Il collegio del Tribunale di Venezia, presieduto dal giudice Stefano Manduzio, ha ammesso nel processo Mose gli interrogatori e gli altri atti relativi alle dichiarazioni dell’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, deus ex machina dell’intero sistema corruttivo.
A processo, sui 35 indagati che in gran parte hanno patteggiato sono rimasti otto imputati tra cui l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, l’ex ministro Altero Matteoli e l’ex presidente del Magistrato alle acque Maria Giovanna Piva.
Le difese avevano chiesto più volte la presenza in aula di Mazzacurati che funge da grande accusatore ma vive da tempo a La Jolla, in California, e comunque avevano lamentato il fatto che non si fosse provveduto con un incidente probatorio.
La Procura – Pm Stefano Buccini e Stefano Ancillotto – aveva già documentato che all’inizio della fase processuale Mazzacurati era praticamente incapace di intendere e volere, respingendo l’ipotesi di averlo come testimone.
Per dirimere la questione il collegio ha provveduto a una prima perizia a cura del dott. Carlo Schenardi, che aveva stabilito l’infermità in base alla documentazione medica, cui era seguito un supplemento, direttamente negli Usa, che aveva confermato, in termini ancor più pesanti, lo stato di demenza di Mazzacurati.
L’ordinanza del Tribunale è stata depositata oggi e sarà oggetto di discussione nella prossima udienza del 9 febbraio.