Alberi di Natale a Venezia? Certo, in Strada Nuova. Si rinnova, infatti, anche per il 2019 la tradizionale vendita di pini e abeti a San Felice.
In una Strada Nuova resa irriconoscibile da bar, trattorie e negozi di souvenir, c’è un angolo che ad ogni Natale si ripresenta immutato, deliziando i passanti con il suo inebriante profumo boschivo.
Ad occuparsene è Enrico Toffolon, un giovane coltivatore della provincia di Treviso.
La sua famiglia gestisce un vivaio nella frazione di Bessica, e ogni dicembre si sposta a Venezia per allietare coi suoi alberi le case dei residenti.
“Sì, siamo sempre noi – racconta – questo spazio esiste da cinquant’anni, e da almeno trenta è di nostra competenza. È bello ogni volta tornare e ritrovare gli stessi clienti, che ormai conosco per nome e che nel tempo sono diventati miei amici.”
La sua è una delle poche iniziative natalizie a non strizzare l’occhio ai turisti: “I nostri clienti sono soltanto Veneziani, se escludiamo qualche straniero che ha preso casa in Laguna, ci rimane per le feste e la vuole addobbare. Alcuni dei nostri alberi, inoltre, si trovano all’interno dei consolati.”
E mentre due ragazze si consultano per decidere la foggia e la misura di una pianta, una domanda sorge spontanea: vanno di più i pini o gli abeti? “Noi li vendiamo entrambi – risponde Enrico – ma ho notato come i Veneziani preferiscano gli abeti perché non perdono gli aghi”.
Le clienti hanno scelto: sarà un abete piccolo, in vaso.
Per ribadire la qualità dei suoi prodotti, Enrico indica due alberelli sul balcone di un secondo piano: li ha venduti qualche Natale prima e godono ancora di ottima salute.
“Sono produzioni nostre, non disboschiamo le montagne – sorride il coltivatore – se tenuti in esterno e correttamente innaffiati, questi alberi possono durare anni. Purtroppo i 20/25 gradi dei nostri salotti non rappresentano il loro clima ideale, e a ogni Natale vanno per forza cambiati. Ma è pur sempre una scelta ecologica: pini e abeti assorbono azoto, emettendo ossigeno e rendendo più sana l’aria delle nostre case. E terminato il loro ciclo vengono smaltiti in maniera naturale”.
Benché la sua famiglia gestisca quello spazio da tre decenni, Enrico è piuttosto giovane: “Durante l’anno mi occupo di altre tipi di piante, ma ogni dicembre torno più che volentieri: non tanto per un tornaconto economico ma per rivedere e riabbracciare i miei amici veneziani. E continuerò a farlo fino a che ce ne saranno le condizioni”.
Sono spariti gli alimentari, i fruttivendoli e le mercerie, e Strada Nuova non assomiglia neanche lontanamente a ciò che era una volta. Ma i pini e gli abeti resistono, per rievocare col loro profumo i Natali della nostra infanzia, quando non si vedeva l’ora fosse dicembre per respirare l’aria della festa.
E Venezia era ancora a misura dei Veneziani.
Nino Baldan