Stiamo facendo i conti con gli esiti di una cultura che giustifica l’utilizzo di sostanze e ne sminuisce i loro effetti gravissimi. La lunga filiera dell’approvvigionamento e dello spaccio di sostanze stupefacenti, di cui ha fatto parte il diciassettenne arrestato con una grossa quantità di acidi, ci deve allarmare perché, a fronte di tanta disponibilità e di ogni tipo, esiste un pubblico di consumatori giovani, ma non solo, in continua espansione.
Contro questo ampliamento del mercato è essenziale l’azione di contrasto delle Forze dell’Ordine, che rischia però di non essere sufficiente nonostante gli sforzi generosi che vengono messi in campo. E rischiano di non sortire effetti positivi nemmeno le politiche di prevenzione sempre più immiserite dalla continua e progressiva diminuzione delle risorse a disposizione dei servizi territoriali. Va richiamata con insistenza e decisione una maggiore attenzione sugli interventi che rinforzino gli elementi di contrasto all’uso delle sostanze, che ne demitizzino la loro funzione di “socializzazione” che appare sempre più spesso un alibi a tutti i livelli.
Bisogna però anche che gli adulti, nei loro diversi ruoli e nelle loro specifiche competenze, riprendano in mano il filo del rapporto educativo con i ragazzi, richiamando se stessi e i giovani al principio irrinunciabile della responsabilità. Troppo spesso infatti sono gli stessi adulti a trasmettere messaggi che vanno in senso esattamente opposto.
Sandro Simionato
vicesindaco e assessore comunale
alle Politiche sociali
[15/10/2013]