Strade del centro invase da negozi che vendono cianfrusaglie e souvenir, e la soprintendenza si lancia all’attacco.
Venezia è invasa dai negozi che vendono ricordini o pelletteria a poco costo, rischiando così di oscurare le botteghe artigianali che già faticano a resistere a questa crisi.
Il problema è che non si tratta solo di commercianti provenienti dalla Cina, ma anche di italiani che si stanno adeguando a questo tipo di commercio volto al turista che arriva, compra e se ne va.
Per questo motivo la Soprintendenza sta iniziando a monitorare il fenomeno: «Recentemente, però, il Codice Beni culturali ha introdotto una norma che autorizza i Comuni ad assumere provvedimenti a tutela delle attività commerciali storicamente rilevanti», spiega il soprintendente regionale Ugo Soragni.
Si tenta così di dare un freno ad una liberalizzazione commerciale senza paletti che sta stravolgendo Venezia.
Sara Prian
[13/11/2014]
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