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Acqua: appello a Zaia sulla gestione pubblica dei servizi. Lettere

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Acqua: appello a Zaia sulla gestione pubblica dei servizi.

Riceviamo da Legambiente Veneto e pubblichiamo:

L’entrata in vigore del decreto legislativo 201 del 23 dicembre 2022, decreto che riordina la disciplina dei servizi pubblici locali di interesse economico generale, ha sollevato l’attenzione dei numerosi soggetti che considerano la gestione pubblica dei servizi – e in particolare dell’acqua – un bene prezioso.
Molte organizzazioni e associazioni della Regione hanno quindi deciso di scrivere al Presidente del Veneto Luca Zaia chiedendo un suo intervento, ricordando che l’art.1 della nostra L.R. 17/2012 recita: «La Regione del Veneto riconosce quali diritti universali la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile …. e garantisce che la gestione delle risorse idriche sia attuata attraverso il coinvolgimento delle autonomie locali e dei cittadini».
Preoccupa che il decreto prospetti un ingiustificato aggravio motivazionale e un appesantimento degli adempimenti amministrativi per gli affidamenti in house: se la scelta degli amministratori dei nostri territori vorrà essere questa, non solo dovranno motivarla, come è logico e necessario per gli atti di pubblica amministrazione, ma dovranno giustificare “il mancato ricorso al mercato”, configurandosi così l’affidamento diretto come residuale rispetto alla via maestra del ricorso al libero mercato.
Da qui l’esigenza di rivolgere un appello al Presidente che si conclude con la raccomandazione di vigilare per scongiurare la possibilità che in Veneto venga sconfessato il riconoscimento del ruolo dei Comuni, gli enti più vicini alle esigenze delle comunità, presidi di democrazia di prossimità in un’ottica di autonomia e sussidiarietà, come enunciato dagli art. 5 e 118 della Costituzione.

Di seguito il testo della lettera-appello con la firma dei sottoscrittori.

—————————–

Egregio Presidente,

desideriamo sottoporle delle riflessioni ed un appello circa il decreto legislativo
201/2022 che disciplina il riordino dei servizi pubblici locali.

Ci piace ricordare in premessa l’art.1 della nostra L.R. 17/2012 “ La Regione del
Veneto riconosce quali diritti universali la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile
…. e garantisce che la gestione delle risorse idriche sia attuata attraverso il
coinvolgimento delle autonomie locali e dei cittadini”. Un forte riconoscimento del
ruolo dei Comuni, gli enti più vicini alle esigenze delle comunità, presidi di
democrazia di prossimità in un’ottica di autonomia e sussidiarietà, come enunciato
dagli art. 5 e 118 della Costituzione.

Di fatto il servizio idrico nel Veneto (eccezion fatta per la città di Padova e per
qualche comune più piccolo) è interamente gestito da Società in house, I risultati di
queste gestioni spiccano nel panorama nazionale, sono un vanto del territorio e
sono state sempre difese dall’amministrazione regionale.

Ricordiamo il suo personale pronunciamento a favore del sì nei referendum del
2011, coerente con il fatto che il 60% dei veneti, due milioni di elettori, ha poi votato
per un esito che ha salvaguardato le società in house. Ricordiamo il fondamentale
apporto della Regione per il ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge delega
124/2015 laddove interveniva anche sui servizi pubblici locali senza intesa nella
Conferenza Stato Regioni, e in ultimo il pronunciamento dello scorso 22 marzo, con
cui il Consiglio Regionale Veneto approvava all’unanimità una mozione per chiedere
una modifica dell’art.6 del primo schema della legge delega, che assicurasse
“congrui spazi di autonomia e discrezionalità in capo agli enti locali”.

Come lei sa, a seguito di questa importante iniziativa come di altre posizioni critiche
espresse da vari altri soggetti, il dibattito parlamentare portò ad un testo finale della
legge delega che cancellava i punti più contestati; nonostante ciò gli stessi punti ora
sono ripristinati nel decreto delegato approvato in via definitiva.
Preoccupa che il decreto prospetti un ingiustificato aggravio motivazionale e un
appesantimento degli adempimenti amministrativi per gli affidamenti in house.

Ai sensi degli articoli 17 e 30, se la scelta degli amministratori dei nostri territori vorrà
essere questa, non solo dovranno motivarla, come è logico e necessario per gli atti
di pubblica amministrazione, ma dovranno giustificare “il mancato ricorso al
mercato”, configurandosi così l’affidamento diretto come residuale rispetto alla via
maestra del ricorso al libero mercato. Il contratto di servizio non potrà essere
sottoscritto prima di sessanta giorni da una comunicazione ad ANAC. Il
mantenimento poi degli affidamenti in essere annualmente dovrà essere giustificato,
con riguardo agli aspetti economici e di qualità’ del servizio e si dovrà relazionare sui
risultati raggiunti, sui costi per gli utenti e sugli oneri per gli enti affidanti. Si tratta di
adempimenti non richiesti se la scelta del Gestore sarà stata fatta ricorrendo a gara,
considerazione che rafforza la asimmetria tra i due modelli di affidamento a scapito
dell’affidamento in house.

