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AAA Cercasi “il salotto di Mestre”

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Domenica mattina ho fatto una passeggiata per il centro di Mestre e non ho potuto fare a meno di imbattermi nei banchetti del mercato ambulante che avevano “invaso” alcune delle principali vie del cuore della città: da via Fapanni a via Lazzari, da P.tta Coin a Calle del Sale.

L’aspetto di quello che dovrebbe essere “il salotto” della città era, a dir poco, avvilente. E non si tratta, beninteso, di un giudizio frettoloso e snob ma di una riflessione basata sui diversi aspetti critici di quest’ennesima scelta errata dell’amministrazione.

Innanzitutto non si comprende bene l’utilità di “riempire” ancora di più le strade con venditori ambulanti quando vi sono già i mercatini di Natale in via Palazzo, Piazza Ferretto e lungo la “nuova” via Poerio. Mestre, peraltro, è una di quelle poche città che ospita già due volte la settimana il mercato ambulante e quindi è incomprensibile arrivare addirittura a triplicare l’appuntamento, coinvolgendo anche le domeniche.

Insomma la gente esce di casa, per fare la spesa ed i regali di Natale, e ha due possibilità: recarsi nei quattro centri commerciali, tutti luminosi e tirati a festa, oppure fare lo slalom in centro a Mestre tra i banchetti del mercato disordinati e con la stessa merce di sempre.

Naturalmente, per il dissesto in cui versano le sue casse, il Comune ha messo le luminarie natalizie solo in Piazza Ferretto, escludendo tutto il resto della città di terra. Certo però che se, ad esempio, il Commissario Zappalorto non avesse confermato i sei dirigenti a termine, legati al mandato di Orsoni, avrebbe potuto illuminare, per i prossimi cinque anni, l’intero Comune.

Che cosa penseremmo poi se trovassimo quelle stesse bancarelle in centro a Venezia, lungo Riva degli Schiavoni o in Calle Larga XXII Marzo? Forse, che qualcuno a Ca’ Farsetti è impazzito.
Eppure a Mestre si accetta tutto questo, senza battere ciglio. Si accetta che i pochi negozi rimasti subiscano, per volere della stessa amministrazione, non solo la concorrenza degli pseudo mercatini di Natale e dei Sapori ma anche quella del mercato ambulante, quasi un giorno ogni due. Banchetti che coprono spesso le vetrine dei negozi e sottraggono un sacco di parcheggi.

Viene da chiedersi, allora, quale sia l’interesse perseguito dal Comune?
Fare cassa, attraverso le tasse che fa pagare agli ambulanti (Cosap), oppure favorire il più possibile la presenza di quei pochi negozianti che, coraggiosamente, resistono in centro a Mestre e che fungono pure da presidio contro la criminalità?
Tra le due opzioni, nel caso riuscissi a divenire Sindaco, non avrei certo alcun dubbio.
Mi chiedo anzi se non sia anche il caso di ridiscutere la presenza del mercato bisettimanale, durante l’anno, per riportarlo a una sola giornata come succede a Marghera e Favaro.

Occorre uno slancio della città verso l’innovazione, politica e amministrativa: non è immaginabile delegare la liberazione dalle macerie a chi quelle macerie ha prodotto.
C’è l’occasione di rovesciare il tavolo, non sprechiamola!

Davide Scano,
Candidato-Sindaco alle Comunarie M5S per Venezia 2015

[24/12/2014]

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