressioni gravi, in attesa che il farmaco
antidepressivo faccia effetto;

 

Per concludere dunque, nel trattamento con benzodiazepine bisogna osservare le seguenti norme:

– l’assunzione può essere sporadica ma con una frequenza molto rada, tipo 1 volta ogni 15-30 giorni. In tale caso bisogna comunque essere molto attenti e prudenti al volante evitando assolutamente l’uso contemporaneo di bevande alcoliche;

– se l’assunzione è quotidiana, deve essere associata ad un programma con finalità ben precise e a breve termine (da 1 a 4 settimane ad esempio).

– non assumere mai benzodiazepine cronicamente per mesi o, peggio, per anni pensando che esse possano continuare a funzionare come all’inizio: dopo una tale prolungata assunzione continuativa, esse diventano veleno per la memoria, l’attenzione, l’umore, la serenità, il sonno, la sessualità e i rapporti interpersonali.

Dott. Angelo Mercuri

[N.B: Ogni farmaco va assunto sotto il controllo o con il parere del medico]

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5 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

    • Si, è la lentezza dello scalaggio l’arma vincente contro l’uso cronico di benzodiazepine. Bisogna sempre passare alle gocce e poi scendere lentamente in proporzione alla durata della dipendenza. Anche se la dipendenza è durata anni non è comunque buona cosa scendere troppo lentamente: 1 goccia in meno ogni 3 giorni è una lentezza sufficiente, 1 goccia in meno alla settimana, come qualcuno propone, è troppo lenta come discesa, annoia, avvilisce e fa rimanere invischiati nella dipendenza ancora a lungo.

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