E’ necessario considerare che l’affidamento diretto già adesso non è un atto
arbitrario, richiede una accurata istruttoria, controlli e adempimenti a tutela dei
principi di trasparenza, economicità e libera concorrenza. Le Società affidatarie in
house sono sempre soggette al controllo analogo degli enti affidanti, più stringente
di quanto previsto dal codice civile, come tutte le gestioni sono regolate e controllate
da ARERA e ovviamente esposte al giudizio degli utenti.
Abbiamo evidenza che i nostri gestori funzionino. Non solo sono apprezzati da
amministratori e cittadini, ma, per fare solo un esempio, nell’ultima graduatoria
stilata da ARERA per l’attribuzione di premialita’ a livello di eccellenza relative alle
performances di qualità tecnica (perdite di rete, qualità dell’acqua erogata e della
depurazione …) troviamo 6 società in house venete fra i 21 gestori italiani elencati.
Tutto ciò, Presidente, per chiederle di difendere queste preziose esperienze
venete, anche valutando la possibilità per la Regione Veneto di ricorrere alla
Corte Costituzionale, in coerenza con le posizioni precedentemente assunte,
per impugnare, a difesa del principio di leale collaborazione fra le
Amministrazioni dello Stato e delle attribuzioni della Regione e degli Enti
Locali come prima citate, quei punti che risultino aggravare e disincentivare
le gestioni in house a cui, fino ad oggi, con autonoma determinazione si è
affidata convintamente la maggior parte dei nostri Comuni.

Infine, ma non in subordine, benché non se ne preveda una applicazione immediata
essendo richiesta una preventiva intesa in Conferenza Stato Regioni, cogliamo
l’occasione per attirare la sua attenzione sulla norma di cui all’ art.5 del decreto che
prefigura un riassetto degli ambiti per portarli preferibilmente a dimensione regionale.
Come prevede il testo unico ambientale 152/2006, la nostra legge regionale disegna
gli ambiti territoriali ottimali sulla base di criteri territoriali, idrogeografici e
dimensionali pensati per tenere adeguato conto delle caratteristiche idrogeologiche
dei territori e delle specifiche identità culturali ed economiche che la storia ha
costruito intorno ai fiumi. alle preziose risorse idriche, alle città e tessuti
socioeconomici.

Pensare ad un nuovo assetto su base regionale senza adeguate articolazioni
determinerebbe una perdita di centralità della tutela quantitativa e qualitativa della
risorsa, tematica quanto mai attuale in questo periodo di crisi idrica, di cui i Consigli
di Bacino sono presidio fondamentale e attivo.
La stessa partecipazione dei cittadini utenti, anch’essa tutelata e promossa dalla
legge regionale, sarebbe meno praticabile in ambiti che divenissero troppo estesi e
disomogenei.
Conoscendo, Presidente, la sua attenzione per il territorio e la politica di sostegno al
radicamento delle imprese del nostro Veneto ci sentiamo di raccomandare grande
vigilanza su questi temi, promuovendo tutte le azioni utili per scongiurare il rischio
che nuovi assetti rendano difficile identificare sul territorio soggetti qualificati per
l’affidamento in house e che per questa via ci si trovi indotti a ricorrere a gara.
Distinti saluti.

Sottoscrivono:
Acqua Bene Comune Vicenza
Acqua Bene Comune Verona
Comitato 2SI Acqua Bene Comune Padova
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Comitato Acqua Bene Comune Alta Padovana
Comitato per l’acqua pubblica, bene comune di Marostica (VI)
CGIL di Vicenza
CGIL Padova
CIA Agricoltori Italiani di Padova
Legambiente Veneto
A.RI.A. (Associazione RIspetto dell’Ambiente) attiva in 27 comuni vicentini e
trevigiani
Comitato Piazzolambiente di Piazzola sul Brenta (PD)
Consulta per l’Ambiente di Rosà (VI)
Comitato Ca’ Brenta di Campo San Martino (PD)
Italia Nostra di Bassano del Grappa
Associazione NO alla centrale Ovest Vicentino
Gruppo Ambiente San Giorgio delle Pertiche (PD)
A.S.D. Bacino Acque Fiume Brenta Valbrenta (VI)
Incontro fra i popoli ONG di Cittadella (PD)
Coordinamento dei Comitati della Provincia di Verona Onlus
Mamme no pfas
CILLSA (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l’Ambiente) di Arzignano (VI)
Rete GAS Vicentina APS
ViVerBio GAS di Lonigo (VI)
Nutrire significa Educare GAS Canova di Bassano del Grappa
Comitato Consultivo degli Utenti del Consiglio di Bacino Brenta
Comitato Consultivo degli Utenti del Consiglio di Bacino Bacchiglione
ADICONSUM Regionale (Associazione Difesa Consumatori e Ambiente)
ACLI Bassano del Grappa
Lega Consumatori di Padova
Federconsumatori di Vicenza
Federconsumatori di Padova
AUSER di Padova
A.N.P.I. sezione “Martiri del Grappa” di Bassano del Grappa (sovracomunale area
bassanese)
Centro di Iniziativa Culturale e Politica “Romano Carotti” di Bassano del Grappa
Pro Loco di Cassola (VI)

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